Best practices & Intelligenza artificiale: Dalla saggezza contadina all’algoritmo!
Oggi, per descrivere lo stato dell’arte complessivo o almeno quella che è la mia percezione della vita reale, vorrei commentare con voi tre problemi, diversi e distinti che possono trovare, in modo ragionevole, altrettante soluzioni.
Lo voglio fare, nel mentre da più parti, leggo dell’attesa e della generale trepidazione diffusa della “Intelligenza artificiale” quale antidoto ai nostri problemi, alle nostre paure ed alle stesse aspettative.
Lo voglio fare, cercando di ricordare, nel mio piccolo, dall’alto delle mie 71 primavere, avendo dedicato oltre mezzo secolo in attività di “Verifiche & Controlli”, alla best practices maturata che nessuna IA potrà mai cancellare perchè le buone pratiche sono il frutto delle nostre esperienze maturate sul campo, di fronte ai problemi che la vita ci ha presentato.
Quali sono i tre problemi di cui voglio parlare?
- Il livello d’incoscienza od approssimazione della nostra giustizia o di ciò che rimane della c.d. culla del diritto;
- Mondo “antiriciclaggio”: Come difendersi e come coniugare l’osservanza dei precetti normativi e la necessità di non prendere sanzioni;
- Evasione fiscale: Bisogna organizzarsi per abbassare la pressione fiscale e tributaria e colpire l’evasione e la frode fiscale.
Sentenza di Cassazione n.31665/24
E’ stata una sentenza con la quale è stata annullata la condanna della Corte di Appello di Parrma, contro una società italiana operante all’estero (Libia), avente ad oggetto i “Montaggi industriali, costruzione impianti di gas e petrolio, montaggi elettro strumentali etc.” L’assoluzione degli Ermellini, ha riguardato la “Responsabilità amministrativa d’impresa” – ex legge 231/01 – conseguente al rapimento ed uccisione di due dipendenti dell’azienda in territorio libico.
La sentenza, ancora una volta, è riuscita a sorprendermi.
L’azienda, secondo il giudizio di legittimità della Corte, non ha alcuna responsabilità che invece, va ricondotta unicamente al dirigente per l’imprudente trasferimento dei dipendenti che avrebbero utilizzato per gli spostamenti in loco, mezzi terrestri in luogo di uno scafo – considerato più sicuro.
La Corte di legittimità ha concluso che il Modello organizzativo dell’azienda era stato ben concepito ed attuato e quindi in grado di scongiurare ogni sorta di responsabilità amministrativa: L’operazione è riuscita (assoluzione), ma i pazienti sono morti (dipendenti).
Con queste premesse, qualche domanda, da parte di un osservatore che non ha letto le carte, appare doverosa:
- Cos’ha fatto l’azienda in termini di “Formazione” – per dare dignità ai contenuti del MOG – per istruire i propri dirigenti ed applicare il miglior protocollo possibile per scongiurare “incidenti” – addirittura mortali – per vivere e spostarsi in aree a rischio?
- Quali sono stati i controlli ex ante, effettuati dall’Organo ispettivo interno verso l’operato degli addetti alla sicurezza;
- Esisteva un protocollo ad hoc che contemplava tali operazioni, al fine di mitigare i rischi e quindi la vita dei dipendenti?
Per concludere, a fattor comune, è normale affidarsi al mero intuito od esperienza del singolo dirigente che, indifferentemente, può decidere in un modo o nell’altro, mettendo a rischio la vita dei dipendenti?
Ancora: Qual é lo scopo e finalità di un MOG, ovvero la sua migliore attuazione?
Di fronte ad una sentenza del genere, resto senza parole!
Mondo “antiriciclaggio”: Come difendersi e come coniugare l’osservanza dei precetti normativi e la necessità di non prendere sanzioni
Ad ogni piè sospinto, vedo sanzioni lunari irrogate in danno di intermediari finanziari o professionisti, spesso molto discutibili e che nessun Studio legale appare in grado di rappresentare la verità dei fatti – Antiriciclaggio – Commercialista condannato ad una sanzione di 600 mila euro (youtube.com)
Appena qualche giorno addietro, le Autorità lituane (Paese dell’Esrt aderente Alla Unione Europea) ha inflitto una sanzione amministrativa da 9,5 milioni di euro in danno di un intermediario che avrebbe facilitato alcune “Triangolazioni” commerciali, finalizzate ad eludere l’embargo internazionale contro la Russia per la guerra in corso contro l’Ucraina – alias Operazione Militare Speciale.
Senza farla troppo lunga, voglio solo dire – anche a rischio di apparire arrogante e presuntuoso – che nel periodo 1999/2007, nella mia veste di Responsabile aziendale antiriciclaggio di un Gruppo bancario con il compito di monitorare i flussi finanziari di “dubbia legittimità”, ho ricevuto cinque ispezioni dalla Banca d’Italia senza aver mai subito il soffio di un rilievo.
Tre, su banche di cui avevamo il controllo del capitale al 100% – Banca Popolare di Calabria, Banca Popolare della Penisola Sorrentina e Banca Mediterranea – e due presso la Banca Popolare di Bari presso la quale avevo una dipendenza diretta.
Per ottenere questo risultato è stato sufficiente applicare i tanti precetti con buon senso e pragmatismo, senza fare miracoli, curando due fondamentali aspetti: Formazione & Controllo!
Evasione fiscale: Bisogna organizzarsi per abbassare la pressione fiscale/tributaria e colpire l’evasione e la frode fiscale.
Questo eterno problema, di cui si parla tutti i giorni senza riuscire a cogliere qualche elemento di novità in grado di farci fare un passo avanti.
Per decuplicare il rendimento complessivo dei Reparti che ho avuto l’onore di comandare nella lotta alla “Evasione fiscale” negli anni in cui facevo parte della Guardia di finanza (1972/1999), adottavo un sistema dei “controlli con buon senso” cui ho sempre ispirato la mia operatività e vita professionale.
Premetto nel dire che normalmente, la durata media delle verifiche fiscali viaggiava fra i 12 e 18 mesi: Verifiche generali su base biennale, laddove peraltro ci sono aziende che da quando nascono a quando muoiono (commercialmente parlando s’intende), non ricevono mai una verifica.
Le mie verifiche invece, duravano, massimo, tre mesi: Mordi e fuggi.
All’inizio dell’attività ispettiva, parlando con il Capo pattuglia dell’attività di verifica, disponendo la lettura del “Libro paga e matricola” dell’azienda. Fatto questo, facevo verificare la regolarità dei contributi Inps (attraverso il Durc, una certificazione di regolarità contributiva aggiornata) e subito dopo la regolarità dei (versamenti sulle Ritenute a titolo d’imposta – Mod.770 -, anche attraverso una certificazione dell’Agenzia delle entrate).
Se queste due voci erano regolari, l’attività di verifica veniva chiusa definitivamente entro le 24 ore successive, spiegandone dettagliatamente le ragioni alla gerarchia in apposita relazione.
Nell’arco dei mesi successivi, aprivo altre dieci attività di verifica, aumentando significativamente la possibilità di trovare fasce di evasione.
Se invece i “controlli preliminari” evidenziavano gravi omissioni, l’attività ispettiva veniva estesa al quinquennio (ultimi cinque anni).
Con queste modalità, come ho detto prima, ho sempre moltiplicato per dieci il rendimento complessivo in termini di recupero di imponibile da sottoporre a tassazione (diretta ed indiretta).
Altri tempi!
Poi, come Amministrazione finanziaria bisogna organizzarsi meglio tanto sulle “fonti d’innesco” di un’attività di verifica, tanto sulla netta distinzione fra un “conto personale ” (riferibile al lavoratore dipendente o pensionato con una sola fonte di reddito) ed il “conto aziendale” (riferibile al titolare di una Partita Iva in quanto professionista – legale, tecnico o contabile).
Attualmente, dire che la situazione è un po confusa è usare un eufemismo e questo lo dico dopo aver fatto il finanziere per 27 anni e altri otto a cercare flussi finanziari di “dubbia legittimità” in un Gruppo bancario.
Dettagli!
Nel frattempo, nel mentre io mi rifaccio a questa best practices, voi tutti, aspettate pure la IA!
Da un eccesso ad un altro: Serve equilibrio!