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LA POLITICA IN VETRINA: Giustizia terrena e Ministro divino!

LA POLITICA IN VETRINA: Giustizia terrena e Ministro divino!
M5S: Scontro ai piani alti!
“Bonafede – ha affermato Di Matteo a “Non e’ l’arena” su La7 di domenica scorsa – mi chiese se ero disponibile ad accettare il ruolo di capo dipartimento dell’amministrazione penitenziaria o, in alternativa, quello di direttore generale degli affari penali.
Chiesi 48 ore di tempo di tempo per dare una risposta”, ma “quando ritornai, avendo deciso di accettare la nomina a capo del Dap, il ministro mi disse che ci aveva ripensato e nel frattempo avevano pensato di nominare Basentini”.
Il “ripensamento”, secondo le voci dell’epoca, sarebbe stato causato dall’atteggiamento ostile manifestato da alcuni boss, secondo intercettazioni telefoniche, verso un incarico del magistrato antimafia all’interno del sistema carcerario.
Nel racconto riferito dal magistrato antimafia Nino Di Matteo, ora al Csm, contro l’attuale Ministro del dicastero della Giustizia – Alfonso Bonafede – sembra leggere un giallo dove, come sempre, si fa fatica a comprendere la verità.
Posto che le ragioni per dimettersi il Ministro ne avrebbe diversi se considerassimo i numerosi morti della recente rivolta carceraria, l’esodo ingiustificato di centinaia e centinaia di personaggi appartenenti alla criminalità organizzata, alcuni dei quali già sottoposti al carcere duro del 41bis.
Ovviamente molti difendono il ministro in carica, dicendo che lo stesso non ha alcuna responsabilità per quanto succede al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria o fra i Giudici di sorveglianza che autorizzano le scarcerazioni e mandano i camorristi agli arresti domiciliari, causa un provvidenziale “coronavirus”.
Intravedo in questo modo di interpretare i fatti di causa, anche tra molti miei amici e conoscenti su questo social, delle testimonianze di fede assoluta, a prescindere. Quando mi è capitato di affrontare il discorso, non se ne può neanche parlare e solo a pensare di far dimettere il ministro sembra leggersi come una bestemmia, per un partito, quello del M5S, immune per definizione da ogni sorta di compromesso o malaffare: illibato, lo avremmo definito in altre epoche.
Insomma, gente con la schiena dritta, sempre ed a prescindere anche se, a ben guardare, a proposito delle scarcerazioni dei boss, “Dal momento in cui è stato dichiarato lo stato d’emergenza, il capo del DAP e il ministro della Giustizia avrebbero dovuto prendere provvedimenti per attrezzare le carceri in modo adeguato per controllare la diffusione del virus. E questo non è stato fatto”.
Forse queste mancanze, omissioni, trascuratezze potrebbero essere contestate a chiunque ma non ad un partito che scrive honestà con l’h ovvero capace di abolire la povertà all’una di notte dal balcone di Palazzo Chigi.
Conclusioni
La storia appena accennata, nuda e cruda, ci dice che il M5S, contrariamente a ciò che pensano quelli che hanno avuto il coraggio di votarli, fanno parte del genere umano e come tali, suscettibili di errori che, a certi livelli, anche se colposi, evidenziano responsabilità oggettive di rilievo che non possono essere declinati.
Ma questo evidentemente vale per il “Ciccillo Cacace” qualunque, per il Ministro stellato Alfonso Bonafede è tutta un’altra cosa, un’altra storia che noi comuni mortali vorremmo conoscere meglio!

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