venerdì, Aprile 19, 2024
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PREVIDENZA: Il riscatto della laurea può accelerare l’uscita

Sono
dipendente regionale dal 2006, ma sto versando contributi dal 2001, quale
dipendente di una impresa privata. Dal 2015 (e con durata fino al 2025) sto
versando mensilmente le rate degli anni (cinque) di laurea.

Ero
convinto che, in conseguenza del riscatto, avrei potuto godere del vantaggio di
contare in futuro su una pensione più alta e, eventualmente, di poter andare in
pensione con cinque anni di anticipo. Sarà effettivamente così?

A. A.– AMANTEA

R I S P O S T A

Salvi
i casi di part time entro il 50 per cento, non si comprende come sia possibile
per un dipendente regionale (e quindi pubblico) avere contributi anche quale
dipendente da impresa privata: sarebbe applicabile il regime delle
incompatibilità di cui all’articolo 53 del Dlgs 165/2001. detto questo, il
riscatto della laurea può, di norma, comportare un assegno pensionistico più
alto, ma ciò non avverrebbe in
determinati casi, e cioè se il soggetto, da misto, dovesse diventare
retributivo (cioè, avendo in origine meno di 18 anni di anzianità al 1995,
dovesse acquisire un’anzianità superiore a questa soglia) e potesse contare su
retribuzioni più elevate a inizio carriera rispetto a quelle godute a fine
carriera.

Tralasciando
quanto sopra, il riscatto della laurea aiuta a uscire anticipatamente dal mondo
del lavoro, sempreché il lettore riesca a perfezionare il solo requisito
contributivo prima del compimento dell’età anagrafica prevista per l’accesso
alla pensione di vecchiaia.

Si
supponga il seguente esempio al dicembre 2016. se un soggetto dovesse arrivare
all’età di 66 anni e sette mesi con 30 anni di contributi (senza il riscatto
della laurea), anche qualora avesse riscattato la laurea (di quattro anni,
poniamo), non avrebbe comunque raggiunto anticipatamente la pensione di
anzianità rispetto alla vecchiaia.

Infatti,
accederebbe alla pensione con 66 anni e sette mesi di età, e con 35 anni di
contributi. In questo caso il riscatto non anticipa la pensione. Nel caso in
cui, invece, il lavoratore dovesse raggiungere i 66 anni e sette mesi di età
con 41 anni di contributi (senza il riscatto della laurea), con il riscatto
avrebbe raggiunto il diritto alla pensione anticipata nel 2014, quando erano
richiesti 42 anni e sei mesi di contributi.

In
questo caso il riscatto anticipa la pensione rispetto al termine previsto per
quella di vecchiaia.

DAL “IL SOLE 24 ORE” DEL
16 GENNAIO 2017

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