giovedì, Marzo 28, 2024
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PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: La Riforma dell’era Renzi

                   Con la terza fiducia alla Camera, ottenuta il 7 agosto scorso, con 303 sì e 163 no (9 astenuti), il decreto P.A. è diventato legge dello Stato.  

Un risultato quasi scontato dopo l\'approvazione degli emendamenti sui punti caldeggiati in Senato e il dietrofront sulle misure carenti di copertura (per approfondire, "Decreto P.A.: marcia indietro sulla quota 96. Via libera dal Senato" su questo portale). Il testo, infatti, confermando in toto l\'impianto uscito da palazzo Madama, conferma il no per la "quota 96" che consentiva il pensionamento anticipato di 4.000 docenti e per l\'età pensionabile (a 68 anni) di professori e primari, nonché lo stop ai benefici per gli invalidi del terrorismo e alla cancellazione delle penalizzazioni per le uscite anticipate dal lavoro.

Rimangono, tra le principali novità, la mobilità obbligatoria per i dipendenti pubblici fino a 50 km di distanza (fatta eccezione per le madri con figli al di sotto dei tre anni o disabili) e la rimodulazione del turnoverispirato a parametri più flessibili, basati su criteri di spesa.

Fiducia sì, in definitiva, per il decreto (la 20sima del Governo Renzi), che viene convertito prima della decadenza (prevista per il 23 agosto), ma non senza polemiche, soprattutto sulla quota 96, per la quale si chiede un immediato decreto, già annunciato dal premier Renzi entro la fine di agosto.

Intanto, arrivano le rassicurazioni del Governo anche sui prossimi step della riforma della Pubblica Amministrazione: il decreto 90, infatti, fanno sapere gli addetti ai lavori, non è che il primo tassello della rivoluzione del settore, il cui "cuore" è rappresentato dal disegno di legge delega e dai decreti attuativi, per i quali occorre mettersi subito al lavoro.

DECRETO-LEGGE

24
giugno
2014, n. 90

Misure urgenti per la semplificazione e la trasparenza amministrativa
e per l\’efficienza degli uffici giudiziari. (14G00103)

(GU n.144 del 24-6-2014

)

note: Entrata in vigore del provvedimento: 25/06/2014

		
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA VISTI gli articoli 77 e 87 della Costituzione; RITENUTA la straordinaria necessita\' e urgenza di emanare disposizioni volte a favorire la piu\' razionale utilizzazione dei dipendenti pubblici, a realizzare interventi di semplificazione dell\'organizzazione amministrativa dello Stato e degli enti pubblici e ad introdurre ulteriori misure di semplificazione per l\'accesso dei cittadini e delle imprese ai servizi della pubblica amministrazione; RITENUTA la straordinaria necessita\' ed urgenza di introdurre disposizioni volte a garantire un miglior livello di certezza giuridica, correttezza e trasparenza delle procedure nei lavori pubblici, anche con riferimento al completamento dei lavori e delle opere necessarie a garantire lo svolgimento dell\'evento Expo 2015; RITENUTA altresi\' la straordinaria necessita\' ed urgenza di emanare disposizioni per l\'efficiente informatizzazione del processo civile, amministrativo, contabile e tributario, nonche\' misure per l\'organizzazione degli uffici giudiziari, al fine di assicurare la ragionevole durata del processo attraverso l\'innovazione dei modelli organizzativi e il piu\' efficace impiego delle tecnologie dell\'informazione e della comunicazione; VISTA la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 13 giugno 2014; SULLA PROPOSTA del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, di concerto con i Ministri dell\'economia e delle finanze, della giustizia, per gli affari regionali e le autonomie, dell\'interno, dello sviluppo economico, delle politiche agricole alimentari e forestali, delle infrastrutture e dei trasporti, della salute, dell\'istruzione, dell\'universita\' e della ricerca e del lavoro e delle politiche sociali; EMANA il seguente decreto-legge: Art. 1 (Disposizioni per il ricambio generazionale nelle pubbliche amministrazioni) 1. Sono abrogati l\'articolo 16 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 503, l\'articolo 72, commi 8, 9, 10, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e l\'articolo 9. comma 31, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122. 2. Salvo quanto previsto dal comma 3, i trattenimenti in servizio in essere alla data di entrata in vigore del presente decreto sono fatti salvi fino al 31 ottobre 2014 o fino alla loro scadenza se prevista in data anteriore. I trattenimenti in servizio disposti dalle amministrazioni pubbliche di cui all\'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e non ancora efficaci alla data di entrata in vigore del presente decreto-legge sono revocati. 3. Al fine di salvaguardare la funzionalita\' degli uffici giudiziari, i trattenimenti in servizio dei magistrati ordinari, amministrativi, contabili, militari nonche\' degli avvocati dello Stato, sono fatti salvi sino al 31 dicembre 2015 o fino alla loro scadenza se prevista in data anteriore. 4. Al fine di garantire l\'efficienza e l\'operativita\' del sistema di difesa e sicurezza nazionale, le disposizioni di cui al comma 1 non si applicano ai richiami in servizio di cui agli articoli 992 e 993 del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66 fino al 31 dicembre 2015. 5. Le disposizioni di cui all\'articolo 72, comma 11, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, si applicano al personale delle pubbliche amministrazioni di cui all\'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, inclusi il personale delle autorita\' indipendenti e i dirigenti medici responsabili di struttura complessa, tenuto conto, con riferimento ai soggetti che maturano i requisiti per il pensionamento a decorrere dal 1° gennaio 2012, della rideterminazione dei requisiti di accesso al pensionamento come disciplinata dall\'articolo 24, commi 10 e 12, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, e successive modificazioni. 6. All\'onere derivante dal presente articolo pari a 2,6 milioni per l\'anno 2014, 75,2 milioni per l\'anno 2015, 113,4 milioni per l\'anno 2016, 123,2 milioni per l\'anno 2017 e 152,9 milioni a decorrere dall\'anno 2018, si provvede con le seguenti modalita\': a) all\'articolo 1, comma 427, della legge 27 dicembre 2013, n. 147, come modificato dall\'articolo 2, comma 1, lettera b) del decreto legge del 28 gennaio 2014 n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2014, n. 50, le parole: "a 1.372,8 milioni di euro per l\'anno 2015, a 1.874,7 milioni di euro per gli anni 2016 e 2017 e a 1.186,7 milioni di euro a decorrere dall\'anno 2018" sono sostituite dalle seguenti: "a 1.448 milioni di euro per l\'anno 2015, a 1.988,1 milioni di euro per l\'anno 2016, a 1.997,9 milioni di euro per l\'anno 2017 e a 1.339,6 milioni di euro a decorrere dall\'anno 2018"; b) all\'articolo 1, comma 428, primo periodo, della legge 27 dicembre 2013, n. 147, come modificato dall\'articolo 2, comma 1, lettera c) del decreto legge del 28 gennaio 2014 n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2014, n. 50, le parole "a 1.028,8 milioni di euro per l\'anno 2015, a 1.186,7 milioni di euro a decorrere dal 2016" sono sostituite dalle seguenti "a 1.104 milioni di euro per l\'anno 2015, a 1.300,1 milioni di euro per l\'anno 2016, a 1.309,9 milioni di euro per l\'anno 2017 e a 1.339,6 milioni di euro a decorrere dal 2018"; c) l\'allegato 3 alla legge 27 dicembre 2013, n. 147, e\' sostituito dall\'allegato 1 al presente decreto; d) quanto a 2,6 milioni di euro per l\'anno 2014 con corrispondente riduzione dell\'autorizzazione di spesa di cui all\'articolo 9, comma 8, del decreto-legge n. 30 dicembre 1997, n.457, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 1998, n. 30. 7. Il Ministro dell\'economia e delle finanze e\' autorizzato ad apportare con propri decreti le occorrenti variazioni di bilancio.

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