venerdì, Aprile 19, 2024
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LA POLITICA IN VETRINA: L’ideologia dell’oggi ed i brividi di domani!



”Stalin e i brividi di Ingrao”.


Questo è il titolo di una rubrica molto interessante pubblicata sull’inserto culturale del Sole 24 Ore di domenica scorsa (18 settembre 2016).
In occasione della morte del dittatore comunista, Stalin, avvenuta il 6 marzo 1953, l’allora Direttore dell’Unità (1), uscì con questo titolo: <<Gloria eterna all’uomo che più di tutti ha fatto per la librazione e per il progresso dell’umanità>>.
Come se non bastasse, il giorno dopo, la stessa redazione dell’Unità aggiungeva: <<L’opera di Stalin è immortale! Viva la sua causa invincibile!>>.
La storia, in seguito ha fatto giustizia, rimettendo le cose al loro posto. Descrivere e quantificare i genocidi compiuti dalla ideologia di morte dell\’allora osannato dittatore comunista è difficile se non impossibile. Ai nomi eccellenti di vittime delle Grandi purghe (1935/36) occorre aggiungere milioni di persone anonime le cui storie sono state raccontate da Aleksandr Solženicyn nel suo celebre “Arcipelago Gulag”.
Secondo un calcolo approssimativo, Stalin assassinò non meno di un milione e mezzo di comunisti e circa 15 milioni di cittadini sovietici, a vario titolo. Tra le vittime vanno inclusi coloro che furono spinti al suicidio o la cui morte venne ufficialmente dichiarata per suicidio, fra cui tutta l\’intellettualità prerivoluzionaria appartenente sia al campo bolscevico sia ad altri settori della politica, della scienza e della cultura.


Ho voluto ricordare queste nefandezze che la storia ci ricorda, soltanto per dire che, le ideologie, ovunque attecchiscono, diventano pericolose, ci si annebbia la vista, non si ragiona più.


Infatti, lo stesso compianto e alto dirigente del Partito comunista italiano, già direttore della testata, Pietro INGRAO – persona intellettualmente onesta – se a distanza di anni ebbe a dire: <<Ancora oggi rabbrividisco se penso al peana (2) e alle pagine traboccanti che avevo pubblicato in quel mio giornale nei giorni della morte di Stalin (Ingrao, anni dopo commentando quei titoli)>>.


Ancora di più, laddove ce ne fosse bisogno, la vicenda conferma – oltre ogni ragionevole dubbio si direbbe in una sentenza di un’Aula di giustizia – che oggi esistono i “problemi & le soluzioni” e, ognuno di noi, con razionale buon senso, andrà a collocarsi in quell’area politica che meglio lo rappresenta, senza pensare o ancora peggio credere che i buoni, gli onesti, le persone intelligenti, i belli con gli occhi azzurri stiano tutti da una parte sola mentre i cretini, i ladri, i corrotti siano tutti tra gli avversari politici, come ahimè, ancora oggi, qualcuno ancora crede.


Ecco, ho voluto ricordare questa metafora di vita vissuta – e della quale apprendo oggi l’esistenza – per dire che la politica è bella, rappresenta i nostri sogni, la nostra vita, il nostro futuro, a prescindere!




(1) Dirigente comunista italiano Pietro INGRAO


(2) Nella lirica greca significa il canto corale in onore di divinità e uomini illustri

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