/Uif: Corruzione negli appalti pubblici!
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La qualità delle imprese!
Quando ragioniamo su fenomeni di questa natura, siamo tutti indotti a pensare al funzionario della Pubblica amministrazione che non fa il suo lavoro, accettando e cercando compensi di varia natura per fare semplicemente il suo dovere.
Così facendo, consideriamo soltanto il 50% del problema o meglio, guardiamo solo una parte della medaglia, trascurando completamente la figura del “corruttore”, cioè dell’imprenditore che scevro da una corretta dinamica imprenditoriale, non accetta nessuna forma di concorrenza nella convinzione che gli appalti pubblici li possa vincere solo pagando le persone giuste.
Allora, soffermandoci siu questo 50%, cosa bisogna fare per individuare qualche rimedio che abbia un senso ed un minmo di razionalità?
Per esperienza acquisita sul campo – essendomi occupato dei controlli sui grandi appalti pubblici in terra di Calabria (1988/1993) quando facevo parte della Guardia di finanza – bisogna migliorare la qualità delle nostre imprese, dando per acquisito che la natura umana, soprattutto quando i controlli non sono adeguati, è naturalmente predisposta all’arricchimento facile.
Le risultanze investigative dell’epoca, infatti rflettevano spesso la insufficiente qualità delle imprese iscritte all’ANCE – Associazione Nazionale Costruttori Edili – sia sotto il profilo tecnico (Know how, mezzi, personale dipendente etc.) o reputazione degli amministratori, spesso già condannati per episodi di corruzione.
Morale: Biosgna rendere più rigorosi i requisiti minimali per la iscrizione all’Ance.