In
tema di lavoro autonomo occasionale e relativa copertura previdenziale, la
normativa vigente, salvo errore, stabilisce che, al superamento del limite di
5.000 euro nel corso dell’anno, il reddito è assoggettato, per l’eccedenza,
alla contribuzione a favore della gestione separata Inps. In tal caso, al versamento
dei contributi provvede il committente che si rivarrà per la misura di un terzo
addebitando il professionista non abituale.
Ma
cosa accade nel caso di lezioni private impartite da un professore durante
l’estate a favore di privati, per complessivi 6.000 euro? Chi provvede a
liquidare e versare all’Inps la contribuzione calcolata sui 1.000 euro
eccedenti la “franchigia”? in sintesi, è consentito che il lavoratore autonomo
occasionale, quindi senza partita Iva e con clientela privata, calcoli e versi i
contributi dovuti (al pari di un professionista con partita Iva, ma senza
cassa) in occasione della dichiarazione dei redditi?
F. D.– FERRARA
R I S P O S T A
La
prestazione di lavoro consistente nelle lezioni private a studenti che, nel
corso dell’anno solare, superi l’importo di 5.000 euro non può definirsi
occasionale, ma professionalmente esercitata. Pertanto, chi la presta dovrà
dotarsi della partita Iva (a meno che, se ed in quanto il committente rivesta
la qualifica di sostituto d’imposta, non possa sussistere un contratto di
lavoro a progetto) ed auto liquidare i contributi alla gestione separata. Tale
adempimento non può infatti essere posto a carico della clientela “privata”.
DAL “IL SOLE 24 ORE” DEL29 AGOSTO 2016
