venerdì, Aprile 19, 2024
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FACEBOOK: Se adesca minorenni è giusto il carcere

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Per chi adesca
minorenni su Facebook cercando di convincerle a diventare delle baby
squillo, la custodia in carcere è giustificata. Lo ha deciso la Corte
di Cassazione (III sezione penale) con sentenza n. 31184 depositata il 16 luglio scorso, in una vicenda che ha per protagonista un uomo che ha tentato di adescare una sedicenne sul noto social network proponendole, dietro adeguato compenso, di prostituirsi, partecipando a feste private,
in cui avrebbe dovuto esibirsi indossando solo un perizoma e
intrattenere i partecipanti, lasciandosi palpeggiare dagli stessi.

All\’uomo, indagato per il reato ex art. 56 e 600-bis 1° comma c.p., veniva applicata dal Gip la misura della custodia cautelare in carcere, confermata anche dal Tribunale di Roma in sede di riesame su istanza
del prevenuto, il quale ricorreva pertanto in Cassazione, denunciando
l\’assoluta sproporzione tra i fatti contestati e la custodia
intramuraria applicata e chiedendo invece l\’applicazione di una misura
meno afflittiva in grado di garantire comunque le esigenze cautelari
ritenute sussistenti.

Per la Cassazione, il ricorso è inammissibile.




Avvalorando le tesi del Tribunale romano, i giudici di piazza Cavour infatti hanno ritenuto che la condotta del prevenuto – obiettivamente desumibile dai termini dell\’approccio informatico e dai
ripetuti contatti, anche di persona, con la minore, consistente in un\’opera di convincimento “insistente e prolungata”, tesa a “blandire,
incoraggiare e condizionare il processo volitivo della vittima in
relazione a prestazioni sessuali retribuite con un numero indeterminato
di potenziali clienti
” – ha tutti gli elementi “cristallizzanti l\’ipotesi di reato contestata”.

Del pari, ha ritenuto la Cassazione, infondata l\’eccepita sproporzione tra i fatti ascritti all\’uomo e la misura cautelare massima in atto, data l\’evidente “pericolosità sociale della personalità dell\’indagato, che rende particolarmente intenso il pericolo di recidiva specifica,
valutando la natura del reato contestato, rispondente ad istinti
difficilmente comprimibili e controllabili, e le modalità seriali ed
insidiose” con le quali il prevenuto ha agito per adescare in rete il
soggetto minorenne. Pertanto, ha concluso la S.C. “la custodia cautelare in carcere è da considerare l\’unica adeguata a fronteggiare tale pericolo“, dichiarando inammissibile il ricorso.


Fonte: Cassazione: Adesca minorenne su Facebook? Legittima la custodia cautelare in carcere
(www.StudioCataldi.it)

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