Milioni di euro al macero: Nel timore di una Sos, li nasconde all’interno di una fotocopiatrice!
Un’azienda del vicentino che ha deciso di fare pulizia e che, ironia della sorte è specializzata nello smaltimento rifiuti. Romano d’Ezzelino, l’imprenditore e titolare dell’attività economica che insieme ad una vecchia fotocopiatrice, ha triturato oltre un milione di euro, nascosti all’interno della stessa.
Certo, una storia surreale ma che lascia allibiti, distruggendo una provvista economica di tali dimensioni. A lavoro finito, il personale si è trovato fra le mani migliaia di brandelli di banconote da 200 e 500 euro, ormai inservibili, che stavano opportunamente occultati all’interno della fotocopiatrice mandata al macero.
Qualcuno ha parlato di “riciclaggio” perché c’è stato un trasferimento da un posto ad un altro, non per finalità lucrative, ma solo per distruggere il malloppo, sia pure involontariamente.
Chi vede il riciclaggio di denaro sporco, non ha bisogno di leggere il codice penale, perché viaggia ad orecchio, per sensazioni e tutto quello che ci circonda diventa malaffare. Insomma, vedono il riciclaggio dappertutto ed a prescindere e anche per questo il trend delle segnalazioni di operazioni sospette inviate all’Unità d’informazione finanziaria della Banca d’Italia è in continua ascesa apparendo inarrestabile.
Riciclaggio di denaro sporco
Riciclaggio? la legge, quando parla di riciclaggio – ex art.648 bis cp – esordisce dicendo che, “Fuori dai casi di concorso nel reato (per questo motivo serve sempre un soggetto terzo, un prestanome), chiunque sostituisce o trasferisce denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto, ovvero compie in relazione ad essi altre operazioni, in modo da ostacolare l’identificazione della loro provenienza delittuosa, è punito con la reclusione da quattro a dodici anni e con la multa da euro 5.000 a euro 25.000” – o m i s s i s.
La finalità della condotta deve essere sempre legata ad un interesse economico, ad un lucro sotteso da parte dell’autore dell’illecito che possa configurare un dolo generico del riciclaggio.
Se indossassi ancora la divisa e fossi un Ufficiale di polizia giudiziaria, aprirei ad horas un fascicolo penale per una perquisizione “meticolosa” di tutti i luoghi nella disponibilità dell’imprenditore, cercando possibili ed ulteriori nascondigli utilizzati per occultare risorse, probabilmente di dubbia provenienza.
Risorse che, nel tempo, non sono state portate in banca, nel timore di una “segnalazione di operazione sospetta” , molto probabilmente legati a reati di natura fiscale.
Allo stato pertanto, ho ragione di presumere che l’imprenditore d’Ezzelino, prima di andare fuori di testa sarà inquisito per evasione fiscale o addirittura frode fiscale (se ci sono elementi ulteriori tutti da provare) e non certo per riciclaggio: dettagli!