giovedì, Aprile 18, 2024
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SUCCEDE IN ITALIA: Il caso complesso del certificate di UniCredit richiamato

In data 28 Aprile 2015 ho
acquistato 52.500 certificati UniCredit DE000HV8A5G3 a leva inversa 7 sul Ftse
Mib, allo scopo di difendere parzialmente il portafoglio mio e di miei
famigliari dalle prevedibili turbolenze in borsa dovute alla vicenda greca. Per
caso, sulla rubrica “Posta del risparmiatore” del “Sole 24 Ore”, 27 di Giugno,
leggevo una lettera di un investitore che giustamente si lamentava
dell’andamento anomalo del titolo.

UniCredit dichiarava di aver
cessato proprio il 28 Aprile il suo ruolo di marker sul certificato,
comunicandolo però alla Consob solo il 30 Aprile, mentre gli investitori la
cosa veniva comunicata collettivamente e non individualmente solo il 19 maggio
sul proprio sito, insieme ad un avviso di Borsa 9130, almeno così si scriveva
nella risposta. La Banca raccomandava “massima attenzione nell’intraprendere
ulteriori operazioni su questo titolo”, quindi ne scoraggiava anche la vendita.
Assicurava comunque un bid coerente con il valore del titolo, che sarebbe stato
richiamato a fine luglio. Notavo subito che io non ero stato avvertito in alcun
modo della cessazione da parte di UniCredit dei suoi obblighi di market marker
e che un ask non corretto mi aveva danneggiato. Notavo altresì che anche gli
altri investitori non avevano avuto il prescritto preavviso del ritiro del
titolo entro i novanta giorni, neanche se avessero letto tutti i Comunicati di
Borsa. Il 7 Luglio si anticipava addirittura l’ultimo trading day al 23 Luglio!
Il 13 Luglio, ineffabilmente, si decideva invece autonomamente il richiamo al “cancellation
amount” invece dell’ ”issue’s regular call”, precedentemente e ufficialmente
comunicato al mercato e alle autorità di controllo. Per me del tutto
incredibilmente, in pari data, si emetteva un altro comunicato in cui si
valutava il titolo o!!!

L’ultimo prezzo0,1135, anche se è
facile il sospetto, visto l’assurdo svolgersi dei fatti che il reale valore
fosse di molto superiore e che UniCredit non abbia svolto coscienziosamente
neanche il ruolo di bid specialist! Attendo l’integrale rimborso al prezzo
pagato altrimenti adirò le vie legali.

Giuseppe Luraschi (via e – mail)

RISPONDE UNICREDIT

UniCredit
ha già fornito al dottor Luraschi tutte le spiegazioni del caso sottolineando
innanzitutto il comportamento della banca improntato alla massima correttezza
e, trasparenza nei confronti degli investitori e del mercato, nonché in linea
con quanto indicato nel Prospetto e nella documentazione di offerta del
prodotto e che nulla, pertanto, può essere addebitato alla stessa nel caso di
specie.

L’anomalo
andamento dei prezzi di mercato registrati per il certificate in oggetto, che
il reclamo riferisce “a imprecisati problemi legati all’attività di market
maker”, è stato, invero, generato dai molteplici ordini spontaneamente
impartiti da una pluralità di soggetti non riconducibili a UniCredit Bank Ag,
che ha invece sempre esposto al mercato quotazioni “bid” assolutamente coerenti
con l’andamento del valore del sottostante e con le caratteristiche del titolo.
Inoltre l’andamento dei prezzi del titolo è stato influenzato dall’incidenza
della “Gap Risk Fee”, commissione addebitata per la copertura del rischio
sotteso al prodotto, e dal compound effect (effetto dell’interesse composto),
che hanno contribuito a determinare un’accentuata sensibilità del prezzo del certificate
all’andamento dell’indice sottostante; entrambi ampiamente descritti nella
documentazione d’offerta dello strumento.

In
ragione dell’andamento negativo dei prezzi del certificate, la banca si è
determinata sin dal 30 aprile 2015 – proprio nel rispetto del migliore
interesse degli investitori e del mercato – ad esercitare l’opzione di
“Riscatto Ordinario Anticipato”, facoltà contrattualmente accordata
all’Emittente (“Issuer’s Regular Call”).

Contestualmente
all’esercizio della citata opzione la banca ha cessato il ruolo di “market
maker”, facoltà prevista ai sensi del titolo 4.4 del Regolamento dei Mercati
organizzati e gestiti da Borsa Italiana S.p.A., mantenendo tuttavia la veste di
“bid specialist only”, così da garantire comunque agli investitori la
possibilità di poter vendere il certificate e preservarne, quindi, la
liquidità.

La
comunicazione al riguardo, che peraltro non andava indirizzata individualmente
agli investitori, come invece lamentato, è stata effettuata tempestivamente e
in conformità alla normativa vigente, dandone idonea pubblicità il 27 aprile
(giorno prima del Suo acquisto) e non il 30 aprile come da Lei asserito.

Sempre
nell’ottica di tenere un comportamento improntato alla massima correttezza e
trasparenza, la Banca, con Avviso di Borsa n.9130 del 19 maggio 2015, ha fornito ulteriori
informazioni. A seguito di un ulteriore deprezzamento dello strumento in linea
con l’andamento dell’indice sottostante con conseguente incremento della Gap
Risk Fee ad un livello eccedente il cap predefinito (8%) la banca ha, in data
13 luglio 2015 esercitato il “Diritto di Riscatto Straordinario”, comunicando
altresì in pari data il valore del “Cancellation Amount” indicato anch’esso
nella contrattualistica calcolato sulla base del prezzo di chiusura dell’indice
sottostante rilevato nella stessa giornata del 13 luglio, in conformità a
quanto previsto nella documentazione di offerta. Nulla, pertanto, può in
proposito, essere addebitato alla Banca che ha agito sempre nel migliore
interesse degli investitori e del mercato.

DAL”PLUS24” DEL “IL SOLE 24 ORE” DEL 26
SETTEMBRE 2015

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