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Perché sale l’interesse per le obbligazioni?

Perché sale l’interesse per le obbligazioni?

Fonte:Money.it

Tommaso Scarpellini

9 Marzo 2023 – 12:20

In Europa è tornato ufficialmente l’interesse degli investitori per il mercato obbligazionario, dormiente da anni. Cosa potrebbe comportare a livello macroeconomico?

Gli analisti seguono con molto interesse l’evoluzione delle dinamiche inerenti il mercato obbligazionario europeo: dopo più di un decennio di basso interesse, il pubblico degli operatori è finalmente tornato a considerare per i propri investimenti il comparto dei titoli di debitoLe recenti dichiarazioni di Powell spostano nuovamente l’attenzione sulle preoccupazioni macroeconomiche che impattano sia nel mercato dei capitali statunitense che, indirettamente, in quello europeo.

In Europa cresce l’interesse per le obbligazioni

Nel 2023 l’interesse per il settore del debito ha raggiunto cifre da record, sia in Europa che negli Stati Uniti. La crescita delle aspettative riguardo il picco dei tassi d’interesse ha stimolato la raccolta di capitale tramite strumenti di debito nelle economie occidentali. Sia le obbligazioni societarie che quelle governative stanno diventando degli strumenti d’investimento sempre più appetitosi per il pubblico retail e non.

Le aziende, le banche e i governi non sono stati disincentivati dall’aumento dei rendimenti e proseguono imperterriti con i propri piani di debito. D’altra parte l’interesse del pubblico retail pare aver raggiunto valori da record: lo dimostra il fatto che le vendite di obbligazioni EU hanno superato i 500 miliardi di euro da gennaio 2023 registrando un record in velocità assoluto. È un dato di fatto: molte società hanno deciso di anticipare i propri piani di debito intimoriti dall’incertezze relative a questo 2023. Ne sono un esempio Nestlé, Toyota, HSBC e Stellantis che pianifica nuove emissioni questa settimana. Non a caso, i timori legati al contesto economico dell’area Euro sono su livelli massimi, così come le aspettative sul picco del tasso d’interesse a causa della persistente inflazione superiore al 2%.

Nuove preoccupazioni provenienti dagli Stati Uniti

Allo stesso modo, i trader europei guardano ancora molta preoccupazione le recenti dichiarazioni del presidente Powell fatte al Congresso degli Stati Uniti. Aldilà della questione energetica, l’economia europea fino a ora si è mossa con una certa latenza rispetto quella statunitense e l’idea che la Fed possa operare in maniera ancora più aggressiva fa aumentare le preoccupazioni riguardo il destino economico del territorio europeo.

A maggior ragione i capitali sembrano essersi spostati in zona USA, con il Dollar Index che continua a registrare nuovi massimi relativi a discapito dell’indice valutario dell’Euro (EXY) che invece mantiene un trend decrescente. Non a caso l’anticipazione dei piano di debito societario dovrebbe essere un altro indizio abbastanza chiaro riguardo le aspettative economiche future in Europa.

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2 Commenti

  1. Se è vero che gli scandali finanziari vissuti nel recente periodo dalla rete retail nazionale sta frenando questo mercato, a livello europeo il trend è decisamente diverso e più ottimistico.
    Nel mentre guardiamo con interesse questo fenomeno sulla scala europea – sia per quanto attiene alle obbligazioni societarie che a livello di singoli Governi – da noi si vive sempre una certa diffidenza.

    Infatti sia l’amministratore della più importante banca nazionale – Carlo Messina – che il Presidente dell’Abi, hanno auspicato di “convogliare il risparmio delle famiglie in investimenti utili alla crescita delle imprese” – https://www.giovannifalcone.it/risparmio-degli-italiani-a-caccia-di-tutela/

    L’ulteriore e recente intervento della politica, sembra voler dare impulso e seguito ai citati tentativi per recuperare una “fiducia smarrita” da parte dei risparmiatori, attraverso la leva fiscale detassando tali investimenti – https://www.giovannifalcone.it/il-governo-lavora-per-la-garanzia-pubblica-dei-piani-individuali-di-risparmio/.
    Insomma, con le buone maniere e tanta perseveranza, forse si riuscirà nell’intento di avvicinare il risparmiatore all’economia reale, in un momento particolarmente difficile per la nostra società (guerra, pandemia, inflazione e siccità).
    Conserviamo il pessimismo per i tempi migliori che certamente arriveranno!

  2. Se è vero che gli scandali finanziari vissuti nel recente periodo dalla rete retail nazionale sta frenando questo mercato, a livello europeo il trend è decisamente diverso e più ottimistico.
    Nel mentre guardiamo con interesse questo fenomeno sulla scala europea – sia per quanto attiene alle obbligazioni societarie che a livello di singoli Governi – da noi si vive sempre una certa diffidenza.

    Infatti sia l’amministratore della più importante banca nazionale – Carlo Messina – che il Presidente dell’Abi, hanno auspicato di “convogliare il risparmio delle famiglie in investimenti utili alla crescita delle imprese” – https://www.giovannifalcone.it/risparmio-degli-italiani-a-caccia-di-tutela/

    L’ulteriore e recente intervento della politica, sembra voler dare impulso e seguito ai citati tentativi per recuperare una “fiducia smarrita” da parte dei risparmiatori, attraverso la leva fiscale detassando tali investimenti – https://www.giovannifalcone.it/il-governo-lavora-per-la-garanzia-pubblica-dei-piani-individuali-di-risparmio/.
    Insomma, con le buone maniere e tanta perseveranza, forse si riuscirà nell’intento di avvicinare il risparmiatore all’economia reale, in un momento particolarmente difficile per la nostra società (guerra, pandemia, inflazione e siccità).
    Conserviamo il pessimismo per i tempi migliori che certamente arriveranno!

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