Antiriciclaggio: Anche il pensionato a “Rischio alto”, quale potenziale malandrino!
L’Abf di Palermo, con la Decisione N. 22086 del 25 ottobre 2021 ci ha illuminato su una vicenda surreale che merita di essere raccontata1 .
Stiamo parlando, per quanto si possa desumere dalla lettura delle quattro pagine della Decisione dell’Arbitro, di un cliente di una banca – pensionato – al quale sarebbe stata bloccata la operatività del conto in conseguenza dell’attribuzione a “rischio alto” della propria posizione che, verosimilmente, è stata oggetto di una segnalazione di operazione sospetta.
Lo sventurato ha presentato il ricorso, puntualmente respinto dalla stessa Sezione dell’Abf di Palermo.
Pratica operativa
Anche questa, come spesso accade, è una vicenda surreale, laddove un intermediario finanziario, nel terrore di sanzioni lunari, sbaglia, eccede e supera pure l’immaginazione in termini di applicazione burocratica e miope di una normativa nata per contrastare il riciclaggio di denaro sporco e finanziamento del terrorismo.
La vicenda raccontata oggi, mi ricorda molto un caso analogo denunciato qualche tempo addietro a Plus24 del Sole 24 Ore, quando venne bloccato un conto corrente ad una donna, lavoratrice dipendente e privato consumatore che, a parte l’esigenza di sopravvivere, non aveva certamente alcuna intenzione di porre in essere azioni di malaffare https://www.giovannifalcone.it/adeguata-verifica-la-burocrazia-uccide/
In modo asettico, oggi, guardando il problema dall’esterno possiamo provare a chiederci?
In una situazione di tal fatta, un cliente, persona fisica e privato consumatore o, più esattamente, pensionato – per come si legge dal contenuto della Decisione – quale danno avrebbe potuto provocare in termini di violazione alla disciplina antiriciclaggio?
Con una fonte di rddito certa, quantificabile e perfettamente tracciabile, quale rischio può rappresentare per l’intermediario finanziario o professionista?
In pratica, dobbiamo ora chiederci, se la banca non avesse bloccato il conto portando il cliente a rischio alto, qual è il rischio che avrebbe corso?
Approccio basato sul rischio
In base al principio dell’approccio basato sul rischio, l’intensità e l’estensione degli obblighi di adeguata verifica della clientela vanno modulati secondo il grado di rischio di riciclaggio e di finanziamento del terrorismo.
Tale approccio costituisce un’applicazione del più ampio principio di proporzionalità e mira a massimizzare l’efficacia dei presidi aziendali, razionalizzare l’uso delle risorse, ridurre gli oneri a carico dei destinatari.
Gli intermediari, pertanto, sono chiamati a esercitare in modo oculato e responsabile la propria autonomia, considerando tutti i fattori di rischio suscettibili di incidere sull’esposizione a fenomeni di riciclaggio e/o di finanziamento del terrorismo. Se è vero quanto appena detto, si rimane basiti davanti ad episodi della specie, che hanno l’unico scopo di complicare la vita ai comuni mortali senza incidere in alcun modo nel contrasto al malaffare.
Intanto, così è se vi pare!
Gli eccessi delle ostre banche, terrorizzate dal clima sanzionatorio innestato, raggiunge il parossismo quando, come nel caso di specie, si blocca l’operatività di un rapporto – portato a rioschio alto nel quadro di una Adeguata verifica rafforzata.
La vicenda in discorso, sulla quale è anche intervenuta l’Abf di Palermo che ha condiviso l’operato dell’intermediario, riguarda la posizione di un “pensionato” che vive con una sola fonte di reddito.
Ora, se il conto di un pensionato di tal fatta lo portiamo a “rischio alto”, uno riconducibile ad un’attività economica all’ingrosso (Immaginiamo ad un commercio mobili) che versa solo denaro contante, in misura significativa e con cadenza continua quasi giornaliera – taglio da 5 e 10 euro – cosa facciamo? (attività di copertura per una piazza di spaccio).
Insomma, nelle nostre banche manca il senso della misura, del pragmatismo, del buon senso ovvero dell’approcio basato sul rischio come pure la norma secondara della Banca d’Italia impone (Circolare del 30 luglio 2019 sull’Adeguata verifica).
Per concludere dobbiamo chiederci: se non blocchiamo i conti ai pensionati come facciamo a contrastre il malaffare?
Ins