Io e mia moglie (rispettivamente di 91 e 89 anni) viviamo da diversi anni a
Johammesburg (Sudafrica) e abbiamo un conto corrente intestato a entrambi con
la Banca Popolare di Milano (Bpm). Nel 2010 e nel 2011 i soli movimenti che
abbiamo realmente effettuato sono quelli relativi alle disposizioni del 6 marzo
2010, 27 settembre 2010, 23 febbraio 2011 e 8 giugno 2011. Si tratta di disposizioni
scritte, inviate a mezzo fax, all\’attenzione di un dipendente della Bpm,
filiale di Via Mazzini n.9/11 a Milano. Su tutte le disposizioni sono sempre
stati indicati il numero di telefono e l\’indirizzo e-mail a noi in uso.
Inoltre, tutte le lettere disposizioni sono state sottoscritte, per esplicita
richiesta delle banca, da entrambi i contitolari del conto corrente. Le
operazioni non hanno mai superato la somma di 8mila euro e tutte sono state a
beneficio di uno stesso conto corrente intestato alla signora G.M..
Il 6 maggio 2011, con le medesime
modalità, abbiamo chiesto alla filiale di avere il saldo del conto che non
ricevevamo da parecchio tempo. E\’ risultato che il 9 settembre 2011 soltanto io
avrei effettuato un bonifico di 45.900 euro in favore di un certo Saki
Watanabe, presso la Nank of Tokyo Mitsubishi conto corrente n.0016845. La
disposizione bancaria sembra “firmata” soltanto da me e non reca dunque anche
la firma di mia moglie cointestataria del conto corrente. Contrariamente a
quanto si può constatare dall\’esame delle vere disposizioni che eravamo soliti
effettuare, questo ordine è stato inviato al direttore della filiale della Bpm
di Milano di via Mazzini, e non all\’altro dipendente, con il quale
intrattenevamo direttamente il rapporto bancario.
La somma, poi, è decisamente
straordinaria rispetto alle “consuete” operazioni e farebbe riferimento al
pagamento di una inesistente fattura mai ricevuta. Io, ovviamente, ho disconosciuto
la firma che non ho mai apposta in calce a questa disposizione. Dall\’esame del
conto corrente è risultato che pochi giorni dopo, è stato effettuato un
ulteriore bonifico dell\’importo ancora più rilevante (110 mila euro) a favore
di un conto corrente asseritamente intestato a me e detenuto presso la National
Bank oh Grece (Athene, Grecia), sempre in forza di un falso ordine a mia firma.
Anche questa disposizione presenta tutte le caratteristiche di “anomalia” sopra
evidenziate e la firma non è stata
apposta da me. Risulta altresì, successivamente, che il 29 settembre 2011, è stata impartita, , sempre asseritamente a
mia firma, un\’ulteriore disposizione di bonifico di 16.750 euro che avrebbe
dovuto essere bonificata a favore dello “stesso beneficiario” indicato nel
prima falso bonifico. Questa operazione, tuttavia, non è stata eseguita, in
quanto sono riuscito a bloccarla avendo ricevuto il 7 ottobre 2011 dall\’istituto
di credito la ricezione della lettera di addebito sul conto corrente del primo
bonifico di 45.900 euro.
Sicché il direttore della filiale –
tra l\’altro destinatario delle disposizioni – riferì che era in “lavorazione ”
un ulteriore bonifico, appunto, il tezo, che quindi è stato bloccato.
Va detto che a seguito delle due
operazioni del 9 e del 21 settembre il saldo del conto era di circa 18.800
euro. Se il terzo illecito bonifico fosse stato eseguito il conto corrente
sarebbe rimasto con il saldo di soli duemila euro. E\’ evidente, pertanto, che l\’autore
o gli autori di queste illecite operazioni erano perfettamente a conoscenza
delle disponibilità del conto corrente, tanto che hanno eseguito le tre
operazioni, di cui una tentata, in un arco temporale limitatissimo, di soli 20
giorni. Questi documenti sarebbero stati inviati alla banca, secondo quanto
riferito da direttore, a mezzo Dhl, preceduti da una telefonata intercorsa con
una persona che, parlando in lingua italiana, confermava l\’esecuzione dei
bonifici come indicato nelle lettere.
La banca ha così effettuato il
pagamento senza alcuna verifica preliminare, sia in merito alle modalità con le
quali sono state inoltrate le disposizioni di pagamento, sia della corrispondenza
delle firme del “disponente” allo specimen depositato in banca. Inoltre, senza alcuna
spiegazione, nel caso delle tre lettere in questione la banca, contrariamente a
quanto invece aveva chiesto in quelle effettivamente a nostra firma, non ha preteso
la firma di entrambi i cointestatari del conto corrente di addebito.
Come detto, semplici verifiche
avrebbero consentito di evitare l\’invio delle somme e il danno causatoci.
Infatti, soltanto dall\’esame della lettera del 21 settembre 2011 risulta
chiaramente che l\’indirizzo e-mail claudio.cavalli21@yahoo.itnon è quello mio che ho sempre comunicato con la filiale con un altro account.
Inoltre, neppure i numeri di telefono, corrispondono a quelli nostri.
In merito alle persone responsabili
di questi fatti allo stato sono ignote. Certamente utili indicazioni potranno
essere fornite dal direttore e dal dipendente della filiale Bpm. I comportamento
sopra descritti ci hannop causato danni per 155.900 euro e corrispondono a
tutti i nostri risparmi, ormai sottratti.
E\’ inoltre subentrata una forma di
depressione con gravi conseguenze per la nostra salute in quanto la posizione
della banca è di un totale rifiuto nel riconoscere le proprie responsabilità
sull\’accaduto pretendendo la conclusione dell\’inchiesta della Polizia prima di
prendere in considerazione un eventuale rimborso delle somme sottratte.
Nel frattempo le condizioni di salute
si sono deteriorate. Tale da necessitare assistenza specializzata a casa che
adesso non ci possiamo permettere in quanto non abbiamo più risparmi e l\’attuale
pensione non è sufficiente a coprire queste spese.
Claudio Cavalli e Luciana Gramatica
(Johannesburg,
Sudafrica)
Risponde Bpm
In relazione
a quanto accaduto ai signori Claudio Cavalli e Luciana Gramatica, Bpm, come già
comunicato ai clienti, non aveva dato seguito alle ulteriori disposizioni di
bonifico (avvenute con tempistiche differite) e aveva, da subito, contattato le
banche presso le quali le note somme furono accreditate, al fine di domandarne
la restituzione, ma i relativi importi risultavano essere già prelevati.
Con
riferimento alla supposta mancanza di approfondimento da parte di Bpm dei
requisiti consueti con i quali le suddette operazioni venivano autorizzate, si
ribadisce che le indicazioni sono pervenute all\’agenzia titolare del rapporto a
mezzo corriere; le disposizioni di bonifico, concernenti il menzionato conto
corrente, sono state regolarmente seguite a fronte dell\’assenza di apparenti
irregolarità. A conferma della corretta gestione della pratica, Bpm ha inviato
agli intestatari la lettera di addebito sul conto corrente del primo bonifico,
grazie alla quale i clienti hanno potuto allertare la banca della truffa.
Raggiri di
questo genere, infatti, risulterebbero essere stati perpetrati con modalità
analoghe a quelle sopra delineate anche a carico di ulteriori correntisti
italiani residenti nella Repubblica del Sudafrica. E\’ possibile, dunque, che
sussista una vera e propria associazione per delinquere che agisce a livello transazionale,
dato quest\’ultimo che è stato sottolineato dall\’istituto nel contesto dei relativi atti di
denuncia-querela sporti in riferimento a
tali, diverse, posizioni. Per la precisione, è stato depositato un atto di
denuncia-querela contro ignoti presso la Procura della Repubblica del tribunale
di Milano, nel quale si ipotizza la perpetrazione dei reati di truffa
aggravata, falsità in scrittura privata e sostituzione di persona, per i quali
la banca si ritiene anch\’essa parte lesa dall\’attività criminosa perpetratasi
anche a suo danno e, dunque, si riserva si azionare tutti i rimedi disponibili perché
venga fatta chiarezza.
In ogni
caso, alla luce della particolare situazione e delle difficoltà soggettive in
cui, secondo quanto riferito alla banca, si trovano i clienti, la Bpm ha, sponte
sua, riversato ai clienti le somme complessive che sono state loro sottratte
(di ciò è già stata data comunicazione
ai clienti), in attesa dell\’esito che sortiranno gli atti di denuncia-querela
sopra menzionati e le ulteriori iniziative che potranno essere poste in essere.
DAL SOLE 24 ORE DEL 27 OTTOBRE 2012
per la soluzione adottata, grazie al comportamento della Banca Popolare di Milano
suggerendo, nel contempo, l\’adozione di misure supplementari prima di dare corso
ad una qualsiasi disposizione di bonifico (Es.: telefonata o e-mail di conferma
etc.).