venerdì, Marzo 29, 2024
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LA POLITICA IN VETRINA: Utero in affitto e urgenza di regole



La paternità surrogata di una coppia gay come quella dell’ex Governatore della Puglia ha riportato alla ribalta un tema vecchio quanto il mondo, quello dell’utero in affitto, con lo scopo di procreare un bambino su ordinazione.
E’ una tecnica, considerata illegale nel nostro paese ed utilizzata da tempo in alcune località estere, soprattutto da parte di coppie eterosessuali impossibilitate ad ottenere una regolare adozione in Italia.
Ora, per ragioni etiche e di opportunità, per un mercimonio del corpo umano intollerabile, si stanno levando molte prese di posizione sull’argomento, ma soprattutto sulla necessità di dare una regolamentazione complessiva al tema delle adozioni.
Trattandosi indubbiamente di una tematica complessa sulla quale certamente non mi sento in grado di esprimere un giudizio compiuto, dico solo che anche la prostituzione femminile – mi riferisco a quella esercitata per scelta ovviamente – mestiere vecchio quanto il mondo, da certi punti di vista può essere ed è considerata deprecabile dove, sempre per ragioni economiche, si mette a disposizione il proprio corpo.
Un paese civile, di fronte a un fenomeno di costume, ampio e che coinvolge una moltitudine di persone, ha l’obbligo morale e giuridico di dettare delle norme il più vicino possibile al sentire comune e non solo a quello di alcuni, Santa romana Chiesa comprsa!.
Intanto, in Francia è nato un movimento per “l’abolizione universale dell’utero in affitto”.
Potrà solo significare di elevare l’ipocrisia a sistema, come quando il regime sovietico della ex URSS affermava pubblicamente che non esisteva la prostituzione e l’omosessualità.
Ecco, rimettiamo la testa sotto la sabbia, come gli struzzi!

BUONA LETTURA
Fonte: lifegate.it
Abolizione universale dell’utero in affitto: parte dalla Francia il movimento
SOCIETÀ
Pubblicato il 03 FEB 2016
di
STEFANO CARNAZZI
Il Parlamento francese ha dedicato una giornata di studio all\’utero in affitto. È nata la Carta per l’abolizione universale della maternità surrogata.
Un passaggio solenne a coronamento dell’impegno di lunga data dei progressisti e del femminismo francesi, capofila la “storica” Sylviane Agacinski, a cui si sono unite però anche le associazioni cattoliche per la famiglia. Tutti insieme contro la pratica dell’utero in affitto, o Gpa, la gestazione per altri, o maternità surrogata.
Nelle tre ore di dibattito al Parlamento francese hanno preso la parola intellettuali, studiose ed economiste. È stato raccontato, con documenti e testimonianze, che l’utero in affitto non è – nella stragrande maggioranza dei casi – un dono o un’espressione di solidarietà, ma una sopraffazione nei confronti delle donne più povere.
Hanno fatto sensazione in particolare i racconti della situazione in India dove, così come in Thailandia, migliaia di donne sono diventate oggetto di un crescente “sistema di produzione biotecnologica di bambini”, come l’ha definita in apertura la filosofa femminista francese Sylviane Agacinski, vera anima dell’operazione, moglie dell’ex primo ministro socialista Lionel Jospin. L’autrice di Corps en miettes (“Corpi sbriciolati”, Flammarion) ha accusato i giornali che “si sono smarriti volendo vedere un presunto progresso. Si parla della felicità delle coppie che vogliono un bambino a ogni costo, al punto che si è radicata l’idea che esista un diritto al figlio, indipendentemente dai mezzi per farlo nascere. Nonostante questa propaganda, si comincia a comprendere, grazie a numerosi documentari, la violenza che rappresenta, per le donne, l’ingresso della maternità su questo mercato”.
I tre raggruppamenti che hanno dato vita all’iniziativa francese sono il Cadac (Collettivo diritti delle donne), il Clf (Coordinamento Lesbiche francese) e il Corp (Collettivo Rispetto della Persona) capitanato per l’appunto da Agacinski. È giunta in Europa per partecipare alla campagna anche Jennifer Lahl, la leader americana fondatrice del Center for bioethics and culture network, divenuta con i suoi documentari e le sue petizioni un punto di riferimento globale della battaglia civile. Dall’Italia è partita anche una delegazione di Se non ora quando – Libere, l’organizzazione che ha promosso una raccolta firme di sostegno alla petizione internazionale del cui drappello fanno parte Francesca Izzo, Francesca Marinaro, Ilenia De Bernardis, Sara Ventroni, Antonella Crescenti.
Non serve regolamentare il settore, si è detto, ma abolirlo ovunque
Violenza, schiavitù, mercato neocoloniale sono state le immagini più evocate. La lotta alla maternità surrogata ha a che fare con la lotta alla prostituzione, perché in ambedue si vendono corpi di donna. Dunque, una delle prime sfide è combattere la visione edulcorata della maternità surrogata, forse anche a partire dal nome: maternità evoca qualcosa di bello e positivo: forse meglio il più crudo “utero in affitto”.
Cosa dice la carta francese contro l’utero in affitto
È significativo che in prima linea contro l’utero in affitto ora ci sia proprio la Francia, patria dei diritti dell’uomo, dove in questi mesi si è vissuta una polemica simile a quella italiana sui matrimoni gay. La nuova Carta francese stigmatizza l’utero in affitto come “pratica sociale realizzata da imprese che si occupano di riproduzione umana, in un sistema organizzato di produzione che comprende cliniche, medici, avvocati, agenzie… Il corpo delle donne è richiesto come risorsa a vantaggio dell’industria e dei mercati della riproduzione… La maternità surrogata fa del bambino un prodotto con valore di scambio, in modo che la distinzione tra persona e cosa viene annullata”. La carta si conclude con la richiesta “di opporsi fermamente a tutte le forme di legalizzazione della maternità surrogata sul piano nazionale e internazionale» per pervenire a «una convenzione internazionale per l’abolizione della maternità surrogata”.
In chiusura, parlamentari non solo francesi hanno firmato la “Carta per l’abolizione universale della maternità surrogata”, già disponibile in 7 lingue (italiano compreso) sul sito dell’associazione Corp, dove può essere sottoscritta online.

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