venerdì, Aprile 19, 2024
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ESTORSIONE SU FACEBOOK: Come difendersi

Sempre più frequenti i ricatti hard sul popolare social network: come riconoscere i falsi profili e tutelarsi nel modo migliore.


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Sono centinaia le segnalazioni di estorsione tramite facebook
ricevute dalla Polizia postale. Si tratta il più delle volte di ricatti a
sfondo sessuale.

Si riceve una richiesta d’amicizia da una ragazza avvenente (o
più raramente, per le donne, da un uomo particolarmente attraente), che
in seguito chiede all’utente di spogliarsi e mostrare il viso. In caso
di abboccamento, parte immediata la pretesa di denaro con la minaccia di inviare il video incriminato a mogli, fidanzate, parenti, amici, colleghi e datori di lavoro.

Come si svolge il ricatto

Tutto inizia con una normale richiesta di amicizia da parte del
truffatore, che si presenta ai nostri occhi con una foto ritraente una
bella donna, spesso sorridente o ritratta in posa accattivante.
Inoltre è frequente che chi ci contatta risulti esser nato, vivere e
lavorare nella nostra città. Il tutto è ovviamente falso e fa parte del
trucco.

Se accettiamo la richiesta di amicizia, verremo immediatamente contattati in chat. Qui di solito leggeremo frasi in italiano imperfetto (le organizzazioni criminali che si dedicano a tali attività sono
spesso straniere). Il nostro interlocutore assumerà un tono sempre più
intimo e ci inviterà ad effettuare una videochiamata su altre piattaforme informatiche come Skype.

Effettuato il contatto video, ci chiederà di mostrargli il viso o di
spogliarci. Dall’altra parte vedremo un filmato registrato o in loop (la
stessa sequenza trasmessa di continuo) che spesso ritrae una ragazza
che si muove in modo seducente.

Una volta caduti nel tranello, parte l’estorsione. Ci verrà chiesto
di depositare denaro su conti online presumibilmente registrati a nome
falso. Il tutto accompagnato dalla minaccia di diffondere il video o la conversazione tra i nostri contatti (che il ricattatore ha
reperito grazie all’accettazione della richiesta di amicizia) o di
pubblicare il filmato su Youtube.

Come difendersi

  • Se si riceve una richiesta di amicizia da parte di una persona che non si conosce, la cui foto appare da subito equivoca, non bisogna assolutamente accettarla: si tratta di un profilo falso.

  • Qualora si accetti la richiesta, occorre fare attenzione al
    comportamento del soggetto nella chat privata. Se si esprime in un
    italiano non perfetto, chiede informazioni sui nostri contatti, vuole
    effettuare una videochiamata o ricevere un filmato hard che ci ritragga,
    bloccare e cancellare immediatamente l’utente.

  • In caso di videochiamata, fare attenzione ai seguenti particolari.Se ci si imbatte in una webcam dalla visuale perfetta, molto probabilmente stiamo vedendo un video registrato. Attenzione
    anche ai movimenti provocanti della finta ragazza: se si ripetono
    continuamente in sequenza, il video è fasullo. Durante la videochat il
    nostro interlocutore continuerà a scriverci. In questo caso, occhio alla posizione delle sue mani:
    spesso non si troveranno sulla tastiera e anche questa è una prova che
    si tratta di una registrazione. Può essere utile chiedere alla finta
    ragazza di toccarsi il naso o le orecchie: non avremo risposta.

  • Nella malaugurata ipotesi in cui il ricattatore sia riuscito ad
    incastrarci e sia quindi in possesso del video o della conversazione, non bisogna assolutamente pagare né assecondare altre richieste.

  • Se il filmato è stato caricato su Youtube, segnalarlo immediatamente
    come video dal contenuto di nudità. Esso verrà rimosso dal sistema in
    brevissimo tempo.

  • Se abbiamo ricevuto la richiesta di pagamento, annotare tutti i dati del ricattatore, cancellarlo e bloccarlo.Non rimanere assolutamente in contatto con lui nella speranza di fargli cambiare idea. Questi soggetti,
    infatti, puntano molto sulla paura dell’utente inesperto. Se ci
    mostriamo determinati, è probabile che desisteranno.

  • Segnalare il ricatto a facebook (nella sezione “centro assistenza”).

  • Denunciare subito l’accaduto alla Polizia postale.

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