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PARCHEGGIO SELVAGGIO: Si va in galera!!!

L’auto parcheggiata in cortile è “prigioniera” della vettura del vicino, che però scende a spostarla soltanto dopo un’ora: il condomino “sequestrato” va risarcito, mentre l’altro che se la prende comoda rischia pure trenta giorni di reclusione. È quanto emerge dalla sentenza n. 7592 del 28 febbraio 2011, emessa dalla quinta sezione penale della Cassazione. «Non trovavo le chiavi», si giustificherà davanti al giudice l’automobilista fin troppo disinvolto che neppure si affaccia dal balcone per scusarsi con il vicino: la macchina è parcheggiata in modo tale da impedire all’altro di uscire dal cortile condominiale. A nulla rileva che, secondo l’imputato, il condomino sapesse dello smarrimento delle chiavi dai congiunti del trasgressore, che erano presenti sul luogo del parcheggio. L’effetto pratico della condotta addebitata è impedire per lungo tempo al vicino di allontanarsi da casa come invece egli avrebbe voluto: il giudice del merito ha motivo di credere alla versione della persona offesa, che dice di aver accusato un malore. Né risulta utile a ridurre l’entità del risarcimento la circostanza che il coniuge del trasgressore sia stato assolto in appello come concorrente nel reato. Insomma: l’imputato se la cava solo grazie all’intervenuta prescrizione.

 

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