Un
avvocato si avvale della collaborazione di colleghi per udienze che si tengono
in tribunali di altre circoscrizioni. I collaboratori sostengono di persona i
costi relativi alle trasferte, effettuate con auto di proprietà (carburante,
pedaggi, parcheggi), che l’avvocato rimborsa dietro indicazione analitica in
fattura e produzione del documento di spesa, consistente in ricevute non Iva, e
quasi sempre non riportanti i dati del collaboratore.
Stante
la natura delle spese, da non classificare tra quelle tipicamente anticipate in
nome e per conto del cliente (bolli, contributi unificati eccetera) anche per
motivi di ordine pratico, si chiede se è corretto procedere in questo modo:
deduzione fiscale per intero delle spese sostenute e imponibilità per intero
dell’avvenuto rimborso delle medesime, deduzione da parte dell’avvocato delle
spese rimborsate secondo la norma in materia e, dunque, al 20 per cento. In
particolare, è corretto, da parte dei collaboratori, esporre le spese in
fattura senza assoggettarle a Iva?
S. M.– SALERNO
R I S P O S T A
Le spese
sostenute sono deducibili esclusivamente dai collaboratori, che però dovranno
essere in possesso della partita Iva, svolgendo anch’essi l’attività
professionale.
Questi
ultimi, quando riceveranno il rimborso delle spese, dovranno emettere la
fattura con applicazione dell’Iva,
evidenziando altresì la relativa ritenuta d’acconto. Ciò in quanto, non
trattandosi di spese anticipate in nome e per conto del committente, hanno
natura di compensi.
L’avvocato
che effettua il rimborso delle spese potrà considerare in deduzione il relativo
costo, avente natura di compensi a terzi. Dovrà essere, altresì, operata la
ritenuta d’acconto.
DAL”IL SOLE 24 ORE” DELL’11
APRILE 2016
