giovedì, Aprile 18, 2024
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SUCCEDE IN ITALIA: Webank tarda sulla certificazione “minus”

 
Non è amore quello di
Webank ma otto mesi per chiudere un conto corrente è decisamente attaccamento.
Vecchio cliente di Webank, prima che fosse rilevata dalla Banca Popolare di
Milano, mi trovo a dover chiedere la chiusura del conto corrente con una raccomandata
e ricevuta di ritorno il 24 agosto 2010 (diverse le motivazioni tra le quali,
la più importante, la gestione fiscale delle minusvalenze). Nella raccomandata
sono riportati: indirizzo domiciliare, richiesta di trasferimento dei titoli,
richiesta della certificazione delle minusvalenze.

Ai primi ritardi
esecutivi, rendendomi conto dei danni attuali e potenziali, con sempre maggiore
ansia effettuo cinque telefonate al centralino della banca tra il 18 ottobre e
il 25 novembre del 2010; attivo lo stesso promotore della banca ricevente per
effettuare solleciti telefonici. Si tenga presente della non sussistenza di
gravami temporali sul conto, quali bolli, gain, pagamenti diversi e che mi
astenevo, giocoforza, dalla commercializzazione di titoli in dossier per
evitare ritardi o scuse varie; che avevo lasciato giacenze sufficienti alla
chiusura dello stesso.

Spedisco una e-mail di
richiamo delle coordinate bancarie, ma ottengo soltanto la chiusura del
contratto web e il successivo invio dei titoli a dicembre (segnalatomi da banca
ricevente) senza diversa comunicazione né listato da parte di Webank e a oltre
tre mesi dalla richiesta. Faccio notare che da foglio informativo aggiornato il
30 novembre 2012 la banca dice letteralmente: “”Tempi massimi di chiusura del
rapporto contrattuale n. giorni 10””.

Manca purtroppo il più
importante documento di certificazione delle minusvalenze e pertanto invio
ultimativo fax il 29 dicembre 2010 in cui lamento dei danni presenti e ancor
più futuribili dovuti dai ritardi; avviso che non contatterò più Webank se non per
quantificare loro dei danni arrecati. Ciò nonostante mi si invia una e-mail
comunicandomi della prossima chiusura conto soltanto il 14 aprile 2011, cosa
che verrà fatta quindi a otto mesi dalla richiesta (anche in questo caso senza
invio di alcuna distinta oppure e-mail di dettaglio).

Rimango in fiduciosa
attesa della più importante certificazione delle minusvalenze che però non
arriva.

Mi decido a chiedere
conto nel dicembre del 2012 e finalmente mi viene mandato un duplicato che
arriva i primi di gennaio 2013 a 28 mesi dell\’originale richiesta. Nel
frattempo le minusvalenze sono state falcidiate dal decreto legge 138/2011 per
l\’aumento della tassazione sugli utili e decadono le minusvalenze riferite alla
scadenza del 2012. Invio richiesta danni limitandomi alle sole perdite fiscali
per evitare di dovermi ancora occupare di una vicenda decisamente sgradevole.

La banca risponde che
la copia originale era stata spedita in data “non meglio identificata” a fine
maggio 2012 (nove mesi dalla richiesta) definendo questa vicenda in “tempistiche
standard”. La colpa era mia perché nel 2003 avevo dato un indirizzo postale presso
banca Intesa (allora proprietaria di Webank) omettendo che erano passati sette
anni, che il conto di Webank era nel frattempo passato da cointestato a
nominativo, che la richiesta di invio conteneva il corretto indirizzo
domestico, che detto invio non è stato segnalato in alcun altro modo
alternativo, che Webank è una banca online e le comunicazioni erano tenute via
e-mail.

Naturalmente, essendo
venuta meno la mia richiesta transattiva, dovrò diversamente agire nella tutela
dei miei interessi e nella quantificazione del disagio, dei danni, anche
morali, dell\’impegno fisico e temporale, delle spese, provocati e ancora in
essere (auspico anche eventuali sanzioni da Banca d\’Italia in tutela dei
cittadini risparmiatori, correntisti e gente comune, per prevenire simili
situazioni paradossali a cui, ancor più delle perdite finanziarie, minano tranquillità
personale e fiducia in un sistema già ampiamente aperto a scandali e a
comportamenti superficiali e vessatori).

E\’ questo il servizio
offerto da una primaria banca italiana quale il gruppo Banca popolare di
Milano?

P.I.(via e-mail)

RISPONDE
WEBANK

Rispondiamo alla
lettera del signor P.I. e, innanzitutto, ci scusiamo per le tempistiche resesi
necessarie per l\’evasione della sua richiesta di estinzione del deposito
titoli, del conto e dell\’invio della certificazione delle minusvalenze, dovuta
tuttavia a eventi di carattere eccezionale. Inizialmente la richiesta del
cliente non era stata compilata in modo completo per quanto riguarda le
coordinate del deposito titoli, aspetto essenziale per la procedura di chiusura
del conto. Successivamente, l\’operazione di fusione societaria di Wetrade in
Webank Spa, avvenuta il 18 dicembre 2010, ha comportato alcuni rallentamenti
nella gestione dell\’operatività ordinaria della banca. La chiusura è stata
comunque evasa nel corso di aprile del 2011 e la certificazione inoltrata all\’indirizzo
di corrispondenza, a noi risultante nella nostra anagrafica. Vorremmo,
comunque, evidenziare come l\’invio della certificazione delle minusvalenze sia
avvenuto nel corso di maggio 2011 e che soltanto a gennaio 2013 abbiamo
ricevuto dal signor P.I. una specifica richiesta per il reinoltro del documento
della certificazione delle minusvalenze. In relazione alla situazione
rappresentata, verrà fornita una risposta attraverso i canali della banca a ciò
deputati.

DA “PLUS24” DEL SOLE 24 ORE DEL 25
MAGGIO 2013

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