mercoledì, Aprile 24, 2024
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La burocrazia artificiale al tempo di Covid19

La burocrazia artificiale al tempo di Covid19

 

Oggi ho avuto modo di leggere un articolo sul Sole 24 Ore ove si afferma con molta autorevolezza che non ci possono essere responsabilità amministrative d’impresa ex d.lgs 21/01, per contagio da Covid19, quando l’imprenditore abbia rigorosamente applicato le regole sulla sicurezza del personale.

Lo studio nasce da una iniziativa di “Confindustria”, tesa a mitigare la generale insoddisfazione dei propri iscritti, imprenditori, che si vedono minacciati da una ostilità preconcetta da parte dell’ordinamento giuridico.

Di fronte a tanta “sicumera”, molto sommessamente, da osservatore e comune cittadino, mi permetto di aggiungere che, se si è in regola e si rispettano i protocolli di sicurezza stabiliti per il Covid19, non si rischiano neanche le conseguenze giuridiche dell’articolo 589 e 590 del cp, rispettivamente riferibile all’omicidio colposo e lesioni colpose.

Dove sta il problema?

Il problema, ahimè è un altro ed è grande quanto una casa, anzi quanto un grattacielo.

Cerco di spiegarmi.

Quando un contagio da Covd19 viene rubricato in “infortunio sul lavoro” e non equiparato ad una “malattia da morbillo”, ci sarà qualcuno che presenterà una denuncia in conseguenza della quale, lo sventurato imprenditore – anche quello ligio ai protocolli – dovrà presentarsi davanti ad un giudice per dimostrare la propria correttezza che, con i tempi della nostra giustizia, campa cavallo: incubo a cielo aperto!

Ad oggi, secondo quanto si legge su un articolo del Sole 24 Ore, sono già 43mila le denunce presentate dai lavoratori per infortuni subiti nell’ultimo mese.

E allora, se così è, come sembra, era proprio il caso di provocare tutto questo?

Io l’ho definita una sorta di “burocrazia artificiale”, provocata dall’uomo e dalla sua ideologia che, in tempi di Coronavirus non fa certamente il bene di nessuno, mettendo contro “il lavoratore e l’impresa”!

Non è un caso se, la relazione Colao, a conclusione del lavoro del gruppo di esperti, abbia messo al primo posto la richiesta di uno “Scudo penale” a beneficio del datore di lavoro in caso di contagio da Covid19.

E poi diciamo che è colpa della burocrazia. La buon’anima avrebbe concluso: ma mi faccia il piacere!

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