Un medico iscritto all’ordine può
essere socio di un’azienda farmaceutica di cui prescrive medicinali ai propri
pazienti?
M. M. – TERNI
R I S P O S T A
L’ipotesi in
cui un medico sia socio di un’azienda farmaceutica, della quale prescrive
farmaci, configura un caso di conflitto di interessi, in quanti sussiste un
legame di tipo economico con un’industria farmaceutica.
In termini generali, possiamo dire
che si ha un conflitto di interesse “quando ci si trova in una condizione nella
quale il giudizio professionale riguardante un interesse primario (nel caso di
specie la salute di un paziente) tende a essere indebitamente influenzato da un
interesse secondario (guadagno economico, vantaggio personale)”.
Questa definizione esprime il
concetto che il conflitto di interesse è
una condizione, non un comportamento; non c’è bisogno che il giudizio del
professionista sia influenzato in modo evidente da altri interessi estranei al
suo mandato principale, né che il suo comportamento condizionato arrechi danno
al paziente, è sufficiente che esista un legame, che potrebbe comprometterne
l’indipendenza. Per distinguere diversi livelli di gravità e di possibile
influsso negativo sull’indipendenza scientifica e culturale del medico, vengono
anche distinti i conflitti di interesse attuali, potenziali o apparenti.
DAL “SOLE 24 ORE” DEL 17 NOVEMBRE 2014