venerdì, Marzo 29, 2024
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LA POLITICA IN VETRINA: Il Referendum, una scelta di campo!



Il Presidente della Corte Costituzionale, come tanti altri, interviene nel dibattito in corso per sostenere le ragioni del NO alla riforma costituzionale.
In uno dei principali passaggi, fra l\’altro afferma: “”Di fronte ad un parlamento dichiarato illegittimo bisognava sciogliere il Parlamento e indire nuove elezioni, questo dice la sentenza! (1).


Orbene, considerato che il PORCELLUM è vissuto ben otto anni e gestito ben tre appuntamenti elettorali (2006, 2008 e 2013), vorrei sommessamente ricordare che nella stessa pronuncia la Consulta IMPONE al legislatore un intervento urgente per stilare una nuova legge elettorale.
D\’altro canto, laddove il Presidente della Repubblica avesse sciolto il Parlamento e indetto nuove elezioni (a distanza di poco più di un anno dalle precedenti del febbraio 2013), probabilmente non si sarebbe ottenuto una maggioranza politica e parlamentare in grado di esprimere il nuovo Governo. Ricordiamo tutti infatti che all\’epoca, l\’Italia era divisa in tre (Partito democratico, Forza Italia e M5S).
Aggiungo, per quanto ne sappia, per prassi parlamentare il Presidente della Repubblica non ha il potere di sciogliere le Camere (Art.88 Costituzione), fino a quando il Parlamento è in grado di esprimere una maggioranza in grado di formare un Governo.
Lo stesso Presidente, a proposito dei possibili risparmi economici al futuro Senato aggiunge: “”Ma quali risparmi: il Senato come struttura burocratico/amministrativa avrà gli stessi oneri economici di prima, per cui dov\’è il risparmio?”


Anche qui, sommessamente, a parte i costi burocratici della struttura mi chiedo: per 315 Senatori che non prenderanno più lo stipendio – pari a circa sei milioni di euro al mese – avremo un risparmio?


A proposito dei tempi di approvazione delle leggi, l\’esimio costituzionalista continua: “In Italia non abbiamo certo bisogno di accelerare il processo legislativo, semmai abbiamo bisogno di una seria delegificazione (e fare delle serie leggi di sistema) con tutte le leggi che ci sono. Tra l\’altro anche oggi quando il governo vuole le leggi vengono approvate in brevissimo tempo.”
Il bicameralismo paritario, inviso agli stessi Costituenti, non esiste da nessuna parte e rappresenta, nella pratica attuazione, una forma di ostruzionismo istituzionale da parte di chi fa opposizione in Parlamento.


Da ultimo, quando si dice che il mercato chiede una riforma, conclude: “Il mercato chiede cose completamente diverse, non chiede queste riforme. Il mercato vuole una effettiva diminuzione dei tempi della giustizia civile, ad esempio. Il mercato chiede una seria riforma fiscale che non strozzi il paese di tasse, il mercato chiede che se una persona viene assolta dallo Stato poi lo Stato non possa di nuovo ricorrere contro l\’assoluzione emanata dallo stesso Stato. Queste sono le cose che vuole il mercato non le riforme della Costituzione. Se l\’economia italiana è ferma non è certo colpa della Costituzione….”.


Qui subentra la solita malattia meglio conosciuta come “IL BENALTRISMO”.
Secondo l\’esimio Presidente in carica, non serve dimezzare le indennità lunari ai Consiglieri regionali, abolire il CNEL, semplificare l\’iter legislativo, semplificare e definire meglio i poteri delle Regioni nei rapporti con lo Stato centrale attraverso la modifica del Titolo V della Costituzione che tanto contenzioso ha provocato dal 2001 ad oggi, per effetto delle cc.dd. “competenze concorrenti”, del cui significato e pratica attuazione nessuno ha mai compreso il significato.


In definitiva, la scelta per il SI o per il NO, a mio avviso semplice se scevra da considerazioni strettamente politiche, particolarmente complicata se si vuole mandare a casa il Governo Renzi.


Viva la democrazia, viva la libertà, viva l\’Italia!


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(1) Sentenza n.1/2014 della Corte Costituzionale con la quale è stata dichiarata incostituzionale la vecchia legge elettorale, meglio conosciuta con la denominazione “PORCELLUM”, perché il suo estensore – Sen. Calderoli – la coniò con il termine PORCATA






Fonte: affaritaliani.it
BUONA LETTURA


Referendum: parla Annibale Marini, Presidente della Corte Costituzionale
“Il dibattito in corso sul referendum trascura un “piccolo” particolare e cioè che questa riforma costituzionale nasce senza una legittimazione parlamentare; non ci dimentichiamo che la Consulta ha dichiarato incostituzionale le leggi elettorali della Camera e del Senato! Di fronte ad un parlamento dichiarato illegittimo bisognava sciogliere il Parlamento e indire nuove elezioni, questo dice la sentenza!
Invece come se la sentenza non fosse stata mai pubblicata il presidente della repubblica dell\’epoca non trova niente di meglio che fare riforme. E questo è molto grave. Il Presidente della Repubblica avrebbe dovuto sciogliere le Camere: è un tipico caso di scuola. Tutto invece si poteva fare tranne che fare riforme e per giunta riforme costituzionali”.
“Nel merito è una riforma pessima. Non si è mai visto un presidente del Consiglio (peraltro nemmeno parlamentare) che propaganda e sponsorizza una riforma costituzionale. Bisognerebbe invece garantire imparzialità tra le parti senza tentare di influenzare la volontà popolare”.
E i risparmi del senato di cui si parla?
Ma quali risparmi: il Senato come struttura burocratico/amministrativa avrà gli stessi oneri economici di prima, per cui dov\’è il risparmio?
Ma almeno si accelera il procedimento legislativo?
In Italia non abbiamo certo bisogno di accelerare il processo legislativo, semmai abbiamo bisogno di una seria delegificazione (e fare delle serie leggi di sistema) con tutte le leggi che ci sono. Tra l\’altro anche oggi quando il governo vuole le leggi vengono approvate in brevissimo tempo.
A chi dice che le riforme le chiede il mercato, cosa risponde?
Il mercato chiede cose completamente diverse, non chiede queste riforme. Il mercato vuole una effettiva diminuzione dei tempi della giustizia civile, ad esempio. Il mercato chiede una seria riforma fiscale che non strozzi il paese di tasse, il mercato chiede che se una persona viene assolta dallo Stato poi lo Stato non possa di nuovo ricorrere contro l\’assoluzione emanata dallo stesso Stato. Queste sono le cose che vuole il mercato non le riforme della Costituzione. Se l\’economia italiana è ferma non è certo colpa della Costituzione….

 

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