Vasti i casi in cui potrà essere messo il “veto” a comparire.
Per il Presidente del Consiglio dei ministri costituisce legittimo impedimento, ai sensi dell’articolo 420-ter del codice di procedura penale, a comparire nelle udienze dei procedimenti penali, quale imputato, il concomitante esercizio di una o piu` delle attribuzioni previste dalle leggi o dai regolamenti , delle relative attivita\’ preparatorie e consequenziali (?), nonche\’ di ogni attivita\’ comunque coessenziale (?) alle funzioni di governo.
Stessa sorte per i titolari dei dicasteri.
Per i Ministri l’esercizio delle attivita` previste dalle leggi e dai regolamenti che ne disciplinano le attribuzioni, nonche´ di ogni attivita` comunque coessenziale (ancora) alle funzioni di governo, costituisce legittimo impedimento, ai sensi dell’articolo 420-ter del codice di procedura penale, a comparire nelle udienze dei procedimenti penali quali imputati.
Vero è che, nei casi previsti il giudice, su richiesta di parte, quando ricorrono le ipotesi rinvia il processo ad altra udienza.
Ma una certa carenza di “tassatività” nell\’elencare i casi di impedimento e\’ probabile che si presti ad interpretazioni contrastanti ( attività preparatorie e consequenziali; attività coessenziali alle funzioni di governo).
Approvate con identico risultato (168 favorevoli, 132 contrari e 3 astenuti) entrambe le questioni di fiducia poste sui due articoli del disegno di legge, in sede di dichiarazioni di voto finali il sen. Bruno (All. per l\’Italia) ha dichiarato il voto contrario ad un atto palesemente illegittimo e anticostituzionale che si inscrive nel solco di provvedimenti volti ad ottenere l\’impunità a favore del premier Berlusconi.
Il rifiuto della maggioranza della disponibilità di una parte dell\’opposizione ad affrontare il tema del legittimo impedimento si spiega solo con l\’intenzione di alimentare, a pochi giorni dalle elezioni regionali, uno sterile bipolarismo. Il sen. D\’Alia (UDC-SVP-IS-Aut) ha motivato il voto contrario del Gruppo prendendo atto come Governo e maggioranza, scegliendo la strada della fiducia, abbiano chiuso la porta al dialogo per approvare ancora una volta un provvedimento piegato alle esigenze personali del premier.
L\’UDC aveva avanzato una proposta, completamente stravolta dalla maggioranza, per un sistema di tutela temporanea del Capo del Governo, onde uscire da tensioni politiche che solo grazie alla guida saggia del Presidente della Repubblica non hanno definitivamente intaccato le istituzioni, malgrado l\’atteggiamento populista e antigiuridico dell\’IDV e del PdL.
Al grido di fuori i barbari e i ladri di civiltà, il sen. Li Gotti (IdV) ha dichiarato il voto contrario del Gruppo, inneggiando alla Costituzione e appellandosi agli uomini probi presenti in Parlamento affinché si interrompa la sequenza di atti che sta sgretolando la legge e sfarinando le istituzioni.
L\’Italia non è più un Paese normale, giacché gli inquisiti trovano protezione dal Capo del Governo ed ospitalità nelle liste elettorali del PdL mentre vengono attaccati i magistrati anziché i malavitosi. Il voto favorevole del Gruppo è stato invece dichiarato dal sen. Bodega (LNP) che ha sottolineato come l\’attenzione sul provvedimento in esame sia stata artificialmente gonfiata per speculazione elettorale e per l\’incapacità dell\’opposizione di proporre soluzione ai veri problemi della gente.
La Lega Nord invece continua nella sua azione a sostegno dei temi che maggiormente interessano i cittadini: riforme, federalismo, infrastrutture, sviluppo economico, sicurezza.
La ferma contrarietà al ddl è stata dichiarata dal sen. Latorre (PD) che ha stigmatizzato la scelta di porre la questione di fiducia su una legge incostituzionale, rispondente ad interessi personali e finalizzata solo all\’illegittimo aggiramento di una norma già esistente, con lo spudorato intento di reintrodurre quanto già espunto dall\’ordinamento con la dichiarazione di incostituzionalità del lodo Alfano.
Il provvedimento è lo specchio di un Governo che non dedica alcuna attenzione ai temi sociali e che sta smantellando il comparto della giustizia rendendolo più lento, inefficiente e soprattutto iniquo, secondo una logica che impone ai cittadini di rispettare le regole mentre altri, come dimostra la questione delle liste per le regionali, tentano di aggirarle, tentativo per il quale nessuno può utilizzare come scudo il Capo dello Stato che ha fornito nell\’occasione una risposta responsabile ad un atto irresponsabile del Governo.
Il convinto voto favorevole del Gruppo è stato dichiarato dal sen. Gasparri (PdL) che ha evidenziato come l\’attività dei membri del Governo non possa essere condizionata dall\’arbitrio di alcuni magistrati, tenuto conto che contro il Presidente Berlusconi è in atto da anni una persecuzione giudiziaria da parte di settori politicizzati della magistratura e che forme di protezione dei membri dell\’Esecutivo sono previste in molti ordinamenti esteri.
Il provvedimento, pienamente conforme alla Costituzione, sospende i termini per la prescrizione e introduce una normativa ponte che guarda ad una riforma costituzionale finalizzata a regolare i rapporti tra politica e magistratura.
Nell\’augurare che tali ulteriori passi possano avvenire in un contesto di più maturo confronto, respinge le critiche rivolte nel corso della discussione al Presidente Schifani e stigmatizza il clima di estrema contrapposizione voluto dall\’opposizione.