Non sfugge alla custodia cautelare in carcere il marito di un’imprenditrice che non può occuparsi del figlio piccolo perché impegnata tutto il giorno.
Lo ha stabilito la sesta sezione penale della Corte di cassazione che, con la sentenza n. 43998 del 14 dicembre 2010, ha respinto il ricorso di un imputato che chiedeva la revoca della custodia cautelare in carcere perché il figlioletto, appena tre anni, non veniva accudito da nessuno.
In proposito gli Ermellini hanno ribadito che “il divieto della custodia cautelare in carcere per l\’imputato padre di prole di età inferiore a tre anni non sussiste per la sola circostanza che la madre presti attività lavorativa continuativa, di per sé non ostativa all\’assistenza e alla cura dei figli, le quali, se del caso, possono essere realizzate anche con l\’aiuto di familiari disponibili o con il ricorso a strutture pubbliche”.
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