La strana coppia Xi Jinping legittima Putin nella guerra simbolica contro l’Occidente
Presenziando alla parata di Mosca, il leader cinese ha confermato il sostegno di Pechino alla narrazione revisionista del Cremlino e alla costruzione di un asse alternativo alla Nato e agli Stati Uniti
Xi Jinping assiste in prima fila alla parata militare del 9 maggio, accanto a Vladimir Putin, nel cuore di Mosca. È l’ottantesimo anniversario della vittoria sul nazismo; quello vero della seconda guerra mondiale, non quello evocato oggi dal dittatore russo per invadere l’Ucraina. I soldati marciano sotto la pioggia di fanfare, le bandiere ondeggiano sopra la Piazza Rossa, i carri armati sferragliano come in uno spettacolo teatrale. La fiera delle vanità geopolitche si mostra in tutta la sua illusione, ma la scena non è solo cerimoniale: è politica.
Xi non è un osservatore, è l’ospite d’onore. E la sua visita, durata quattro giorni, è stata scandita da parole chiare: «In questa nuova era, le relazioni Cina-Russia sono più calme, fiduciose, stabili e resilienti». Una dichiarazione di solidarietà, ma anche una sfida al linguaggio dominante dell’Occidente.
Xi Jinping ha parlato di «bullismo egemonico» da parte degli Stati Uniti e ha promesso che Pechino e Mosca lavoreranno insieme per «promuovere una globalizzazione economica multipolare, inclusiva e ordinata». Ha difeso l’autorità dell’Onu, invocando un riequilibrio delle relazioni internazionali in favore dei Paesi in via di sviluppo.
Il partenariato tra Russia e Cina, definito «senza limiti» già nel febbraio 2022 — poche settimane prima dell’invasione dell’Ucraina — è oggi un’alleanza concreta. La Cina è il primo partner commerciale della Russia, ha assorbito l’export energetico penalizzato dalle sanzioni occidentali, ha fornito componenti industriali e copertura politica nelle sedi internazionali. Mosca, in cambio, offre a Pechino un’asse strategica anti-Nato.
Ma il rapporto tra Mosca e Pechino rimane ambiguo. La Cina, pur sostenendo la Russia sul piano diplomatico ed economico, ha evitato un coinvolgimento militare diretto nel conflitto ucraino. Xi ha invocato più volte il dialogo, presentandosi come attore di pace, ma finora non ha esercitato pressioni efficaci su Putin per una reale de-escalation. «La Cina lavorerà con la Russia per assumersi le responsabilità speciali delle grandi potenze mondiali», ha affermato Xi, denunciando le «pratiche egemoniche» e il «bullismo internazionale» senza mai nominare esplicitamente gli Stati Uniti.
L’Occidente, Usa in testa, deve salvaguardare, proteggere e rivendicare i propri valori e principi, rivendicando uno Stato di diritto delle nostre democrazie.
in questo, deve fare fronte comune contro le speculazioni, i diritti umani che sembrano essere minacciati dalle autocrazie.
Se ciò è vero e condivisibile , bisogna riscrivere nuove regole impedendo una corsa a produrre in China ad opera di tanti Brend a livello mondiale, che sono convinti di scrivere il “Conto economico” in danno dei diritti umani e dell’ambiente.
In questo, un grande ruolo lo potrà svolgere l’Organizzazione Mondiale del commercio che è chiamato a fornire un qualche segnale di esistenza in vita.
Avanti tutta!