venerdì, Aprile 19, 2024
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La Costituzione stile “Giggino”: Incubo permanente!

La Costituzione stile “Giggino”: Incubo permanente!

 

 

Ottenuto il taglio dei parlamentari con l’abbondante vittoria al referendum costituzionale, Luigi Di Maio – Ministro degli esteri – in arte Giggino, come lo chiamano gli amici di Pomigliano d’Arco  si scatena e rilancia: nessuno potrà cambiare casacca in Parlamento.

Il nostro costituzionalista in erba, dice che l’articolo 67 della Carta non deve essere cambiato, ma bisogna introdurre strumenti per costringere chi siede in Parlamento a pensarla secondo la piattaforma Rousseau.

L’ho sempre detto, Giggino è un  grande ma che dico, è il più grande disastro naturale della nostra storia repubblicana.

Cosa dice il nostro articolo 67 della Costituzione vigente: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”.

I nostri “costituenti” del ’48, reduci dell’esperienza fascista, quando il voto e la stessa volontà del consesso parlamentare era deciso dal partito fascista, dal Duce Benito, introdussero il concetto secondo il quale il parlamentare risponde solo alla sua coscienza “senza vincolo di mandato”.

Il Movimento dei 5 Stelle, gli scappati di casa come qualcuno li ha definiti, già fissarono della sanzioni amministrative per gli eventuali transfughi che ovviamente nessuno ha rispettato visto che è chiaramente “incostituzionale”.

La Costituzione di “Giggino” 

Gli strumenti dell’era Giggino riguardano un progetto eversivo, portato avanti dal movimento grillino fin dalla sua discesa in campo, cercando di mandare in Parlamento degli autentici imbecilli capaci solo di votare secondo le indicazioni del capo di turno, incapaci di un pensiero proprio ed autonomo.

Come hanno sempre sostenuto, il Parlamento non serve, abbiamo la piattaforma Rousseau che provvede, pensa per voi e decide il da farsi.

La libertà di coscienza o il senso critico del parlamentare non serve più, basta l’acume di Giggino che in questi due anni di Governo lo abbiamo visto all’opera ed ha dimostrato di essere un grande a cominciare da quando, insieme al socio in affari Alessandro Di Battista, arringava le piazze per chiedere l’impeachment del Capo dello Stato – Sergio Mattarella, ritenuto colpevole di azioni illecite nell’esercizio delle proprie funzioni, allo scopo di provocarne la destituzione.

L’unico torto del nostro Presidente Mattarella era quello di aver osteggiato la nomina di un Ministro delle finanze nel Primo Governo Conte, esercitando una prerogativa costituzionale del proprio ruolo.

L’azione eversiva è durata 24 ore, rientrata per manifesta imbecillità.

Che Giggino è un  grande lo ha dimostrato anche in occasioni successive quando, sempre insieme all’amico Alessandro, nella veste di Vice Premier del nostro sventurato Paese, già doppio Ministro del lavoro e dello Sviluppo economico, se recò in Francia per incontrare il Capo dei Gilet gialli che minacciavano una rivoluzione armata contro il Governo Macron.

Con precedenti di questa portata, ancora oggi, non mi risulta che sia stato aperto qualche fascicolo perché in politica, ahimè, esiste una gara a chi la spara più grossa e, come abbiamo visto, a Giggino non lo supera nessuno.

L’impresa di oggi, potrà pure apparire ardua, ma il ragazzo è giovane ed ha tanto tempo davanti per farsi apprezzare e far passare i suoi progetti stravaganti di democrazia che, stante a quello che abbiamo visto fino ad ora, le premesse ci sono tutte perché possa riuscire.

Il Parlamento non serve, discussioni infinite, inutili e Giggino questo lo ha capito benissimo. Meglio mandare in Parlamento pochi ma buoni, fedeli alla linea del capo, capaci soltanto a premere il pulsante del voto secondo le indicazioni provenienti dalle varie gigginate che, per fortuna, da un paio di anni a questa parte non mancano mai.

Avanti tutta, Giggino in testa!

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