venerdì, Aprile 19, 2024
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DISTURBO QUIETE PUBBLICA: Cane che abbaia insistentemente

Cane che abbaia insistentemente

Scatta il reato di disturbo alla quiete pubblica a carico del proprietario del cane per colpa del continuo abbaiare dell’animale, ma solo se i rumori infastidiscono il circondario.

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Non bastano le lamentele di uno o due vicini per far scattare, a carico del proprietario del cane che abbaia insistentemente, il reato di disturbo alla quiete pubblica, ma è necessario che i rumori si sentano anche in lontananza così da dar fastidio a tutto il palazzo o al circondario. È quanto ricorda la Cassazione con una sentenza di questa mattina[1]. Decisive, e non equivocabili, le dichiarazioni rilasciate da diverse persone, tutte concordi nell’affermare che «i cani erano soliti abbaiare di giorno e di notte, con grande frequenza, sì da disturbare il sonno, reso assai difficoltoso, e da recare evidente fastidio al riposo» delle famiglie «abitanti nelle immediate vicinanze» della casa occupata dalla proprietaria.

Se l’abbaiare del cane molesta solo i vicini del piano di sopra o di sotto e il dirimpettaio, questi ultimi possono agire solo innanzi al giudice civile per ottenere il risarcimento del danno. I confini invece per la tutela penale sono molto più ristretti: per poter chiamare i carabinieri e sporgere denuncia-querela c’è bisogno che l’abbaiare del cane sia testimoniato anche da altre persone, non quelle più prossime all’appartamento “incriminato”. E questo perché la differenza tra l’illecito civile (per il quale è previsto solo il risarcimento) e quello penale (per il quale, invece, scatta il reato di disturbo del riposo e delle attività delle persone) sta proprio nel “numero” dei soggetti disturbati: quando i latrati sono tali da molestare una generalità indeterminabile di soggetti, allora si passa al penale.

Il cane, è vero, ha diritto ad abbaiare, ma questo non può neanche risolversi in un danno per tutti coloro che vivono nelle vicinanze e non possono più dormire la notte. Anzi, secondo la Cassazione, in caso di pericolo di reiterazione del reato, è possibile anche il sequestro dell’animale (si pensi al caso di una coppia di padroni che stia tutto il giorno fuori casa per lavoro, lasciando il cane solo nelle quattro mura).

note

[1]Cass. sent. n. 5613/17 del 7.02.2017.

Fonte_ LLpT

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