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L’Ue deve cancellare i suoi paradisi fiscali | L’analisi di Carlo Valentini

L’Ue deve cancellare i suoi paradisi fiscali | L’analisi di Carlo Valentini

Fonte: ripartelitalia.it

Carlo Valentini su Italia Oggi ‘invita’ l’Unione europea a cancellare i suoi paradisi fiscali.

“L’Ue – scrive Valentini – sta attraversando il momento più delicato della sua breve storia. La crisi politica di Francia e Germania, le difficoltà delle economie europee con l’arretramento del tenore di vita e le difficoltà del ceto medio che tende a rinchiudersi nel proprio orticello, l’offensiva sovranista degli Stati Uniti che ora apertamente osteggiano la nascita di un Continente unito e la loro inedita ingerenza sugli assetti dei singoli Paesi sono tra gli ingredienti di una situazione che potrebbe essere di non ritorno.

Ovvero anziché procedere a un’integrazione in grado di rafforzarne il ruolo politico e quindi anche economico tra i grandi del mondo, l’Europa sembra avviare una marcia indietro verso un semplice mercato interno unico. Il che significa l’indebolimento nella concorrenza internazionale, l’emarginazione, l’impoverimento.

Non è un caso – sottolinea Valentini – che si levino voci importanti come quella del presidente dell’Associazione BancariaAntonio Patuelli, per sollecitare passi avanti su regole comuni in tema finanziario e bancario, in modo da bloccare la spinta verso la retromarcia e la disgregazione, mettendo le basi per un risveglio della politica. «È indispensabile – secondo l’appello di Patuelli – un Testo unico, un Codice europeo di diritto bancario, finanziario e penale dell’economia. Inoltre sono anacronistiche e pericolose le differenze fiscali tra Stati membri dell’Ue».

Com’è possibile che siano tollerati dall’Ue paradisi fiscali come il Lussemburgo e le Channel Islands, situate nel canale della Manica (alcune sotto la giurisdizione inglese, altre sotto quella francese) ma anche fiscalità di favore per le multinazionali da parte dell’Olanda e inoltre non si mettano in atto antidoti verso il Principato di Monaco e il Liechtenstein che calamitano gli evasori fiscali?

Solo a Monaco vi sono 8mila italiani che vi hanno trasferito la residenza (non ci sono tasse su reddito e immobili). È ora che l’Europa si muova, rendendo omogenee al suo interno norme e politiche tributarie (e finanziarie) e combattendo i paradisi fiscali. O – conclude – rimarrà sul crinale di un pericoloso precipizio.

1 commento

  1. In Europa serve decidere, è finita la stagione dello stallo o del rinvio.
    Quando parliamo di fisco, serve armonizzare le regole in modo omogeneo, tanto per evitare una “concorrenza sleale quanto contrastare le delocalizzazioni d’impresa che tanto danno producono ai territori più fragili e certamente, il Mezzogiorno tra questi.
    Bisogna abbandonare il sistema di voto all’unanimità, per passarea quello a maggioranza assoluta o, al massimo, a maggioranza qualificata.
    Non è possibile immaginare che su 27 Stati, possano essere tutti d’accordo su una determinata decisione.
    Decidere per assumersi delle responsabilità, decidere per sopravvivere!

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