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Antiriciclaggio: Il Vangelo della domenica!

Antiriciclaggio: Il Vangelo della domenica!

 

Leggendo l’altro giorno il “Quaderno antiriciclaggio n.15” diramato dall’Uif – Indicatore sintetico per individuare le cartiere – mi è tornato alla mente il Generatore Indice delle Anomalie delle Operazioni Sospette (c.d. Gianos), non a torto  ritenuto il padre dei diagnostici utilizzati nelle banche.

Dico subito che nei miei otto anni in cui mi sono occupato della problematica di controllo dei flussi finanziari di dubbia provenienza nella veste di Responsabile Aziendale Antiriciclaggio – 1999/2007 -, fra le mie 300 Sos inoltrate, non ho mai  particolarmente apprezzato l’esistenza del diagnostico in parola.

Le evidenze del Gianos infatti, riguardavano nel 99,9% dei casi, soggetti economici che muovevano significativo contante – come i supermercati, distributori di carburanti, farmacie, tabacchi etc..

Ciò nonostante, quando una banca mi chiese come sciogliere il dilemma, se comprare il Gianos oppure comprare il mio CD riepilogativo del primo corso che feci in materia di lotta al riciclaggio, risposi: devi comprare entrambi.

Il primo ti serve  per fare bella figura con gli organi di vigilanza in  genere (Banca d’Italia, Guardia di finanza, Autorità giudiziaria etc.), il secondo invece, cioè quello di comprare il mio CD, per capire l’antiriciclaggio e di cosa stiamo parlando.

L’intermediario in parola scelse di fare bella figura optando per l’acquisto del solo Gianos, peraltro fortemente promosso dagli Organi centrali come l’Associazione Bancaria Italiana, optando per il primo percorso e ritenendo arrogante la mia risposta. Anche senza dire il nome, non mi risulta che la scelta gli abbia portato fortuna mentre chi vi scrive, in cinque ispezioni ricevute – di cui tre indirettamente su banche di cui avevamo il controllo del capitale al 100%, come la Banca Popolare di Calabria, la Banca Popolare della Penisola Sorrentina e la Banca Mediterranea – grazie al mio modus operandi, non ho mai preso il soffio di un rilievo.

Certe volte, l’arroganza paga, magari pure con tanta fortuna.

Pratica operativa

Solo per fare un esempio, voglio ricordare la vicenda di un titolare di una ditta individuale a conduzione familiare (quattro figli collaboratori), operante nel settore del commercio al dettaglio di abbigliamento che, inevitabilmente, da anni, usciva fra le evidenze Gianos.

Si trattava di un imprenditore, titolare di ambulante a posto fisso, che operava all’interno di mercati settimanali in ambito provinciale.

Un Direttore di filiale particolarmente zelante, sulla scorta di tali evidenze e pensando di leggere il “Vangelo della domenica”, decise di inviarmi una “Segnalazione di operazione sospetta” adducendo come motivazione, la circostanza di una eccessiva movimentazione di denaro contante e ricordando nel contempo, le numerose e ripetute evidenze riportate mensilmente dal famigerato, temuto ed infallibile diagnostico.

Nel respingere la proposta, cercai di argomentare sulle ragioni del diniego e, come da mia abitudine, anche di spiegare l’interpretazione da dare all’operatività della clientela nella gestione dei rapporti in generale, rigorosamente riportati in anagrafica quali “conti aziendali”, distinguendoli sempre dal SAE 600 del privato consumatore.

Per meglio far comprendere la mia posizione al riguardo che con la presente intendo ribadire e rafforzare, sia pure in breve, cerco di spiegare le ragioni, quali:

  • Quando un cliente, imprenditore, titolare di attività economica al dettaglio, versa risorse finanziarie su un conto aziendale, anche significative, significa che ha assolto o intende assolvere agli obblighi fiscali e tributari. Quanto appena detto perché, il conto aziendale, per definizione sottende la esistenza di una contabilità caratterizzata dalle scritture contabili obbligatorie, oltre alla osservanza di altri adempimenti come la tenuta di una partita Iva, iscrizione camerale etc.
  • Se riscontro le entrate sul conto in denaro contante – assolutamente giustificata dal commercio al dettaglio – devo trovare di converso, le uscite registrate con strumenti tracciabili attraverso bonifici e assegni circolari non trasferibili, riconducibili a grosse aziende produttrici di abbigliamento;
  • Quando questo accade, significa che la “coerenza nella operatività dei rapporti” è assolutamente idonea a giustificare le improprie anomalie segnalate dal Vangelo della domenica e pertanto nessuna Sos appare plausibile.

Quaderno antiriciclaggio n.15” – Indicatore sintetico per individuare le cartiere

Se prima abbiamo parlato del Gianos, anche se ho commentato la novità in precedenti interventi, voglio anche fare un accenno a questa nuova fatica diagnostica elaborata dai nostri soloni romani.

Premesso che se quello che auspica o dice l’Uif fosse vero, ai fini della lotta al riciclaggio, si potrebbe considerare la più grande invenzione da quando è nata la normativa di contrasto nel Nostro Paese (anno 1991).

Questo perché, evidentemente,  la “cartiera” per definizione rappresenta la principale minaccia per l’Istituzione intesa come interessi erariali da proteggere, libera e corretta concorrenza dei mercati e contrasto al malaffare, con riflessi importanti sulla infiltrazione della criminalità organizzata.

La cartiera, quella che produce solo carte, paradossalmente, è abbastanza facile da scoprire, in occasione della “verifica di cantiere” per riscontrare l’adeguatezza strutturale e logistica dell’attività economica dichiarata e certificata (partita Iva, Statuto e atto costitutivo, Iscrizione camerale etc.). Con tale verifica si potranno notare i mezzi, i magazzini e il personale, da ritenersi indispensabili per l’esercizio della riferita attività economica.

Qualche problema in più si potrà riscontrare quando le fatture false vengono emesse e/o annotate nell’ultimo trimestre dell’anno quando, in vista della dichiarazione fiscale di fine esercizio finanziario, bisogna cercare di ridurre l’imponibile e quindi l’onere tributario: come si dice in gergo, bisogna aggiustare le carte!

 

 

 

 

 

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