venerdì, Aprile 26, 2024
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NEWS di Matteo RENZI: Certamente non basta, ma è già un miracolo!

Non voglio sprecare aggettivi a vanvera, per cui non dirò che il pacchetto di
proposte ufficialmente votato dal PD ieri è un passaggio “storico”. Anche perché
non lo è. Però è importante.

Provo semplicemente a dire cosa abbiamo
stabilito e quali saranno i tempi di realizzazione.

1. Una legge
costituzionale cambierà il Senato.
Sarà presentata a febbraio 2014 e
richiederà circa un anno di lavori trattandosi di procedura costituzionale. Al
termine, non avremo più i senatori eletti e pagati come adesso. Chi siederà in
Senato sarà un sindaco o un presidente di regione o comunque un cittadino che
non riceverà nessuna indennità, che non avrà alcuna elezione, che non
parteciperà ai lavori delle commissioni, che non voterà la fiducia al Governo.
Il Senato rimane come storico luogo di discussione e confronto. Ma non fa le
stesse cose della Camera ed è gratis. Insomma: finisce il bicameralismo
perfetto, si riduce il numero dei parlamentari (da 945 a 630), si recuperano
circa 350 milioni di euro all\’anno e si dà un segnale: una cosa discussa per
trent\’anni viene finalmente fatta.

2. Una legge costituzionale
cambierà i poteri delle Regioni.
In questo ultimo periodo le Regioni
hanno perso la loro autorevolezza. Certamente una parte del problema sono stati
i numerosi scandali, legati spesso ai rimborsi dei consiglieri regionali. Solo a
titolo di esempio, Mattia Feltri ha pubblicato qualche giorno fa un elenco delle spese più incredibili. Anche per questo
nell\’accordo che abbiamo approvato ci sono due misure molto forti: la prima, i
consiglieri regionali non potranno guadagnare più del sindaco del comune
capoluogo. La seconda, saranno azzerati i contributi ai gruppi. Questo è un
impegno politico. Poi ci sono le regole costituzionali: si supera la materia
concorrente (che ha prodotto molti guai), si definisce cosa fanno le regioni e
cosa rimane allo Stato. Facciamo degli esempi: in un mondo come il nostro,
perché la politica energetica sta in capo alle Regioni? Perché la promozione
turistica internazionale non viene guidata dallo Stato anziché dalle Regioni? E
l\’elenco potrebbe continuare. Attenzione: dire che in alcune vicende le Regioni
non hanno funzionato, non significa difendere la burocrazia dello Stato
centrale, sia chiaro. Ma certo è arrivato il momento della svolta. Aggiungo. Non
dimenticatevi il superamento delle Province, che grazie al progetto del ministro
Delrio ci consentirà il prossimo 25 maggio di non votare più per i consigli
provinciali. Il totale di risparmio calcolato tra Regioni e Province supera il
mezzo miliardo di euro.

3. Ci sarà una nuova legge elettorale, né
spagnola, né tedesca (l\’Italicum) che dice basta al porcellum ma che evita anche
i rischi del consociativismo da prima repubblica.
Si divide il
territorio in collegi (non grandi circoscrizioni come avveniva con il
Porcellum). Per fare un esempio. Nel collegio di Firenze eleggeremo cinque
deputati: con il Mattarellum erano quattro deputati e due senatori. Dunque il
rapporto eletto-elettore torna a essere quello del Mattarellum. Chi vince vince
e governa con una maggioranza solida, come avevamo promesso: purché superi
almeno il 35% dei voti. Se non li supera si va al ballottaggio, come per i
sindaci. Per chiarirsi: ci fosse stata questa legge la volta scorsa, Berlusconi
e Bersani (a proposito, un abbraccio a Pierluigi, che oggiAggiungi un
appuntamento per oggi
è tornato a casa. Lo aspettiamo presto a Roma) se
la sarebbero giocata al ballottaggio, altro che larghe intese. Si evita del
tutto – insomma – il rischio della palude. I piccoli partitini, che hanno
rovinato il centrosinistra, avranno uno sbarramento del 5% se coalizzati,
dell\’8% se corrono da soli. Fin qui, per me, un\’ottima legge.

Uno dei
temi più contestati è la mancata espressione delle preferenze. Lo confesso: sono
un sostenitore delle preferenze. Purtroppo sul punto si è registrata una netta
ostilità di Forza Italia. Ottenuto il via libera alle riforme costituzionali, il
superamento del Senato, la lotta ai consiglieri regionali che fanno i furbi, la
semplificazione istituzionale Stato Regioni, il principio del premio di
maggioranza, il ballottaggio, la lotta ai piccoli partiti non sono riuscito a
ottenere le preferenze. Vero, non ce l\’ho fatta. Su questo punto abbiamo ceduto.
Altrimenti saltava tutto.

Apro una parentesi. Sul sì alle preferenze fino
a un anno fa nel PD ero in netta minoranza. Tutti o quasi tutti quelli che oggiAggiungi un
appuntamento per oggi
mi stanno attaccando sul punto erano contro le
preferenze. Da D\’Alema a Finocchiaro fino a Bersani o Violante, potete
agevolmente recuperare l\’elenco delle dichiarazioni contrarie al punto da far
dire a qualcuno: “Siamo contro le preferenze per una questione morale!”. Giudico
dunque pretestuoso l\’accanimento contro questo accordo se basato solo sulle
preferenze. Anche perché il PD ha già assicurato che faremo le primarie per i
parlamentari (come del resto ha fatto per primo Bersani, diamo a Cesare quel che
è di Cesare) e che ci sarà alternanza uomo/donna anche se non prevista nella
legge. Però rispetto la polemica interna. Non faccio paragoni con quello che
hanno fatto gli altri: dico che io sono riuscito ad arrivare fino a qui. Secondo
me non è poco. E la Direzione del PD ha approvato a netta maggioranza l\’ok (114
favorevoli, 0 contrari, 34 astenuti). Sicuramente si poteva fare di più, certo.
Resta inteso che però noi lo abbiamo fatto. E in un mese, non in vent\’anni.
Pronto a tutte le critiche, ma come è ovvio accordi del genere stanno insieme se
tutti i tasselli vengono mantenuti. Se levi anche solo un mattoncino
dell\’intesa, temo salti tutto. Se poi qualcuno è in grado di convincere
Berlusconi sulle preferenze o Alfano sul sistema spagnolo, benvenuto, io non
sono geloso! Se serve gli lascio anche l\’ufficio.

Per ottenere questo
significativo risultato è stato fondamentale.

I. La vittoria alle
primarie.
E quindi il merito è vostro. Durante le primarie ci dicevamo che
avremmo fatto un referendum sul futuro. Così è stato. Vinte le primarie,
l\’Italia ha voltato pagina. E la politica ha iniziato a dare risposte vere ai
problemi dei cittadini

II. L\’accordo con gli altri partiti.
Inutile fare storie. Il PD da solo non ce la poteva fare. Non aveva i numeri. E
dunque è stato importante avere l\’accordo anche con gli altri, a partire da
Forza Italia. Ho visto molte critiche per il mio incontro con Berlusconi. Stiamo
cambiando – insieme – le regole del gioco, facendo risparmiare soldi ai
cittadini, mettendo a dieta la politica, dando un segnale che finalmente annulla
l\’incantesimo dell\’immobilismo. Senza l\’intesa con Berlusconi queste cose non si
sarebbero realizzate. Che avrei dovuto fare? Evitare l\’accordo? Se dobbiamo fare
l\’accordo con Forza Italia è ovvio che l\’interlocutore è Berlusconi. Con chi
parlo, scusate? Con Dudù? La legittimazione politica di Berlusconi deriva da chi
lo vota e in politica si scelgono gli alleati, non gli avversari.

III. Un po\’ di coraggio, ma soprattutto molta fortuna. Il PD è stato bravo a
dettare i tempi, ma – come sempre accade in questi casi – ci vuole un po\’ di
fortuna. E noi ne abbiamo avuta tanta.

Qualche domanda cattivella,
ricevuta via email.

1. Ma perché non farla con Grillo? Qui, un\’intervista rilasciata il 2 gennaio a “Il Fatto
Quotidiano”. Io più volte ho chiesto a Grillo di dire la sua, di uscire dal
blog. Niente. Mi ha risposto con la consueta poesia: Renzi è un ebetino, la sua
è una scoreggina (testuale!), Fonzie è incoerente, eccetera…

2. Ma
perché litigare con Cuperlo?
Mi è dispiaciuto che Gianni si sia dimesso
dalla presidenza. Ho dovuto faticare non poco per convincerlo ad accettare.
Cuperlo ha chiesto di parlarci in modo franco e diretto tra noi. E mi ha
attaccato duramente sulle liste bloccate. Gli ho solo chiesto perché non ha
usato quello stesso tono quando – insieme a molti, anche miei amici – è stato
inserito nel listino senza passare dalle primarie per i parlamentari. Se questo
giustifica le dimissioni, mi spiace. Qui la
lettera
che ho scritto a Gianni dopo le sue dimissioni

Adesso che la
strada per le riforme è decisamente in discesa, adesso che abbiamo dimostrato
che la politica quando vuole decide, adesso è il momento di concentrarsi su tre
cose. L\’elenco di provvedimenti di Impegno 2014 da approvare rapidamente (le
cose che il Governo deve fare quest\’anno). Il Piano per il lavoro. La grande
campagna sulla scuola e per la scuola.

Adesso possiamo dire che questa
legislatura e questo Governo non hanno più alibi. È il momento di correre. Basta
chiacchiere, bisogna fare.

Quanto a me, un po\’ mi conoscete. Tra la
palude e la frontiera, io sto dalla parte della frontiera, sempre. Tutto qui. E
preferisco rischiare e fallire rispetto a chi tergiversa e si nasconde. OggiAggiungi un
appuntamento per oggi
l\’Italia può rompere l\’incantesimo e rimettersi
in corsa. Sono convinto che ce la faremo e darò tutto me stesso perché
accada.

Un sorriso,
Matteo

PS. Un pensiero carico
d\’affetto a Claudio Abbado. Che ci ha educato alla bellezza della musica e che
ha sempre amato anche la nostra Firenze. Da queste parti lo ricordiamo con il
gesto di devolvere l\’indennità di Senatore a vita alla scuola di musica di
Fiesole. Scelta nobile che fa capire la grandezza artistica, ma anche e
soprattutto umana.

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