Il Tribunale di Padova impone al cliente il pagamento di
50mila euro condannando per lite temeraria chi chiede al giudice il
riconoscimento ai fini usura della sommatoria tra i tassi corrispettivi e
quelli moratori. Così ha deciso il Tribunale di Padova che, con la sentenza del
10 marzo scorso (giudice Giorgio Bertola), ha condannato uil cliente non
soltanto a rifondere alla banca le spese legali (8mila e 700 euro) ma a pagare
altri 43mila euro, pari a cinque volte i costi processuali, per lite temeraria (per
un precedente simile ma del Tribunale di Torino si veda “PLUS24” del 20
dicembre 2014).
Affermare – si legge nella sentenza – che questa tesi
sarebbe sostenuta dalla sentenza 350 del 2013 della Cassazione è
<<sintomo di grave negligenza o d’ignoranza inescusabile>> in
diritto bancario in quanto la <<Cassazione non ha mai detto una simile
mostruosità>>, salvo sostenere il diverso principio della rilevanza degli
interessi moratori, singolarmente considerati, ai fini dell’usura.
A ciò si aggiunga che le cause seriali fondate su questa
tesi determinano – si sintetizza sempre nel provvedimento – un danno alla
giustizia in quanto aggravano il carico di lavoro del giudice, con il rischio
di non poter rispettare i termini per un equo processo. Questa condotta
processuale merita quindi di essere sanzionata in quanto denota la volontà di
creare un contenzioso seriale in una materia estremamente tecnica come il
diritto bancario che <<meriterebbe di essere trattata con un diverso
approccio processuale>>.
DAL SOLE 24 ORE DEL
16 MAGGLIO 2015
