L’architetto al quale avevo
commissionato la realizzazione di un progetto di una villa privata, mi ha
chiesto se ero disponibile alla pubblicazione del progetto su riviste di
architettura e altre segnalazioni di tale genere, cosa che ho categoricamente negato,
anche per ragioni di privacy.
Poiché ho notato che il mio diniego è
stato disatteso, che cosa posso fare?
P.F.- TRENTO
R I S P O S T A
Un progetto,
quale opera intellettuale, resta di proprietà di colui che l’ha prodotto e quindi, nel nostro caso, dell’architetto, che potrà
farne l’utilizzo che crede, salvo che non vi siano pattuizioni contrarie, come sembrano
peraltro esservi nel caso prospettato dal lettore, e che non vengano lesi i
diritti dell’altra parte, quali appunto quelli della privacy.
Il Codice
della privacy (Dlgs 196/2003) tutela da trattamenti illeciti il “dato personale”,
definito ex art.4, comma 1, lettera b, come “”qualunque informazione relativa a
persona fisica, identificata o identificabile, anche indirettamente, mediante
riferimento a qualsiasi altra informazione, ivi comprso un numero di
identificazione personale””.
Pertanto, ai
fini della disciplina “privacy”, la condotta dell’architetto dovrà essere
valutata, in concreto e a prescindere dalla specifica pattuizione cui fa
riferimento il lettore, in base alla possibilità di identificare – direttamente
o indirettamente – il lettore e/o la sua abitazione. Qualora, infatti, la
pubblicazione del progetto recasse tratti distintivi tali da fare agevolmente risalire
all’identità del committente, l’architetto avrebbe dovuto chiedere il suo
consenso per diffondere i dati, configurandosi altrimenti un trattamento illecito.
DAL SOLE 24 ORE DEL 28 OTTOBRE 2013