Cipro: Stop a “baratto criminale”!
A Cipro, fino a qualche settimana addietro vigeva la regola di poter ottenere la cittadinanza europea – visto che l’isola fa parte dell’UE – attraverso il semplice investimento di almeno 2,5 milioni di euro sul suo territorio.
In pratica, si diventava cittadino cipriota e quindi europeo, attraverso un acquisto di fatto, un baratto per l’appunto. Ovviamente non si guardava né il colore e meno che mai la provenienza della provvista e il “passaporto” partiva garantendo un indotto economico sull’isola di almeno 7 miliardi di euro.
La sospensione di questo programma allegro è avvenuta dopo un servizio d’inchiesta lanciato dalla televisione araba Al Jazeera, la cui unità investigativa ha filmato politici ciprioti di alto rango, tra cui il presidente del Parlamento Demetris Syllouris, promettere di sostenere la pratica della concessione di un passaporto ai rappresentanti di un fittizio uomo d’affari cinese con una condanna per riciclaggio di denaro, usando un giornalista sotto copertura.
L’inchiesta giornalistica ha rivelato che le situazioni problematiche dove le risorse finanziarie presentavano un cattivo odore, bisognava oliare qualche ruota in più per arrivare alla cittadinanza cipriota.
Mi sembra anche giusto, come sempre e come tutti, posto che la corruzione non l’hanno certo inventata i politici ciprioti.
Intanto il Procuratore generale di Cipro George Savvides ha dichiarato di aver avviato un’indagine penale sul caso.
Negli ultimi anni, la Commissione europea ha manifestato numerose perplessità e preoccupazioni circa il modus operandi adottato per il rilascio del passaporto che, ad onor del vero, ha visto la primogenitura a Malta, l’altra piccola isola del Mediterraneo. Secondo alcune stime più di 3.500 persone avrebbero ottenuto un passaporto Ue negli ultimi 10 anni. Cipro, che ha aderito all’Unione europea nel 2004, ha iniziato a offrire la cittadinanza a cittadini extraeuropei in cambio di ingenti investimenti già nel 2007, ma il programma è stato intensificato a seguito della crisi economica dell’isola a partire dal 2013.
Dopo il servizio di Al Jazeera si è capito meglio che le preoccupazioni della Commissione Europea non erano infondate, circa il rischio di possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nel sistema che si poteva prestare a operazioni di riciclaggio ed evasione fiscale.
Il mese scorso Al Jazeera ha riferito che dozzine di coloro che avevano richiesto ‘passaporti d’oro’ erano sotto inchiesta penale o sanzioni internazionali, o stavano scontando pene detentive. Lo scorso anno, ricorda la Bbc, Cipro aveva revocato i passaporti d’oro a 25 investitori stranieri tra i quali nove russi, otto cambogiani e cinque cinesi. Nel novembre scorso era emerso inoltre che nel 2015 aveva ottenuto il passaporto cipriota anche il finanziere malese Low Taek Jho – ora latitante – accusato di essere la mente del mega scandalo da 2,7 miliardi di dollari fra riciclaggio di denaro e tangenti del fondo statale malese.
Insomma, per concludere, niente di nuovo: ogni mondo è Paese!