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Innocente dopo tre anni di carcere, fa causa allo Stato e viene risarcito con 230mila euro

Innocente dopo tre anni di carcere, fa causa allo Stato e viene risarcito con 230mila euro

Storia di Davide Falcioni
Fonte: Fanpage.it

Dopo cinque anni di processo e quasi tre trascorsi in carcere in custodia cautelare, Saribo Lawrence è stato definitivamente assolto da ogni accusa e riceverà un risarcimento dallo Stato italiano di oltre 230.000 euro per ingiusta detenzione.

La vicenda giudiziaria ha avuto inizio nel 2018, quando Lawrence fu condannato in primo grado dalla Corte d’Assise di Trento a 12 anni di reclusione per riduzione in schiavitù, violenza sessuale e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina pluriaggravata, ai danni di una giovane connazionale nigeriana. L’impianto accusatorio si basava principalmente sulle dichiarazioni della presunta vittima, ritenute allora credibili dal giudice, nonostante l’assenza di riscontri oggettivi.

Tuttavia, nel marzo 2024, la Corte d’Assise d’Appello ha ribaltato la sentenza: Lawrence è stato assolto con formula piena per la violenza sessuale e la riduzione in schiavitù perché “il fatto non sussiste”, e per il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina con la formula “per non aver commesso il fatto”. L’assoluzione è diventata definitiva nei mesi successivi.

Determinanti, secondo la difesa rappresentata dall’avvocato Nicola Zilio, sono stati alcuni elementi emersi nel corso del processo d’appello, tra cui messaggi e intercettazioni telefoniche che hanno minato la credibilità della denuncia e mostrato incongruenze rispetto alla versione fornita dalla testimone. La vicenda, decisamente complessa, è nata nel 2016 da una denuncia presentata in Questura a Bologna da una giovane nigeriana, che raccontò di essere stata vittima di tratta: dal reclutamento in Nigeria sotto la minaccia di riti voodoo (ju-ju), al passaggio in Libia, fino allo sfruttamento in Italia. Racconti drammatici che avevano dato origine a un’ampia inchiesta e coinvolto numerosi imputati.

Nel processo del 2018, tra gli altri coinvolti spiccarono Olivia Atuma e Justice Ehiorobo, ritenuti al vertice dell’organizzazione. Per loro fu riqualificato il reato da tratta di esseri umani a favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, e ottennero il patteggiamento a 3 anni e 8 mesi. Condannati anche altri membri della rete, tra cui Harrison Atuma, mentre Andrea Atuma fu assolto. Per Lawrence, invece, il GUP aveva chiesto e ottenuto l’autorizzazione del Ministero per procedere anche per un presunto episodio di violenza sessuale avvenuto in Libia nel 2016. In primo grado fu condannato a 12 anni e al pagamento di una provvisionale di 25.000 euro alla presunta vittima.

Solo nel 2024 la svolta: la Corte d’Assise ha riconosciuto l’assenza di prove sufficienti e accolto le argomentazioni della difesa. A quel punto, Lawrence ha deciso di intraprendere un’azione legale contro il Ministero della Giustizia per ingiusta detenzione. Ora, anche quella battaglia è finita con un risarcimento di 230.000 euro.

1 commento

  1. Tre anni di “custodia cautelare” sofferti ingiustamente, senza prove e senza riscontri oggettivi doverosi ed opportuni a fronte di una denuncia subita.
    In questo caso, finito bene per la vittima di un abuso giudiziario, grave, gravissimo, è arrivata l’assoluzione definitiva “per non aver commesso il fatto & il fatto non sussiste”.
    L’ingiusta detenzione, quantificata con 230.000,00 euro di danno, a titolo di risarcimento, la dobbiamo pagare noi, con le nostre tasse per un errore pacchiano, fatto durante le indagini preliminari quando, il PM, adducendo prove inoppugnabili chiedeva al Giudice delle indagini preliminari (Gip) di accogliere la richiesta di Misure cautelari.
    Il Gip – un Procuratore traduceva questo acronimo con Genio degli Intoppi Preliminari – fidandosi del contenuto della richiesta – senza leggeree senza studiare il fascicolo – ma accogliendo un mero teorema accusatorio completamente smontato al dibattimento perchè mancavano le prove.
    La buon’anima avrebbe concluso: E io pago… e io pago!
    E’ arrivata l’ora di dividere le carriere in magistratura: Giudicante e inquirente.
    Lo dice la Costituzione, lo pretende il buon senso!

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