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Irpef a 3 aliquote e detrazioni in base al reddito per favorire chi guadagna meno, le ipotesi

Irpef a 3 aliquote e detrazioni in base al reddito per favorire chi guadagna meno, le ipotesi

Fonte: Money.it

Chiara De Angelis

7 Marzo 2023 – 12:56

La riforma fiscale arriverà in consiglio dei ministri la prossima settimana: Irpef a 3 aliquote, modifiche per Ires, Irap, Iva e detrazioni per chi guadagna meno. Ecco le ipotesi al vaglio.

Irpef a 3 aliquote e detrazioni in base al reddito per favorire chi guadagna meno, le ipotesi

Ormai non ci sono dubbi. La tanto attesa riforma fiscale arriverà in consiglio dei ministri la prossima settimana, come annunciato dallo stesso viceministro all’Economia Maurizio Leo.

A conti fatti, dunque, il governo Meloni farà partire uno dei provvedimenti più importanti presenti nella sua agenda amministrativa proprio da quest’anno. Una decisione questa dettata dall’urgenza di ridurre il prima possibile il peso delle tasse e la pressione del Fisco su cittadini e imprese, nell’intento di favorire chi guadagna meno.

Il passaggio è da quattro a 3 aliquote Irpef in base al reddito. Sul punto le ipotesi al vaglio dell’Esecutivo sono due. Ma non solo, la delega introdurrà anche la “flax tax incrementale”, rivedrà la tassazione delle imprese, i meccanismi di accertamento tributario e apporterà alcune modifiche all’Ires, all’Irap e all’Iva.

Vediamo subito gli ultimi aggiornamenti al riguardo e quali sono novità confermate in materia fiscale dallo stesso viceministro dell’Economia.

Riforma Fiscale, da quattro a 3 aliquote Irpef

Il passaggio dalle quattro aliquote Irpef a 3 muove su due ipotesi: la prima, più cara, prevede 3 aliquote del 23%, del 27% e del 43% costerà allo Stato 10 miliardi di euro, la seconda un po’ più contenuta prevede 3 aliquote Irpef del 23%, del 33% e del 43% per un costo di 6 miliardi di euro.

L’idea maturata dal ministero dell’Economia per avvantaggiare chi guadagna di meno è quella di far scegliere al singolo contribuente quale detrazione tagliare mediante l’assegnazione di una sorta di “budget”.

Attenzione, però, perché la Riforma Fiscale sarà presentata come una “legge delega” e come tale fisserà i principi generici che poi andranno ad essere delineati in maniera definitiva nei decreti attuativi. In ogni caso, il principio cardine sarà quello di aiutare con le detrazioni chi guadagna di meno, ossia i redditi medio-bassi.

Un progetto che per certi versi è già stato attuato dall’ordinamento se si considera il taglio delle detrazioni del 19% dai 120.000 euro di reddito fino ad azzerarle completamente alla soglia dei 240.000 euro.

L’unico punto da chiarire rimane quali detrazioni rientreranno in questo disegno.

La riforma fiscale punterà anche sul quoziente familiare, basando il sistema di tassazione tenendo conto del numero di figli presenti in un nucleo familiare.

In tal caso, sarà importante valutarne i pro e i contro perché se da un lato ad essere avvantaggiate da questo meccanismo sono le famiglie con figli a carico rispetto a quelle single, non si può si può ignorare il pericolo che si finiscano per favorire i nuclei all’intero dei quali ci sia un componente inoccupato.

Flat tax incrementale

La Legge di Bilancio 2023 ha allargato i confini della flax tax estendendola anche ai lavoratori autonomi con reddito non superiore a 85mila euro.

La riforma fiscale, oltre alla riduzione delle aliquote Irpef da quattro a tre, porterà invece all’introduzione della “flat tax incrementale”.

L’idea del governo è quella di applicare un’aliquota più bassa (secondo le ultime ipotesi del 15%) sui redditi aggiuntivi dichiarati rispetto all’anno precedente, seguendo dapprima il principio dell’equità orizzontale, applicando a tutte le fasce di reddito la stessa tassazione.

Ires, Irap e Iva: cosa potrebbe cambiare

Tra le ipotesi al vaglio del governo ci sono alcune modifiche che potrebbero portare al superamento dell’Irap e ad una modifica dell’Ires.

Quest’ultima, allo stato attuale del 24%, sarà legata alle assunzioni e agli investimenti. Nello specifico, tanto più le aziende si impegneranno nelle assunzioni e negli investimenti, molto più basso sarà il prelievo fiscale sul reddito d’impresa.

Un discorso a parte va fatto sull’Iva. Difficilmente la riforma fiscale porterà ad una riduzione delle aliquote, ma l’ipotesi di una riforma dell’Iva intervenendo anche su quelle agevolate (4%, 5%,10%) non è completamente da escludere.

Come cambia l’accertamento fiscale per le imprese

Oltre al taglio della detrazione Irpef da quattro a tre aliquote e i cambiamenti ipotizzati sull’Ires, l’Irap e l’Iva, il viceministro ha anticipato una revisione dell’accertamento fiscale per le imprese.

Per quelle di piccole dimensioni entrerà in scena il “concordato biennale”. Sarà compito del Fisco comunicare al contribuente il reddito d’imposta che ha determinato sulla base dei dati in suo possesso e la relativa imposta.

Per due anni Nessun accertamento sarà avviato nel caso di conferma da parte del contribuente dei conteggi fatti dall’Agenzia delle Entrate. Se fattura oltre, il di più sarà esentasse.

Discorso diverso per le imprese più grandi. In questo caso verrà estesa la “cooperative compliance” accessibile solo alle imprese che registrano oltre un miliardo di fatturato.

Trattandosi di una norma risalente al 2015, lo stesso viceministro ha sottolineato la necessità di rivedere alcuni punti. L’idea sarebbe quella di definire una soglia di accesso più bassa e un sistema premiale molto più vantaggioso rispetto a quello attuale.

In parole povere, sul tavolo del governo Meloni potrebbe esserci una specie di “visto”, validato dai revisori oppure dai professionisti che dovranno verificare l’esattezza di quanto dichiarato dall’azienda.

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