giovedì, Marzo 28, 2024
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SPECULAZIONE & CRISI FINANZIARIA: Io sogno l’Europa

Gli
avvenimenti di questi giorni, dal salvataggio del sistema bancario spagnolo
alle odierne elezioni in Grecia fino all\’appuntamento del Consiglio Europeo del
28 e 29 giugno p.v., sembrano voler sintetizzare in modo drammatico un comune
denominatore e cioè la difficile transizione che sta vivendo l\’intero popolo
europeo.

Finora si è
visto poco e ancora meno si è fatto, nello spirito dei Padri fondatori
[1] nel sogno di una Europa
unita non solo nel nome – come adesso – ma anche nell\’economia e nella
politica.

Se è vero
che le idee migliori arrivano sempre nei momenti di maggiore difficoltà secondo
il vecchio detto popolare “La necessità aguzza l\’ingegno”, qual è l\’idea che
molti o forse tutti in Europa si aspettano?

Non si
tratta di una idea geniale, ma semplicemente applicare alla difficile realtà
del momento che attraversiamo, criteri economici che riescano a unire, anche
con indubbia lungimiranza, quel sano pragmatismo ad una razionale solidarietà scevra da egoismi nazionali.

Ho seguito
nel recente periodo e con particolare interesse il comune pensiero espresso da
illustri personaggi che hanno caratterizzato la vita politica europea
nell\’ultimo mezzo secolo, pubblicati integralmente dal quotidiano economico “Il
Sole 24 Ore” dove, in modo pressoché unanime, sono stati invocati con urgenza,
tra l\’altro, taluni provvedimenti come:

· Un\’armonizzazione fiscale fra tutti i
Paesi dell\’Unione europea;

· Una comune regolamentazione e
vigilanza bancaria;

· Un diverso ruolo della Banca Centrale
Europea, attraverso la emissione dei cc.dd. “Union Bond” (Obbligazioni
dell\’Unione Europea).

L\’urgenza, è dettata dalla necessità
di contrastare o, per quanto possibile almeno contenere, le enormi speculazioni
finanziarie in atto, patite dai diversi
Paesi in difficoltà come l\’Irlanda, il Portogallo, la Grecia, la Spagna e, in
ordine di tempo anche dall\’Italia.

Sono difficoltà originate tanto da
una politica dissennata responsabile di un debito pubblico elevatissimo che
ognuno di questi Paesi deve finanziare per sopravvivere, rivolgendosi al
mercato che, proprio grazie a fenomeni speculativi, sono costretti a farlo a
tassi molto elevati (il famigerato Spread
[2]), praticamente costretti a
legalizzare fenomeni usurari su scala internazionale.

I primi beneficiari di tali
distorsioni sono i cc.dd. investitori istituzionali, cioè le grandi banche, che
comprano il debito pubblico dei singoli Stati al 6-7% e oltre, nel mentre
ricevono cospicui finanziamenti dalla Banca Centrale Europea alla modica cifra
dell\’1%, nell\’intento di assicurare
liquidità alla rete interbancaria per finanziare le imprese e le famiglie.
Nella realtà, per come abbiamo visto, sono risorse che non vengono utilizzate
per fare “impieghi” (cioè finanziare l\’economia reale) ma solo per incrementare
profitti investendo sulla sventura dei debiti sovrani di ciascuno degli Stati
in difficoltà.

E allora, v\’è da chiedersi: se la
B.C.E., trova le risorse per finanziare le banche – che fanno profitti in danno
degli Stati andando ad alimentare i fenomeni speculativi di cui si è detto –
per quale ragione non vengono finanziati direttamente gli Stati acquistando le
obbligazioni emesse per finanziare il debito pubblico al pari della Federal
Reserve americana?

E\’ un mistero!

Si tratterebbe di acquistare i citati
titoli al 2-3% (non sarebbe un regalo, mi verrebbe da dire alla Germania, ma a
prezzi ragionevoli) annullando nel contempo, la lucrosa attività degli
speculatori e consentendo in tal modo, in presenza di una politica virtuosa –
imponendola come “Condicio sine qua non”– l\’abbattimento del debito pubblico e la realizzazione di infrastrutture
indispensabili secondo un piano concordato per ottenere, in definitiva,
quell\’agognata crescita.

In altri termini, anche in questo
caso, appare utile ricordare che, ai fini del rapporto “debito-prodotto interno
lordo” di uno Stato, bisogna assolutamente derogare dai limiti di bilancio
imposti a provvedimenti di spesa, laddove le stesse riguardano programmi
infrastrutturali ritenute indispensabili per muovere le fondamenta dell\’economia.
Questo, evidentemente, per far sì che la spesa improduttiva deve essere
distinta da quella ritenuta basilare per produrre ricchezza.

In questi casi, cara Europa, di solo
rigore si può morire. E allora, coraggio, uniamo tutte le energie positive per
fare squadra quale unico modo per superare le difficoltà del momento e poter
alimentare il comune sogno dell\’Europa unita.


[1]Kaurad ADENAUER, Joseph BECH,
Johan Willem BEVEN, Wiston CHURCILL, Alcide De GASPERI, Walter AALLSTEIN, Sicco
MANSHOLT, Dean MONNET, Robert SCHUMAN,
Paul-Henri SPAAK, Altiero SPINELLI

[2]Lo spread è la differenza di rendimento
fra i Bund tedeschi (venduti al 2%) e i Btp italiani (venduti al 5%)

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