Si pensava che la più grande novità della nostra generazione fosse “la primavera araba” con i tanti dittatori costretti dai loro popoli ad abdicare il potere.
Dalla Tunisia alla Libia, dall\’Egitto alla Siria oltre ai Paesi già sconvolti da una lunga guerra.
Così non è stato, laddove in qualche caso, come la Libia o la Siria, il rattoppo è stato peggiore del buco. Oggi, ahimè, ci troviamo quasi a rimpiangere un dittatore come Gheddafi che ha governato oltre mezzo secolo con la forza e la violenza. Assistiamo ad un esodo biblico, inarrestabile, con un cammino lungo migliaia di chilometri di donne, uomini e bambini che fuggono dalle loro terre verso i paesi europei non per scelta ma per sopravvivere.
La Grecia, l’Italia e la Spagna sono diventate le porte di un’Europa colta di sopresa, a volte sorda, a volte ostile, altre solidale. Una marea umana che da settimane invade città, piazze, campagne e incontra muri, filo spinato, sorrisi, accoglienza.
Provengono dall\’Iraq, dall\’Afghanistan, dalla Siria, dalla Palestina, dal Pakistan.
Speriamo che l\’Europa ritrovi un comune spirito di solidarietà cercando di governare al meglio questa grandissima emergenza umanitaria.