venerdì, Aprile 19, 2024
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SUCCEDE IN ITALIA: Il truffatore è condannato ma il rimborso di CartaSì non arriva

In data 1° agosto 2011
compilai una lettera di contestazione a CartaSì che dichiarava un’operazione da
me non autorizzata. La risposta alla mia segnalazione mi pervenne in data 23
agosto 2011, tramite una mail avente a oggetto la conferma della transazione
Internet.

“A causa delle
verifiche effettuate, ci dispiace di non poter provvedere al rimborso
dell’operazione contestata – spiegava la mail -, La transazione, infatti, è
avvenuta via Internet in modo sicuro, dopo identificazione dell’acquirente da
parte del venditore ed è stato autorizzata a seguito della digitazione della
Password 3D – Secure (Verified by Visa/Mastercard SecureCode)”.

Ora vi porto a
conoscenza che il responsabile della operazione da me non riconosciuta, è stato
identificato nella persona di Iodarche Costel e condannato con procedimento
penale a dieci mesi di reclusione, al pagamento delle spese processuali e alla
multa di 1.000 euro dal Giudice unico Stefano Pepe presso il Tribunale
Ordinario di Viterbo in data 1° Luglio 2015.

Inoltre durante il
dibattimento un testimone della Polizia Postale di Rovigo ha affermato che
durante le indagini il server utilizzato per la truffa possedeva un Ip della
Turchia, paese da me mai frequentato e in particolare al momento della truffa
informatica. Pertanto, ritengo che il mancato rimborso dell’operazione da me
contestata da parte di CartaSì, attraverso una frettolosa e burocratica e-mail,
pervenutami in data 23 agosto 2011 ovvero dopo solo ventidue giorni dalla mia
lettera di contestazione, sia un gravissimo errore, non si è infatti atteso
l’esito delle indagini preliminari della Polizia Postale di Rovigo e di
conseguenza hanno reiterato lo stesso errore considerando le indagini
successive, che hanno portato all’identificazione e alla condanna definitiva
dell’imputato Iodarche.

Infine, vi ricordo un
dato fondamentale che determina una scorretta interpretazione da parte di
CartaSì: la transazione era avvenuta via Internet e il server aveva un
indirizzo turco.

Se necessitano a
supporto ulteriori documenti, posso rivolgermi al Tribunale di Viterbo e
richiedere gli atti del procedimento penale nei confronti dell’imputato di cui
ho già detto.

Stefano Canazza(via e-mail)

RISPONDE CARTASI’

La
transazione contestata dal signor Stefano Canazza è stata autorizzata da
CartaSì in quanto avvenuta in modalità sicura: la transazione, infatti, è stata
fatta utilizzando la password di sicurezza per gli acquisti online. Tale
password viene creata dal titolare della carta di credito, ai sensi del
regolamento sottoscritto dallo stesso titolare, deve essere l’unico a
conoscerla e ha la responsabilità di custodirla in massima sicurezza.

Se
terze persone vengono in possesso di tale password, utilizzandola poi per fare
acquisti online, si configura una incauta custodia della password da parte del
titolare. Nel caso specifico, quindi, l’identificazione del responsabile degli
acquisti fraudolenti, non facendo venire meno la responsabilità del titolare per l’incauta custodia della password, non fa
sorgere automaticamente un diritto al rimborso.

In
ogni caso CartaSì, venuta a conoscenza della sentenza del Tribunale di Orvieto
tramite il “Plus24-Il Sole -24Ore”, non essendone stata informata direttamente
dal signor Canazza, nei prossimi giorni contatterà quest’ultimo per poter
acquisire la documentazione relativa al procedimento penale al fine di
riesaminare la posizione oggetto di contestazione.

DAL “PLUS24”
DEL “IL SOLE 24 ORE” DEL 9 GENNAIO
2016

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