venerdì, Aprile 19, 2024
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Evasione fiscale & riciclaggio: Un minimo di chiarezza!

Evasione fiscale & riciclaggio: Un minimo di chiarezza!

 

In genere, ma soprattutto in tempi di Covid-19, tutti parlano di evasione fiscale, del mancato scontrino del panettiere o della mancata ricevuta fiscale dell’idraulico come la causa di tutti i mali.

Sono i tempi in cui tutti a condannano le “Partite Iva”, a prescindere, considerate la vera causa del grande debito pubblico e quindi da contrastare con ogni mezzo, vietando i pagamenti in denaro contante o comunque riducendo in misura significativa la soglia legale del trasferimento, oggi fissata a 2mila euro (esattamente 1.999,99) per dimezzarla ancora nel breve termine.

Si stanno anche studiando dei provvedimenti normativi per premiare i pagamenti tracciabili, pensando di scongiurare in questo modo l’annoso fenomeno della “evasione fiscale”.

A forza di parlarne in questi termini, anche i soggetti obbligati agli adempimenti antiriciclaggio – banche e professionisti in prima linea – si sono convinti di fare la loro parte con modalità pari o superiore a quello che fanno o dovrebbero fare sia L’agenzia delle Entrate e la Guardia di finanza.

Pratica operativa

Per meglio far comprendere lo stato dell’arte, faccio qualche esempio che definire surreale è un eufemismo,  registrato direttamente da chi scrive nel recente periodo e che dovrebbero far riflettere:

  1. Un imprenditore con tre milioni di fatturato, operante nel settore della ristorazione con 30 dipendenti, regolarmente assunti a tempo indeterminato nella capitale d’Italia da oltre un decennio.

Questo signore che abitualmente alimenta il proprio conto aziendale con accrediti tracciabili (pagamenti a mezzo Pos da parte della clientela), ebbe l’ardire di effettuare un versamento sullo stesso conto intestato alla Ditta individuale di cui il medesimo è titolare,  pari a 30mila euro in denaro contante, adducendo la necessità urgente di dover coprire un assegno verso fornitori.

La banca, ritenne, molto impropriamente che trattavasi  di una somma proveniente da “evasione fiscale” e procedette all’inoltro di una Sos.

La storia è surreale quando pensiamo che un  conto aziendale accoglie solo provviste regolarmente fatturate per le quali sono state puntualmente osservate le norme fiscali e tributarie.

Ovviamente, per questa posizione, per gli anni a seguire, verrà fatta l’Adeguata verifica rafforzata sine die o comunque fino a quando arriverà il feedback dalla Uif che, notoriamente, non arriverà mai!

  1. Imprenditore, titolare di Cooperativa ortofrutticola, operante nel settore del commercio di ingrosso e dettaglio di “ortofrutta”, con svariati dipendenti regolarmente assunti, con oltre 4 milioni di euro di fatturato.

Gli accrediti in conto sono provenienti per il 99% dalla Pubblica amministrazione come Regione, Provincia e Comune).

In questo caso, lo sventurato, effettua dei prelievi di contante pari a circa il 10% del proprio fatturato.

Il Direttore della filiale di Bagheria della Banca di Sicilia – ora UniCredit – viene condannato ad una sanzione amministrativa di circa 500mila euro dopo un’agonia giudiziaria di ben 17 anni e 4 processi: Ministero dell’Economia e Finanze, Tribunale, Corte di Appello e Cassazione. Per tutti gli approfondimenti ritenuti necessari, vi consiglio di leggervi qualcuno di questi articoli: https://www.giovannifalcone.it/?s=innocente+condannato

  1. Una donna, privata consumatrice, vende un appartamento per l’importo di 300mila euro, esibendo allo sportello l’atto notarile corrispondente, con il contestuale versamento sul proprio conto di un assegno circolare di pari importo “Non trasferibile”.

Nel contempo, chiede al cassiere di versare la somma di €.30mila euro, adducendo che trattasi del nero derivante dalla compravendita immobiliare di cui vi è traccia nel richiamato rogito.

Anche in questo caso, per non sbagliare, la sventurata viene segnalata per operazione sospetta.

Conclusioni

Se lo stato dell’arte è questo, sia pure sommariamente descritto, si può ragionevolmente concludere sul livello di superficiale approssimazione dei nostri intermediari finanziari, nella valutazione delle transazioni o dei rapporti di conto nel loro complesso ai fini dell’inoltro della Segnalazione di operazione sospetta.

Si comprende che poco o nulla si è capito dalla enorme differenza esistente quando si tratta di gestire un conto personale ovvero aziendale, per il quale esiste una contabilità (, Partita Iva, Registrazione camerale, Libro giornale, registro delle fatture emesse, ricevute, Dichiarazioni fiscali, Bilanci etc.).

Ancora di più, i tanti soloni da salotto che, a tempo perso,  l’antiriciclaggio  lo hanno letto solo sui libri, non sanno che esiste una soglia di danno erariale di cui tante volte abbiamo parlato.

Gli stessi soloni, poco o nulla fanno per intercettare “consulenze fittizie”, con bonifici partiti da conti aziendali a favore di Associazioni vicine a partiti politici – https://www.giovannifalcone.it/?s=parnasi.

Il discrimine per la Segnalazione di operazione sospetta parte proprio da tale soglia, scattando la fattispecie delittuosa e quindi il reato presupposto al riciclaggio di denaro sporco.

Intanto così è, se vi pare!

 

 

 

 

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