venerdì, Marzo 29, 2024
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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: Dipendente assolto, paga l’Amministrazione

Devo pagare il mio
avvocato se ho vinto la causa? 

 Può chiedere il rimborso delle spese legali il dipendente di una pubblica
amministrazione che subisce un processo e viene assolto.

=======================

Se sei un medico o un dipendente
pubblico e, dopo aver subito un interminabile processo (ed aver speso tanti
soldi per l’onorario del tuo avvocato), sei stato finalmente assolto, sappi che
puoi chiedere il rimborso delle spese legali sostenute!

Ma
vediamo come funziona.

Il dipendente della Pa paga le spese legali?

Idipendenti
della pubblica amministrazione
assolvono ad obblighi
istituzionali esvolgono diverse funzioni e servizi per la cittadinanza;
spesso, per problematiche attinenti a tali responsabilità, sono sottoposti a
denunce e processi.

In questi casi, le spese
legali dovranno essere regolarmente sostenute dal dipendente ma, in caso di
assoluzione, questi potrà richiederne il rimborso alla pubblica amministrazione
presso la quale lavora (o lavorava al momento del fatto per il quale è stato
processato).

Come si chiede il rimborso?

Ildipendente
di una pubblica amministrazione
che viene coinvolto in un procedimento
(penale, civile o amministrativo) nomina il proprio difensore di fiducia che
provvederà a retribuire personalmente.

Al termine del processo,
se la sentenza escluderà completamente ogni responsabilità del dipendente,
le spese legali saranno rimborsate.
 Ciò avverrà solo se il dipendente:

·ha negato le
proprie responsabilità sin dall’inizio;

·non è stato
punito con una sanzione disciplinare;

·ha avuto
un’assoluzione nel merito per non aver commesso il fatto o perché il fatto non
sussiste (e non, ad esempio, perché il fatto che ha commesso non costituisce
più reato perché è cambiata una legge).

In alcuni casi, le
amministrazioni interessate (sentita l’Avvocatura dello Stato) possono
concedereanticipazioni del rimborso,
salvo poi recuperare le somme daldipendentequalora egli sia condannato[2].

In che modo si chiede l’anticipazione del
rimborso?

Se vuoi chiedere l’anticipazione del rimborso devi presentare un’istanza alla tua
amministrazione di appartenenza, allegando:

·la nomina
dell’avvocato di fiducia ed il suo prospetto di parcella;

·il tuo
certificato di residenza, la fotocopia del codice fiscale e l’indicazione del
luogo e della data di nascita;

·il numero
del tuo conto corrente bancario (o postale) ed il riferimento della banca
presso la quale acceso il tuo conto (e quello del tuo avvocato di fiducia);

·l’indicazione
della somma di cui si chiede l’anticipo;

·la copia
degli atti di maggior rilievo del procedimento (per dimostrare che c’è una
fondata aspettativa di assoluzione);

·un
dettagliato rapporto (redatto dal direttore della pubblica amministrazione di
appartenenza) sui fatti oggetto del procedimento a tuo carico;

·un sintetico
parere in merito alla richiesta ed alla connessione dei fatti (contestati) con
il servizio istituzionale e sullo stato di servizio del dipendente.

Nel caso in cui il
procedimento si concluda con pronuncia a te favorevole, la somma anticipata ti
verrà detratta dall’importo complessivo del rimborso totale.
Qualora, invece, fossi condannato, dovrai restituire la somma.

In che modo si chiede il rimborso totale?

Se scegli di attendere
la fine del processo per chiedere il rimborso, alla tua richiesta (oltre ai
documenti già indicati nel paragrafo precedente) dovrai allegare:

·la sentenza
di assoluzione o di archiviazione emessa nei tuoi confronti (alcune
amministrazioni ne chiedono una «copia conforme all’originale»);

·la parcella
quietanzata rilasciata dal legale (in cui siano evidenziati gli onorari e le
spese) che dimostri che il dipendente ha effettivamente pagato le somme di cui
chiede la restituzione.

La documentazione
indicata è esemplificativa perché ogni amministrazione potrà richiederne una
ulteriore o diversa.
 In caso di assoluzione sarò sempre rimborsato?

La pubblica
amministrazione
, spesso, cerca di evitare il rimborso,
per cui è molto importante dimostrare che i fatti per cui sei stato processato
sono effettivamente inerenti all’attività lavorativa e si sono verificati per
la realizzazione dei fini dell’ente a cui appartieni[3].

Il fatto o l’oggetto del
giudizio, infatti, devono essere compiuti nell’esercizio delle funzioni
affidate al dipendente e deve esservi unnesso di strumentalità tra
l’adempimento del dovere ed il compimento dell’atto[4].

IN PRATICA

Se sei stato
assolto e vuoi chiedere il rimborso delle spese sostenute, devi dimostrare che:

·non avresti
assolto ai tuoi compiti se non avessi posto in essere quella determinata
condotta per cui sei stato processato;

·esiste un
nesso di causalità fra il comportamento che hai avuto (e che ti contestano) e
l’evento dannoso ed il comportamento stesso è legato esclusivamente
all’amministrazione.

[1]D.Lgs.165 del 30.3.2001.

[2]Art.18 L.135 del 1997.

[3]Tar Bolzano, sent. n. 101 del 13.3.2007.

[4]T.A.R. Milano, sent. n. 1475 del 21.6.2006; Cons. Stato,
parere n. 332 del 25.11.2003.

 

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