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Tommaso Miele, Presidente aggiunto Corte dei conti: “La PA deve usare l’Intelligenza Artificiale per contrastare la criminalità organizzata”

Tommaso Miele, Presidente aggiunto Corte dei conti: “La PA deve usare l’Intelligenza Artificiale per contrastare la criminalità organizzata”

Fonte: ripartelitalia.it

Tommaso Miele, Presidente aggiunto della Corte dei conti, è intervenuto agli Stati Generali della Ripartenza organizzati dall’Osservatorio economico e sociale Riparte l’Italia il 29 e 30 novembre 2024 a Bologna.

Ecco le sue dichiarazioni prima di intervenire al panel centrato sul tema “Criminalità organizzata, pubblica amministrazione e tessuto economico: come uscirne?“, moderato dal giornalista Lirio Abbate.

“La Pubblica Amministrazione e tutto ciò che viene gestito dalla pubblica amministrazione, a cominciare dal settore degli appalti, è terreno fertile che fa gola alla criminalità organizzata perché ci sono tanti soldi, tanti modi anche per espletare le attività di riciclaggio, per esempio, della criminalità organizzata. Quindi sicuramente è un connubio quello fra pubblica amministrazione e criminalità organizzata di grandissimo rilievo e che va attenzionato.

La Pubblica amministrazione deve creare le difese per evitare l’ingresso e preservare i settori delicati della pubblica amministrazione dalla criminalità organizzata. Oggi, peraltro, questo tema, quindi anche della esigenza di difesa della pubblica amministrazione verso le infiltrazioni mafiose, perché poi non bisogna dimenticare che la vera mafia, come è stato detto anche da persone sicuramente molto più autorevoli di me, la vera mafia è fuori, è al di fuori della mafia. Bisogna vedere dove alligna la vera mafia e la pubblica amministrazione può essere un terreno assai fertile, un terreno dove la mafia si infiltra anche dal punto di vista soggettivo.

Poi oggi questo discorso fa anche il paio con il discorso della corruzione, che sicuramente è ancora assai diffusa nel nostro paese, se anche nella classifica mondiale fra i paesi corrotti noi ci classifichiamo, se ricordo bene, al 67° posto, dietro a paesi addirittura come il Sudafrica. Quindi sicuramente è un tema sensibile, è una guerra, peraltro, che la pubblica amministrazione deve combattere ristabilendo e creando le condizioni per affermare l’etica nella pubblica amministrazione. Si è sempre parlato delle quattro E, l’efficienza, l’efficacia, l’economicità, l’etica, ma l’etica è ancora da venire, da affermare e bisogna affermarla anche nel lungo periodo, perché nel lungo periodo bisogna educare alla legalità, quindi anche con la formazione.

Oggi questo scontro, peraltro, e questo sistema di contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata e a tutti i fenomeni che ruotano attorno al sistema degli appalti, va riguardato alla luce di un elemento che è ormai entrato nella società moderna, che è l’intelligenza artificiale, perché con l’intelligenza artificiale, che sicuramente la criminalità organizzata utilizzerà per fare affari nella pubblica amministrazione, la pubblica amministrazione invece deve utilizzarla per contrastare la criminalità organizzata. In questo dobbiamo essere bravi e questo vuole essere il messaggio che io lancio a questi Stati Generali della Ripartenza.

Poi ancora una cosa, Lirio Abbate mi chiedeva se devono comunque a tutela dei cittadini la Corte, visto che io sono Presidente aggiunto della Corte dei Conti e Presidente della sezione forse più importante d’Italia, la sezione Lazio, se comunque la Corte bisogna, o comunque al di là della Corte, se bisogna comunque chiedere il conto agli amministratori e dirigenti che gestiscano male le risorse.

Ma io l’ho detto, io sono per una Corte collaborativa con le amministrazioni pubbliche per vincere la paura della firma, ma questo non è affatto in contrasto e quindi io sono assolutamente favorevole, e vedo che le due cose sono coniugabili, con l’esigenza sul fronte della giurisdizione di perseguire chi gestisce male le risorse pubbliche. Assolutamente io non vedo nessuna incompatibilità.

Tanto è vero che anche a margine della proposta di legge Foti che è in discussione in Parlamento, in occasione dell’audizione che ho fatto innanzi alle commissioni riunite della Camera, affari costituzionali e giustizia, ho detto chiaramente che da un lato quindi io valorizzerei maggiormente la funzione consultiva e il controllo preventivo di legittimità della Corte dei Conti per assistere e rassicurare, per superare la paura della firma, ma dall’altro sul fronte della giurisdizione io sono contro lo scuderariale.

Il che significa che bisogna poi, una volta che io ti ho assistito, ti ho detto subito se è una cosa la puoi fare o non la puoi fare, ma poi se tu sbagli io ti chiedo il conto.

Abbiamo detto che la pubblica amministrazione, il sistema degli appalti e il circuito delle risorse pubbliche è terreno fertile per la criminalità organizzata, per il riciclaggio e soprattutto per l’infiltrazione e la possibilità di entrare da parte della criminalità organizzata nel circuito dell’economia legale. Immaginiamo una mole di risorse per 209 miliardi, appalti in tutta Italia, distribuzione in tutti gli enti locali, in tutte le pubbliche amministrazioni… ditemi voi se magari una così ingente mole di danaro non costituisca ghiotta occasione e terreno di grandissimo appetito per la criminalità organizzata.

Sicuramente, sono 209 miliardi, quindi si sono stropicciate le mani, come a dire “questo è il nostro momento”. Allora la pubblica amministrazione deve essere, con tutto il sistema della pubblica amministrazione, a cominciare anche dalla Corte dei Conti, deve attivarsi per fare in modo che questi 209 miliardi, e qui purtroppo qualche errore è stato fatto, 209 miliardi vengano finalizzati all’interesse pubblico, a creare strutture, a non essere, come dire, gestiti in maniera allegra.

Purtroppo ecco io sono contrario allo scudo erariale, perché ha consentito una gestione con grave negligenza, se andiamo a tradurre che cosa significa. Quindi sicuramente il PNRR ha costituito un’occasione, però io almeno credo che fin qui la pubblica amministrazione abbia creato le difese per arginare, almeno con riferimento al PNRR lo dico, non lo dico in generale, abbia creato le condizioni per arginare il fenomeno delle infiltrazioni della criminalità organizzata nel settore degli appalti, per esempio.

Anche questo, il codice degli appalti è stato un segnale per semplificare anche la normativa. C’è riuscito? Lo stiamo verificando, non si può rispondere affermativamente, però è un tentativo. Ecco, nel lungo periodo bisogna educare alla legalità, creare le condizioni per, anche questo per superare la paura della firma, per una regolazione più chiara, perché anche la corruzione e la criminalità organizzata hanno facilità di infiltrazione laddove c’è la complessità normativa. Allora regole chiare, ma che si facciano rispettare”.

1 commento

  1. Quando facevo parte della Guardia di finanza, nel periodo 1988/1993, in terra di Calabria, mi sono occupato quasi interamente del controllo su “grandi appalti pubblici”.
    Per la esperienza maturata sul campo posso dire che l’unico modo per porre in essere una efficace azione di contrasto alla “corruzione” o, una forma di contenimento ragionevole e decorosa, è quello di migliorare la “qualità delle nostre imprese”.
    Faccio una premessa:Quando pensiamo alla corruzione, il vero cancro della nostra società, siamo tutti indotti a pensare al funzionario pubblico che “per fare o non fare” qualcosa che attiene al suo ufficio, pensiamo al funzionario della Pubblica amministrazione.
    Nella realtà, pensando solo al funzionario pubblico trascurando completamente la figura dell’imprenditore – il corruttore – ovvero colui che, fuori da ogni corretta e sana dinamica imprenditoriale, rifiuta ogni forma di concorrenza ed è convinto che gli appalti si possono vincere solo pagando la tangente alla persona giusta.
    Per questa ragione, bisogna migliorare la qualità delle nostre imprese da iscrivere all’Ance – Associazione Nazionale Costruttori Edili -sia sotto il profilo tecnico (Know how, logistica, mezzi, personale dipendente) che reputazioinale degli amministratori (escludendo per esempio quelli che sono già stati condannati per reati contro la pubblica amministrazione a cominciare dalla corruzione, peculato, traffico d’influenza, turbata libertà degli incanti etc.).

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