giovedì, Aprile 25, 2024
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LA POLITICA IN VETRINA: La programmazione degli obiettivi & Azione amministrativa, Responsabilità & Risultati

La nostra vita, a volerla leggere a ritroso, andando indietro negli anni, induce a volte a fare delle riflessioni – come quella che cercherò di fare stamattina – che al di là di qualche errore di prospettiva o di valutazione, fornisce un quadro definitivo, al pari di un’opera realizzata, conclusa e da archiviare nell’armadio dei ricordi.

Proprio aprendo quell’armadio che mi trovo a leggere il passato, fatto di errori certamente ma altrettanto pieno di gratificazioni derivanti per lo più dall’attività lavorativa, tanto al Comando di Reparti nella Guardia di finanza che come Responsabile antiriciclaggio di un gruppo bancario.

Voglio ricordare alcuni di questi passaggi con delle riflessioni a voce alta, soltanto per meglio spiegare, pur nella necessaria sintesi e al netto di riferimenti personali (famiglia, affetti, relazioni etc.), il titolo della rubrica di oggi come una sorta di equazione: La programmazione degli obiettivi sta all’Azione amministrativa come la Responsabilità sta ai Risultati.

Inizio con il dire che la principale filosofia di vita alla quale mi sono sempre ispirato è stata quella che “”Non fare niente si sbaglia sicuro, fare qualcosa si rischia di sbagliare””. Ecco, ho sempre cercato di fare, di assumere delle iniziative e spesso rischiando – a volte controcorrente e per questo coraggiose – che nel medio termine mi hanno gratificato.
In tal senso, quando qualche giovane collaboratore mi manifestava delle paure, incertezze nell’espletamento dell’attività professionale, in qualche caso chiamandomi a telefono ero solito ripetere: “Quando non sapete cosa scrivere nei vostri verbali, per difficoltà dovute alla mancata conoscenza di norme, alla impossibilità di delineare correttamente la fattispecie giuridica, non vi preoccupate, limitatevi a fotografare i fatti e, quando rientrate in ufficio, insieme, risolveremo la situazione.
L’importante, dicevo, è che non vi mettete niente in tasca. Se dovessimo sbagliare, potranno chiamarci caproni, non certo ladri.”

ATTIVITA’ DI VERIFICA NEI CONFRONTI DI INDIZIATI DI APPARTENERE AD ASSOCIAZIONI MAFIOSE

“Programmazione degli obiettivi & Azione amministrativa”

Quando nell’anno 1988, giunsi in terra di Calabria per dirigere un’articolazione del Nucleo di polizia tributaria di Catanzaro, vidi che un’attività di verifica durava mediamente un anno, sovente conclusa, peraltro, con risultati particolarmente modesti.

Per invertire questo trend, decisi di introdurre meccanismi diversi tanto nella selezione dei soggetti da verificare – migliorando l’attività info/investigativa – che l’esecuzione dell’attività di verifica – attraverso la introduzione della metodologia del “mordi & fuggi”.

Un’attività di verifica secondo questi nuovi parametri aveva una durata massima di tre mesi. In tal modo, dopo il primo anno, con lo stesso personale, decuplicai il rendimento tanto con riferimento al recupero di imponibile ai fini della tassazione che il sequestro di beni – mobili e immobili – dei quali non era giustificata la legittima provenienza in applicazione dell\’allora vigente legislazione antimafia.
Per ridurre i tempi (1), pur continuando a chiamare l’attività svolta “Verifica generale”, limitavo l’attività ispettiva a poche e significative poste di bilancio e, in presenza di rilievi solo formali, disponevo l’immediata chiusura.
I sottufficiali più anziani – i cc.dd. “soloni”, quelli che sanno tutto, dai quali bisogna stare sempre molto attenti (2) – erano titubanti se non ostici all’applicazione delle mie direttive dicendo: “Comandante, così facendo, lei si assume una grande responsabilità, verificando solo alcune poste di bilancio. Se un domani viene fuori qualcosa di diverso, qualcuno può pensare che lei ha avuto un interesse particolare … o comunque <poco istituzionale> (3) “.
Diverse volte fui chiamato dalla Superiore gerarchia per spiegare questo mio nuovo modus operandi che, venne pienamente condiviso, solo a risultati ottenuti, con ripetuti e numerosi apprezzamenti.

“Responsabilità & Risultati”

Ho voluto ricordare questi vecchi aneddoti per dire che nella vita, quando si assume la responsabilità di una organizzazione – credo non solo pubblica – e quindi anche quando si decide di “scendere in politica”, bisogna sempre avere chiaro il quadro di riferimento della Programmazione degli obiettivi e dell’Azione amministrativa necessaria da porre in essere per raggiungerli.

In questi casi, se ho agito nella convinzione di fare l’interesse della comunità che mi ha democraticamente eletto, riponendo la propria fiducia nella mia persona, non devo aver paura, devo agire, senza soffrire di un permanente stato d’ansia circa la paura di sbagliare.
L’agire, diventa il nostro modo d\’essere, il nostro profilo pubblico, frutto della naturale conseguenza di uno studio ed approfondimento del quadro normativo di riferimento, in base al quale, se pure andrò a dissentire da un eventuale orientamento anche collegiale, motivatamente, argomenterò il mio dissenso.
L’importante, in questi casi, diventa agire nell’interesse dell’Istituzione e scevro da compromessi di sorta legati a interessi personali spesso indifendibili.
Ecco, se ho fatto questo, troverò certamente la forza di spiegarlo, con orgoglio, tanto ai miei oppositori interni e, in qualche caso, anche esterni ancor prima di qualunque sentenza, certo di aver agito per il raggiungimento di obiettivi assolutamente legittimi.
Questa è la politica che vorremmo, praticata da uomini in grado di decidere – in qualche caso anche sbagliando – con la massima trasparenza e disponibilità anche verso chi li critica.
A questi politici dico Grazie.

(1) Per evitare il ripetersi del vecchio detto: “Cost chiù a sals che u pesc” (tradotto, viene a costare più la salsa – inteso come condimento – che il pesce quale pietanza principale)

(2) Alcuni di questi conobbero anzitempo le patrie galere, per fortuna del Corpo e della collettività

(3) Espressione garbata per dire che lei si è venduto la verifica, in pratica è stato corrotto

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