venerdì, Aprile 19, 2024
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Cliente già segnalato: best practice!

Cliente già segnalato: best practice!

 

Ho volutamente riportato una risposta della Banca d’Italia in ordine ad una mia richiesta di come regolarci in presenza di una operatività reiterata della clientela, in ordine alla quale è stata già prodotta una segnalazione di operazione sospetta.

La risposta dell’Organo centrale di vigilanza della Banca d’Italia intervenne perché io stesso, fui oggetto di contestazione da parte della Guardia di finanza di Bari in quanto, pur avendo già segnalato un cliente per un giro di false fatturazioni, non procedetti ad una ulteriore segnalazione di operazione sospetta per una condotta posta in essere successivamente e ritenuta analoga dai verbalizzanti.

Al netto dell’archiviazione del contesto  da parte del Ministero dell’economia e delle finanze, com’era logico che fosse, per come si evince dal contenuto della lettera Bankit del 2008, la risposta fù abbastanza “confusa”.

Infatti possiamo leggere:

“”Con riferimento alla Sua richiesta del 24 giugno u.s., si precisa che in presenza di un’attività riconducibile a precedenti segnalazioni di operazioni sospette a carico di uno stesso nominativo gli intermediari possono distinguere tra mera ripetitività della precedente operatività e una nuova fattispecie. In entrambi i casi essi devono metterne a conoscenza la Uif.

Al riguardo, è da tempo all’attenzione dell’Uic prima, e della Uif ora, il problema della procedura ottimale e delle modalità da seguire per fornire informazioni sulle operatività ricorrenti o sulle ulteriori notizie utili rispetto ad una segnalazione iniziale.

Una volta individuata una procedura adeguata, ne verrà data notizia ai soggetti obbligati attraverso una specifica comunicazione.

Distinti saluti. “”

A distanza di circa dieci anni e con la IV Direttiva già ratificata dal nostro Paese con il D.lgs 90/2017, la famosa “procedura adeguata” non è stata ancora individuata e sembra comprendere, a leggere almeno una decina di volte la missiva dell’Organo di vigilanza che, se nel corso di un anno, il cliente abbia posto in essere cinquanta operazioni anomale, per le quali si nutre un ragionevole sospetto ed io soggetto obbligato – banca o professionista poco conta – ne avessi segnalato, si fa per dire, soltanto 49, sarei passibile di contestazione.

Siamo alla pazzia, pazzia al cubo!!!

Conclusioni

Quando mi occupavo di antiriciclaggio nell’ambito di un Gruppo bancario – periodo 1999/2007 – se trovavo una condotta reiterata ritenuta anomala in capo ad un cliente, già oggetto di precedente segnalazione di operazione sospetta della stessa natura (immaginiamo un giro di false fatturazioni) ed in presenza di un’accentuazione del fenomeno rilevato, senza fare una seconda o terza SOS, inoltravo una semplice “comunicazione”  facendo riferimento al protocollo della presa in carico della segnalazione precedente.

Con tale missiva, ero solito sottolineare il perdurare e l’accentuazione della condotta anomala, onde provocare, laddove ritenuto utile dagli organi investigativi preposti, un’accelerazione negli accertamenti.

Diversamente, se la reiterazione avesse riguardato fattispecie diverse – penso ad una truffa contro la Pubblica amministrazione, a rapporti da e/o per i cc.dd. Paesi a rischio o altra tipologia di sospetto comunque diverso dall’originario – procedevo ad una nuova e distinta Segnalazione di operazione sospetta ricordando l’input precedente.

Per intanto, tiriamo avanti con ottimismo: se tutto va bene, siamo rovinati!

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