giovedì, Aprile 18, 2024
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BAIL-IN: Se la banca fallisce pagano gli azionisti, soci ….e, risparmiatori (depositi sup. a 100mila euro)


Bail-in, la prima banca salvata dai risparmiatori: la bbc Banca Romagna

Bail-in, la prima banca salvata dai risparmiatori: la bbc Banca Romagna

L’Italia fa le prove generali del bail-in, la
nuova normativa sul salvataggio delle banche in vigore da gennaio 2016,
ma che può essere anticipata come ha chiarito la Banca d’Italia. La
liquidazione della Banca Romagna cooperativa (Brc), 21 sportelli,
avviata la scorsa settimana, è il primo caso di applicazione di
salvataggio a carico degli azionisti e dei risparmiatori nel nostro
Paese come nota anche Fitch. L’istituto di Cesena, nato nel 2008 dalla
fusione di due bcc più piccole (Romagna Centro e Macerone) ha accumulato
una perdita di 40 milioni che, in altri tempi aveva buone possibilità
di essere sanata dall’intervento pubblico. La nuova regola, invece lo
impedisce visto il conto molto salato pagato dall’Europa per tenere in
vita il suo sistema creditizio. Ieri Mediobanca ha pubblicato un po’ di
conti dai quali risulta che, fra il 2009 e il 2014 i contribuenti Ue
hanno pagato 221miliardi per chiudere i buchi del credito. Un conto di
1,2 volte superiore a quello sopportato per evitare il fallimento della
Grecia. Da qui la nuova regola che mette il costo del fallimento a
carico degli azionisti, dei sottoscrittori di obbligazioni e infine dei
correntisti con depositi superiori a 100 mila euro.

Nel caso della piccola banca romagnola il bail-in ha riguardato i
creditori subordinati, in buona sostanza i clienti-soci che hanno
sottoscritto le obbligazioni junior della banca. In virtù della clausola
di subordinazione il rimborso di questi prestiti sarebbe avvenuto solo
dopo il rimborso di tutti gli altri creditori. Il condizionale è dovuto
al fatto che in questa storia c’è un lieto fine a sorpresa. I
sottoscrittori delle obbligazioni di Banca Romagna Cooperativa non
dovranno farsi carico delle perdite grazie a un «cavaliere bianco». Si
tratta del Fondo di Garanzia istituzionale delle Bcc, che ha deciso, «in
via volontaria e in assenza di qualsiasi obbligo», come si legge nella
nota del commissario liquidatore, di rimborsare integralmente e
immediatamente i sottoscrittori dei bond. Il piccolo caso di provincia
non è sfuggito a Fitch che lo ha segnalato in una lunga nota nella quale
coglie l’occasione per una critica alle banche italiane.

Per l’agenzia l’operazione segnala, da un lato, «l’aumento delle
probabilità che le perdite delle banche saranno sostenute dai creditori»
e, dall’altro, «il comportamento carente delle banche nella raccolta
attraverso i subordinati e gli strumenti ibridi presso la clientela».
Fitch ricorda che il Governatore Visco ha di recente richiamato
l’obbligo di informare bene la clientela dei rischi che comporta la
nuova procedura di risoluzione. Per i clienti e gli obbligazionisti di
Banca Romagna ci sarà ora la soddisfazione di ricevere una telefonata
dagli istituti depositari delle obbligazioni Brc (Banca Sviluppo, Banca
di Forlì Credito Cooperativo e Credito cooperativo Ravennate) per
ricevere il rimborso comprensivo degli interessi maturati fino allo
scorso 17 luglio, data di avvio della liquidazione.

Il fallimento della piccola bcc non è però passato inosservato a
Palazzo Chigi. Proprio ieri, infatti, Renzi è tornato sul tema della
riforma del sistema creditizio. Lo ha fatto in una sede non proprio
dedicata visto che parlava all’assemblea degli ambasciatori. Nel
discorso sulla politica estera ha trovato anche il modo di accennare al
tema del credito annunciando che «l’intervento sulle popolari apre una
stagione di cambiamento che ancora non è terminata. Anzi, vorrei dire
che è appena agli inizi». Dopo aver abolito il voto capitario nelle
banche popolari con attivi superiori a 8 miliardi, l’esecutivo sta
negoziando con le bcc un progetto che prevede l’istituzione di una
holding con poteri di direzione e coordinamento sulle banche
controllate. In questo senso non c’è che dire: il crollo della Banca
Romagna arriva proprio al momento giusto per rendere più rapido il
cammino della riforma.

Fonte: libero.it

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