martedì, Aprile 23, 2024
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SUCCEDE IN ITALIA: Il prelievo su Western Union mai effettuato dal cliente di Poste

Il 22 giugno
2012 vado all’Ufficio Postale per pagare un bollettino Eni di 78,86 euro con
carta Postepay, ma l’impiegata mi dice che non ci sono abbastanza soldi.
Rimango male per la figuraccia e allibito perché la carta Postepay è utilizzata
solo da me e so esattamente l’importo del credito a mia disposizione. In serata
cerco di entrare nel sito Poste.it con la mia username e password, ma mi dice
autenticazione fallita. E’ tardi ed aspetto la mattina seguente. Telefono al
Servizio Assistenza Clienti e mi dicono che il mio account è bloccato, non
riesco a capirne il motivo, ma si scusano per il disguido e mi inviano, tramite
sms, una nuova password con la quale posso entrare nella lista movimenti e
vedere che in data 29 maggio 2012 alle ore 12,45 è stata effettuata on-line
un’operazione di prelievo ­– beneficiario Western Union – di 469,00 euro; ma
tale operazione non è stata fatta da me. Su istruzione dell’Ufficio Postale, provvedo
subito a bloccare la carta, vado dai Carabinieri per inoltrare denuncia,
consegno la denuncia all’Ufficio Postale e la completo, su modulo Poste, di una
dichiarazione di disconoscimento di addebito per 469 euro per prelievo su mia
carta Postepay mai da me effettuato, e quindi richiedo il rimborso. A fine
agosto, al rientro dalle ferie, trovo la risposta da parte di Poste che dice
“Il sito sul quale sono state effettuate le operazioni da Lei indicate mediante
carta Postepay viene identificato come sito sicuro, in quanto l’esercente
partecipa ai “Protocolli 3D Secure” (un servizio di ulteriore verifica della
genuinità e paternità delle transazioni su Web). Tale circostanza ci impedisce
di prendere qualsiasi iniziativa nei confronti della Banca gli incassi del
merchant. Le precisiamo, inoltre, che l’operazione è avvenuta con il corretto
impiego delle credenziali di utilizzo della carta che sono di sua esclusiva
conoscenza e della cui conservazione è responsabile, pertanto siamo spiacenti
di comunicarle di non poter procedere al rimborso”.

Ho la sensazione
che sia una lettera già predisposta per casi come il mio, completata con i miei
dati e cioè il mio nominativo, la data di comunicazione del disconoscimento
dell’addebito e il numero della mia carta Postepay.

In data 15
settembre 2012 scrivo un altro reclamo di sollecito ribadendo che l’operazione
non è stata da me effettuata e che ho sempre rispettato le regole non prestando
mai a terzi la mia carta Postepay né il codice Pin, che mi trovavo sul
territorio nazionale al momento del prelievo fraudolento e richiedo maggiori e
più approfonditi controlli (anche informatici) perché non è giusto che una
persona perda dei soldi guadagnati con sacrificio perché qualcun altro riesce a
operare, per conto del titolare della carta, su un sito dove non potrebbe e che
viene ritenuto sicuro.

Anche questa
lettera la inoltro tramite l’Ufficio Postale ma capisco dalle parole
dell’impiegato, che forse devo cominciare a rassegnarmi alla poca probabilità
di rimborso. A questa seconda lettera, a oggi, non ho ancora avuto riscontro da
parte di Poste Italiane. Io, nel frattempo, ritorno dai Carabinieri per avere
notizie, vado all’Adiconsum, mi consigliano di rivolgermi alla Polizia Postale.
Tutto fatto, ma sono ancora in attesa nella speranza che un giorno o l’altro mi
veda arrivare una lettera da Poste Italiane che mi avvisa, rispettando il Dlgs
11/2010, che stanno predisponendo un rimborso di euro 469,00 a mio favore, somma
sottrattami in modo fraudolento.

Sandro
Cesarini
(via e-mail)

RISPONDE POSTE
ITALIANE

Informiamo il
signor Sandro Cesarini che Poste Italiane, dopo aver effettuate le verifiche,
ha attivato l’iter per il rimborso della somma che si concluderà con l’invio di
un assegno al cliente.

DAL”PLUS24” DEL “IL SOLE 24 ORE” DEL 28 FEBBRAIO 2015

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