Ho appreso appena oggi che l’ex sindaco di Milano – al secolo Giuliano PISAPIA – per soppiantare il segretario del
Partito democratico è alla ricerca di un leader, un personaggio autorevole, con
esperienza, dotato di un curriculum di tutto rispetto.
Questo PISAPIA è un fenomeno, mi verrebbe
da dire, uno che non sta fermo un attimo
nell’affannosa ricerca di trovare una quadra nella Sinistra Assortita Italiana.
Le voci corrono e pare che, per mandare in pensione anticipata Matteo
RENZI, qualcuno lo abbia trovato: il fondatore dell’Ulivo, al secolo Romano
PRODI.
Del fatto che RENZI sia stato scelto dal 70% degli iscritti al Partito
democratico sembra che non interessi a nessuno: con PRODI in prima linea ogni scoglio è superabile e la
sorte dell’Ulivo, un autentico disastro – politicamente parlando s’intende – ne
è una dimostrazione.
La storia è lì, tutti la possono leggere, se non sono orbi!
Per meglio inquadrare il personaggio, in “servizio permanente effettivo” ai piani alti della politica, dell’economia
e degli affari di Stato, voglio ricordare un aneddoto che ho vissuto
direttamente con il nostro sempreverde PRODI.
Correva l’anno 1986, mese di settembre, con
Prodi a presidente dell\’IRI, questi, venne in Accademia della G.di F. a parlare dei sette sistemi (all\’epoca
venne anche l\’amministratore della già moribonda FIAT, tale ROMITI e altri).
Al termine della lectio magistralis,
alla settima domanda della platea, opportunamente pianificate in precedenza, formulata
da uno degli allievi e riguardante – lo
stato comatoso degli investimenti nel Mezzogiorno d\’Italia, rivelatesi, già
allora, della cattedrali nel deserto, il Professore ebbe a rispondere:
<<La
colpa è stata degli amministratori locali che vollero, disperatamente vollero,
quel tipo di investimenti. Io non sento di avere alcuna responsabilità>>
Classica risposta all\’italiana maniera: Se la guerra si vince il merito è dei Generali, se si perde il demerito
è dei soldati!
Grande il nostro PRODI, anzi che dico, grandissimo!!!
Aggiungo, per quanto noto che il PRODI è stato quello che, nella veste di
Presidente dell\’IRI – massima espressione industriale del sistema Paese – andò
a lamentarsi dall\’allora PdR (defunto Oscar Luigi Scalfaro) perché Antonio DI
PIETRO lo aveva interrogato “bruscamente” per conoscere la destinazione delle
“tangenti”.
Insomma, direi al nostro PISAPIA ,
alla ricerca di un leader: “Ma mi faccia
il piacere!”