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PRIVACY & SICUREZZA

Al recente appuntamento annuale davanti alle massime autorità istituzionali, il Garante per la privacy ha tracciato un quadro particolarmente preoccupato circa il livello di ingerenza dei pubblici poteri nella vita dei cittadini ( relazione sull\’attività svolta nel 2004 ). A scorrere la voluminosa ed interessante relazione, si legge fra l’altro: “”senza una resistenza continua alle microviolazioni, ai controlli continui, capillari, oppressivi o invisibili che invadono la stessa vita quotidiana, ci ritroviamo nudi e deboli di fronte a poteri pubblici e privati: la privacy si specifica così come una componente ineliminabile della società della dignità.””

Sembrerebbe comprendere che bisogna “resistere”, quasi come una battaglia contro qualcuno che effettua, si afferma testuale, “controlli continui, capillari, oppressivi che invadono la stessa vita quotidiana, …”.

Mi permetto di dissentire da una diagnosi così catastrofica, posto che, i “controlli”, quando si decide di farli, devono essere capillari (e non superficiali), senza per questo sentirsi oppressi.

Di fronte alle quotidiane e gravissime minacce provenienti da organizzazioni terroristiche, in primo luogo di area islamica, sussiste l’esigenza di coniugare la privacy di alcuni con la sicurezza di tutti, anche introducendo procedure e tecniche più adeguate per il controllo di determinati fenomeni.

La globalizzazione, che ormai ci ha favorevolmente impressionato per tanti aspetti, facendoci vivere le bellezze e, in qualche caso anche gli orrori dell’intero pianeta con estrema rapidità, soprattutto grazie alle moderne tecnologie, deve altresì imporci una rivisitazione di certe regole tese a proteggere e garantire la nostra stessa sopravvivenza.

Assicurare il controllo permanente di milioni di persone che si spostano da un continente all’altro, fra i quali tanti malintenzionati, in qualche caso addirittura vocati alla morte, non è impresa facile. Installare strumenti sofisticati in una piazza, in un’area aeroportuale o in una struttura particolarmente frequentata, non deve impressionare nessuno se l’obiettivo, come sembra essere, è quello di assicurare la sicurezza di tanti.

Personalmente, se non ho nulla da nascondere, cosa potrò mai temere, se non dire grazie a coloro che, con tanti sacrifici, sono chiamati a proteggere la collettività. Allo stato, per esempio, sempre per rimanere in tema, ritengo che, una delle prime e più urgenti misure da introdurre per rendere più efficiente il meccanismo di identificazione e controllo delle persone, è sicuramente quella delle “impronte digitali” da inserire nei documenti di identità alla stessa stregua del civico di residenza.

Frequentemente assistiamo ad operazioni di polizia che smantellano basi logistiche di organizzazioni terroristiche (in qualche caso riguardanti anche la criminalità organizzata), dedite alla falsificazione di documenti di identità (passaporti, patenti di guida, carte d’identità etc.), scoprendo soggetti che usano, indifferentemente ed alla bisogna, diverse identità a seconda delle circostanze, rendendo in tal modo pressoché impossibile qualunque attività di prevenzione da parte degli organi di polizia.

Per concludere, ritengo che, se nessun dubbio si pone sull’assoluta opportunità di certe misure che possono anche sembrare limitative delle libertà di ognuno, qualche accorgimento e tutela ulteriore sia indispensabile nella conservazione ed utilizzo di tali informazioni sensibili.

In altri termini, se dobbiamo sopportare con intelligente pazienza le denominate “microviolazioni”, dobbiamo anche pretendere che tali informazioni vengano trattate e gestite nel rispetto dei principi ricordati dal garante e codificati nella Carta Costituzionale.

Ben vengano quindi, quando serve, le sanzioni del Garante per la privacy alle violazioni per un uso improprio ovvero una conservazione non corretta di tali informazioni.

Come tutte le cose, quando il buon senso prevale, si potrà comprendere che la libertà di ognuno non contrasta né potrà mai contrastare con la sicurezza di tutti.

Bari, 13 febbraio 2004

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