martedì, Aprile 16, 2024
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LA POLITICA IN VETRINA: Disastro annunciato!


Quando mille parlamentari, profumatamente retribuiti, non riescono a decidere con sufficiente buon senso, sulla politica energetica di un grande Paese come l\’Italia, allora ci si rivolge al popolo, con la c.d. “democrazia diretta”.
Quando un intero popolo, messo di fronte ad una scelta di responsabilità, come quella di rispondere attraverso un voto ad un quesito referendario, diserta le urne rendendo vana ogni iniziativa di reale cambiamento, allora è la fine, bisogna affidarsi alla sorte, al destino, dicevano i nostri avi.
Il destino pare che a Genova sia arrivato subito, il giorno dopo il voto del referendum, annullato per mancanza di presenze utili.
Siccome i disastri non giungono mai da soli, a Genova possiamo assistere cosa significa un incidente “petrolifero”, marea nera che ammazza tutto ciò che incontra.

Con queste premesse possiamo mai diventare un Paese ad economia turistica, con bellezze naturali al primo posto da vendere all\’intero mondo?

Oggi, ho più dubbi di ieri!

Fonte: blitz quotidiano.it
BUONA LETTURA

Petrolio Genova: uccelli e pesci coperti greggio

GENOVA – Il greggio fuoriuscito la sera di domenica 17 aprile dall’oleodotto Iplom a Genova, ha causato una moria di pesci e sta mettendo in pericolo molti uccelli soprattutto cormorani che vivevano nei torrenti e in mare. L’allarme arriva dalla responsabile della Lipu di Genova, Daniela Filippi, che solo nella giornata di martedì 19 aprile ha soccorso e salvato 27 germani reali completamente coperti di greggio e incapaci di volare.
“Tredici di loro ora stanno bene, gli altri invece sono gravi perché hanno respirato le esalazioni del petrolio”. Un germano reale coperto di petrolio è stato segnalato alla guarda zoofila Gian Luigi Termanini dai portuali del terminal Messina, nel porto di Genova, e conferma che il greggio è arrivato in mare, dentro lo scalo, fra i moli. Una moria di pesci è segnalata alla foce, dove sono affiorati cefali e altre specie di pesci che vivono in mare nei pressi del torrente Polcevera.
Più a monte, nel rio Pianego e nel Fegino, vicino alla zona del guasto, gli abitanti segnalano una moria di rane. Il vento forte sta spingendo il petrolio dai greti dei fiumi nel mare del porto di Genova: per questo motivo è bene accelerare le operazioni di bonifica avviate dalla Iplom sui greti dei torrenti Polcevera e Fegino dopo la rottura dell’oleodotto della società di Busalla avvenuta domenica sera. É quanto è emerso da un summit che si è svolto stamane nella Capitaneria di Porto di Genova e a cui hanno preso parte due tecnici dell’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale) inviati dal ministro all’Ambiente Gianluca Galletti, che sin da domenica sera segue con attenzione quanta sta accadendo in Valpolcevera.
All’incontro, oltre all’ammiraglio Giovanni Pettorino, comandante della Capitaneria di Porto di Genova, c’erano i tecnici dell’Arpal (Agenzia di Protezione Ambientale per la Liguria) che hanno il compito di monitorate i danni ambientali provocati dal disastro e referenti principali del magistrato titolare dell’inchiesta, il sostituto procuratore Alberto Landolfi, avviata per fare luce sulle cause dello sversamento di greggio. Anatre, aironi, papere, germani e oche, sono decine gli esemplari soccorsi dall’Enpa di Genova. Una volta prelevati dall’area inquinata, i selvatici, intrisi di petrolio e con gravissimi sintomi di intossicazione – spiega l’Ente protezione animali – vengono portati presso la sede della Sezione genovese dove i volontari li trattano prima con oli vegetali leggeri, per pulire le piume dal petrolio, quindi con detergenti neutri per rimuovere gli agenti contaminanti. «Poi – spiega Massimo Pigoni, responsabile della Protezione Animali genovese e vicepresidente nazionale di Enpa – non resta altro che incrociare le dita, sperando che i livelli di intossicazione non siano letali». Questo è quanto accade nel migliore dei casi, perché sovente gli animali arrivano alla sede Enpa privi di vita. Le foto Ansa degli uccelli pieni di greggio. L’immagine del cormorano avvolto negli asciugamani è già diventata la foto simbolo di questa nuova tragedia ambientale (foto Ansa).

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