sabato, Aprile 20, 2024
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BANCHE & CLIENTI: Come difendersi dalla sofferenza bancaria

 

Definire in parole semplici la sofferenza
bancaria non è cosa piacevole: significa, infatti, prossima morte creditizia
della debitore che ne resta vittima. Cosa fare per difendersi?

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Sofferenza bancaria: di cosa si tratta?

La sofferenza bancaria è
quanto di peggio possa accadere a livello creditizio e bancario ad un soggetto
privato, sia esso individuo o azienda. Si tratta della soluzione estrema a cui
la banca ricorre nei confronti di colui che non è in semplice crisi di
liquidità ma in una situazione molto più grave: si presume cioè che gli sia
impossibile restituire il debito, né adesso, né in futuro, in quanto in uno
stato di 
indebitamentotale da far pensare a un prossimo fallimento. In
pratica, la sofferenza bancaria è indice di una 
prossima morte creditizia e
bancaria per il soggetto che ne viene investito.

Sofferenza bancaria: che cosa si intende per
incaglio?

Ma
procediamo per gradi: la segnalazione per sofferenza bancaria ha come
imprescindibile precedente la posizione a 
incaglio,
che si ha quando l’istituto di credito – a fronte di una difficoltà economica
temporanea – chiede al cliente debitore di rientrare immediatamente di tutta o
una parte del debito entro un periodo di tempo stabilito contestualmente con la
richiesta, che in genere è di 10–14 mesi. Anche se l’incaglio viene segnalato
alla 
Centrale
Rischi 
(il sistema che permette di archiviare e gestire
informazioni sull’indebitamento di persone fisiche e aziende verso le banche e
le società finanziarie che hanno concesso loro un prestito, un finanziamento o
un mutuo), non si ha una chiusura automatica di tutti i fidi e gli affidi,
incluse le fideiussioni: più semplicemente, il debitore si trova ad affrontare
il cosiddetto 
credit
crunch
, non potendo chiedere alle banche ulteriore
credito, fermo restando quello già aperto.

Sofferenza bancaria: cosa comporta?

Ben
diverso il discorso nel caso di sofferenza bancaria, forte motivo di timore,
soprattutto per gli imprenditori, considerando che una segnalazione in tal
senso raggiunge immediatamente tutti gli istituti di credito: significa che
qualunque banca che abbia un rapporto creditizio/debitorio con il soggetto
finisce per venire a conoscenza immediatamente dello stato di sofferenza;
inoltre, in maniera pressoché automatica, verranno revocate tutte le linee di
credito a disposizione dell’azienda o del soggetto. Tradotto, come anticipato,
significa, morte del soggetto, a livello creditizio che può salvarsi solo con
il definitivo e integrale 
pagamento
dell’importo
vantato dalla banca
creditrice.

Nel
frattempo, però, una volta segnalata la sofferenza, la banca si trova costretta
a procedere legalmente, inviando una comunicazione formale al cliente e agli
eventuali coobbligati (ad esempio, i garanti) in cui si richiede la restituzione
di tutti i crediti (fidi, scoperti, finanziamenti, mutui), entro 15 giorni,
trascorsi i quali avverrà il recupero del credito tramite vie giudiziali con un 
decreto ingiuntivo provvisoriamente
esecutivo
: significa che il titolare del debito e tutti i
garanti, coobbligati, fidejussori si ritroveranno con un’
ipoteca giudiziale nei
confronti della posizione a sofferenza, venendo sottoposti a 
pignoramento immobiliare e mobiliare.

Sofferenza bancaria: come difendersi?

Ci
sono vie d’uscita? Un modo utile per contrastare la posizione a sofferenza è
una 
proposta
di saldo e stralcio
, previa accettazione da
parte dell’istituto di credito: in pratica, un’offerta transattiva, tramite un
accordo che definisce, in via bonaria, la vertenza tra creditore e debitore,
sostituendo al precedente debito uno in misura ridotta ma il cui pagamento si
dà per certo. Di solito, tale rimedio dà buoni risultati dal momento che la
banca o la società finanziaria preferisce avere subito il rientro di una parte
del debito, anziché intraprendere una più lunga e incerta procedura giudiziale
di recupero. Una volta sanata la posizione creditizia si può richiedere la 
cancellazione del nominativo dalla
Centrale Rischi
.

Diverso
è il caso in cui il cliente ritenga di aver subito un’ ingiustizia, o più
spesso, un 
abuso da
parte dell’ istituto di credito. In tal caso, il malcapitato, non dovrà fare
altro che agire dinanzi al tribunale, in sede cautelare, quindi con
ricorso d’urgenza, e richiedere la cancellazione del dato negativo. Chiaramente
è consigliabile, in tal caso, farsi assistere da un legale.

Fonte: laleggepertutti.it

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