Antiriciclaggio: Percorsi di vita!

Antiriciclaggio: Percorsi di vita
Antiriciclaggio: Percorsi di vita

Antiriciclaggio: Percorsi di vita!

Quando nel 1999, lasciai volontariamente il Corpo della Guardia di finanza per occuparmi di antiriciclaggio nell’ambito di un Gruppo bancario, ero preoccupatissimo di non essere in grado ad affrontare questa grande ed inedita sfida professionale. Decisi il passaggio dopo 27 anni di appartenenza al Corpo, dove peraltro mi trovavo benissimo, raggiungendo peraltro lusinghiere gratificazioni.

All’epoca, la sfida si presentava più complicata ed ancora più impegnativa perché, a torto od a ragione, avevo maturato la convinzione che l’unico lavoro che potessi fare era “l’Ufficiale in Finanza, senza alternative”.

L’ansia maggiore mi derivava dall’atteggiamento dei tanti colleghi e collaboratori che vedevano in me la soluzione definitiva ad un problema oggettivamente complesso.

L’approccio al problema

Ho voluto introdurre l’argomento di oggi perché ho visto che si comincia a parlare della necessità di allocare un “consigliere di amministrazione” in una banca o intermediario finanziario in genere di prima o seconda fascia, per affrontare decorosamente la difficile lotta al riciclaggio di denaro sporco. Questa soluzione, insieme all’altra della “intelligenza artificiale”, di cui pure si discute in questo periodo, ci fornisce meglio lo stato dell’arte e di confusione, in cui regna l’intero comparto.

La realtà é che non si sa che pesci pigliare ad oltre trent’anni dalla introduzione della prima normativa di contrasto al riciclaggio di denaro sporco. risalente alla legge n.197/91.

Gli esempi che confermano questo assunto, in apparenza esagerato, si possono desumere dalle tante disfunzioni che registriamo, ormai da molti anni, nella quotidianità operativa di molte banche e di cui ho pure parlato. Valga per tutti la storia della segnalazione di operazione sospetta inoltrata sul conto dell’ex giocatore della Juventus (Cristiano Ronaldo) o dell’ex capitano della Roma Calcio (Francesco Totti) – L’ex calciatore della Roma Francesco Totti: Segnalato per operazioni sospette di taluni bonifici! | (giovannifalcone.it).

In pratica, da questo surreale modus operandi di primarie banche nazionali, sembra capire che il sospetto, da cui far scattare “la collaborazione attiva” non debba contemplare la provenienza della provvista bensì la sua utilizzazione”.  Insomma, possiamo cominciare a parlare di “polizia morale” di iraniana memoria. 

Ancora peggio, possiamo ricordare la condanna dello sventurato direttore di filiale di Bagheria (PA) della Banca di Sicilia (ora UniCredit), al pagamento di una sanzione amministrativa da 500mila euro per non aver segnalato un cliente – innocente | Risultati della ricerca | (giovannifalcone.it).

Questa vicenda, con le 26 pagine di sentenza della suprema corte di Cassazione dimostra che nella vita, quando non si conosce il proprio lavoro e non si sa da dove cominciare per affrontare la quotidianità operativa, non ci si sa neanche difendere perché nessuno riesce a spiegare al giudice chiamato a decidere, cosa diavolo é effettivamente successo.

Ovviamente gli esempi sono infiniti e non voglio tediarvi eccessivamente, lasciando a tutti di togliersi ogni curiosità andando sul sito di www.antiriciclaggio.org.

Tornando al tema di oggi, per tentare di restituire una dimensione umana alla pur annosa problematica, voglio provare a raccontare cosa ho fatto io negli otto anni che mi sono occupato del problema nel periodo 1999/2007.

Pratica operativa

Una delle principali preoccupazioni di cui ero assillato all’epoca in cui iniziavo questa nuova sfida professionale era riconducibile al fatto che, non fossi stato in grado di fornire un riscontro adeguato circa il profilo soggettivo di un cliente, a fronte di un eventuale intervento dell’Autorità giudiziaria. La sola ipotesi che il Presidente del C.di A. della banca mi avesse chiesto lumi su un cliente arrestato dalla Guardia di finanza e io non fossi stato in grado di fornire un riscontro decoroso mi mandava in tilt.

Per una quindicina di giorni non pensavo ad altro se non quello di trovare un modo di operare adeguato, anche in grado di evitare interventi della Banca d’Italia che qualche anno prima, dispose addirittura la chiusura di filiali della stessa banca, per vicende legate all’antiriciclaggio.

In tal senso, nella veste di Responsabile aziendale antiriciclaggio volevo sapere tutto quello che succedeva in filiale, anche stando a mille chilometri di distanza.

Procedetti in questo modo:

1. Effettuavo quattro Verifiche organizzative di filiale (una alla settimana), con l’ausilio del direttore di filiale, avuto riguardo in particolare alle risultanze delle evidenze dei diagnostici in uso (valga per tutti il Gianos, movimentazione di contante, rapporti da e/o per Paesi a rischio, cambio taglio di banconote, effetti al dopo incasso etc);

2. Formazione antiriciclaggio a beneficio di tutti i dipendenti aventi rapporti con la clientela, con particolare riguardo agli aspetti pratici;

3. Dialogo costante e continuo tra me ed i responsabili di filiale, in ordine alla natura delle transazioni registrate sui rapporti, attraverso la compilazione della “scheda notizie” (attività economica svolta dal cliente, tenore di vita, pubblica stima e considerazioni finali);

4. Controllo a distanza sulla  corretta alimentazione dell’archivio unico informatico.

Conclusioni

Con il rischio di apparire noioso e ripetitivo, ho voluto raccontare questa breve ma intensa fase professionale per dire che fare il proprio dovere è facile, con l’unica condizione che si sappia bene cosa fare e dove si vuole arrivare.

Delle difficoltà incontrate per applicare questa dottrina ne parlerò in una futura occasione posto che, quello che è certo, che la cura ha funzionato, la banca è solo cresciuta (da 40 a 250 filiali senza subire alcuna chiusura forzata o imposta da Bankit) e soprattutto, nessun rilievo è stato formulato nelle cinque ispezioni ricevute.

Se questo può bastare per convincervi che non serve il ricorso alla IA e men che mai il nuovo Consigliere di amministrazione quale “esperto antiriciclaggio”.

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