giovedì, Aprile 25, 2024
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Evasione fiscale: Elementare Watson!

Evasione fiscale: Elementare Watson!

 

La prima cosa che bisogna fare per pensare di contrastare l’evasione fiscale con una qualche efficacia, è quello di distinguere due grandi categorie di persone, di contribuenti: Privato consumatore e Titolare di partita Iva.

Per privato consumatore intendo il pensionato o il lavoratore dipendente che in banca è identificato con il codice numerico “600”, titolare di una unica fonte di reddito. Per Titolare di partita Iva invece, intendo i “professionisti e le Ditte individuali” titolari di attività economiche. Questi ultimi, nella consapevolezza di non dover dar conto a nessuno, ritengono che la tasca destra sia uguale alla sinistra e non vogliono in  alcun modo accettare la sola idea di aprire il doppio conto corrente: Uno personale e uno aziendale.

La stessa Banca d’Italia, al 7° paragrafo del punto 3.2 del Decalogo – Edizione 2001 “Istruzioni operative per l’individuazione delle operazioni sospette”, testualmente recita: “”Il personale deve essere sensibilizzato affinché nell’anagrafe clienti e nell’Archivio Unico Informatico siano esattamente inseriti tutti i dati anagrafici della clientela e correttamente riportata l’indicazione dell’attività economica svolta””.

Oltre a sottolinearlo sempre in occasione della “Formazione antiriciclaggio”, ne ho parlato più volte https://www.giovannifalcone.it/conto_aziendale_e_o_personale__distinzione_fondamentale_ai_fini_della_registrazione_in_aui/

Nella realtà, questa normativa secondaria dell’Organismo centrale di vigilanza, in assenza di una legge, non è stata mai applicata e, sia i professionisti – legali e contabili – che gli imprenditori titolari di “Ditta individuale” non vi hanno mai ottemperato, continuando ad utilizzare il solo conto personale rendendo molto difficile l’operato dei soggetti obbligati (antiriciclaggio) e non osservando in alcun modo o comunque non abbastanza gli adempimenti tributari.

Insomma, per farla breve, dobbiamo distinguere e fare in modo di contabilizzare le due fonti di reddito anche per consentire al commercialista di poter allegare l’estratto conto (conto aziendale) alla dichiarazione dei redditi.

A scandaglio, la stessa banca, potrà chiedere copia della fattura emessa a fronte del bonifico pervenuto sul conto rigorosamente “aziendale”!

Evasore totale – Soggetto privo di Partita Iva

Per spiegare questo ulteriore fenomeno che pure provoca ingenti danni all’Amministrazione finanziaria, voglio raccontare una esperienza di servizio che ho direttamente vissuto nella veste di ufficiale della Guardia di finanza.

Correva l’anno 1997, al Comando di una Compagnia territoriale del Corpo, in terra di Bari, inoltrai una richiesta formale al locale Ente Fiera, titolare del quartiere fieristico e referente della “Fiera del Levante” che si ripete a settembre di ogni anno dal 1929.

In sostanza chiesi l’elenco degli espositori, con l’indicazione degli importi corrisposti per la locazione degli stand e relativi riferimenti fiscali. A fronte degli oltre mille  espositori nominativamente pervenuti, molti di provenienza estera, notai che un centinaio di questi, per avere la fattura emessa dall’Ente fiera, avevano esibito, in luogo della Partita Iva, il solo “codice fiscale”.

In pratica, a fronte di una spesa variabile fra i due ed i cinque milioni delle vecchie lire, la relativa fattura veniva emessa per il solo codice fiscale. A seguire, interrogando l’Anagrafe tributaria, si notava che trattavasi di soggetti che non avevano mai avuto la Partita Iva e quindi, “evasori totali”, esercenti un’attività  d’impresa senza aver istituito le prescritte scritture contabili.

Questo modus operandi lo ripetetti in altre occasioni analoghe trovando evasori totali a frotte.

Delle Partite Iva morte ne ho già parlato: https://www.giovannifalcone.it/fisco-morte-fantasia/

Dettagli operativi di vita vissuta!

Frode fiscale

Premesso che in termini potenziali, costituisce la più grande minaccia per le casse dello Stato. La stessa si caratterizza per la capacità di alterare la realtà, riuscendo ad ingannare l’Amministrazione finanziaria con documentazione mendace – di solito false fatturazioni.

Solo recentemente e per la prima volta, in occasione della Legge finanziaria per l’anno in corso è stato previsto un controllo sulle “Partite Iva Apri & Chiudi” che sono alla base delle frodi carosello.

E’ un accorgimento che, se efficacemente attuato, sarà in grado di contrastare il fenomeno in misura significativa.

Staremo a vedere: Elementare Watson!

 

 

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